Passato, presente e futuro dell’Agenzia Spaziale Europea, anche conosciuta con l’acronimo ESA

 

Cos’è l’Agenzia Spaziale Europea

L’Agenzia Spaziale Europea conosciuta internazionalmente con l’acronimo ESA – dal suo nome inglese European Space Agency ha come compito principale “l’esplorazione e l’utilizzo dello spazio a scopi pacifici[1] per il bene comune”[2] attraverso il conseguimento degli interessi scientifici ed industriali europei al fine di incrementare la crescita economica.

L’ESA permette dunque la collaborazione finanziaria ed intellettuale in ambito spaziale tra i suoi 22 Stati Membri[3]. Tale cooperazione consente di andare oltre le capacità di ogni singolo Stato, mettendo in atto programmi ed attività secondo una chiara visione comune  dello spazio nel rispetto delle altre organizzazioni ed istituzioni nazionali ed internazionali[4]. Ai paesi membri è necessario poi aggiungere la Slovenia che interviene come Membro Associato. Grazie ad accordi di cooperazione, ESA collabora inoltre in maniera costante con il Canada e con alcuni Stati europei non membri (Bulgaria, Cipro, Croazia, Lettonia, Lituania, Malta e Slovacchia).

L’Agenzia Spaziale Europea è governata e guidata dal Consiglio. Si tratta di un organo – composto dai rappresentanti dei paesi membri – che detta le principali linee guida politiche alla base delle attività e dei programmi di ESA. Il Consiglio elegge per un mandato di 4 anni il Direttore Generale dell’Agenzia[5], il quale coordina e guida le attività di ogni Direttorato cioè di ogni settore di ricerca. Il quartier generale di ESA si trova a Parigi mentre altri uffici sono dislocati in località europee ognuno con una specifica responsabilità e destinazione. La base di lancio è collocata in Guiana Francese mentre altre stazioni terrestri sono dislocate in varie aree del globo.

 

Fondazione ed evoluzione dell’Agenzia

La fine della Guerra Fredda ha determinato la conclusione del dominio di Stati Uniti ed Unione Sovietica nell’ambito della ricerca e delle attività spaziali. Questo cambiamento ha aperto le strade per nuovi scenari inclusa la collaborazione europea nel settore.

La prima idea in merito è stata sviluppata da due scienziati – il francese Pierre Auger e l’italiano Edoardo Amaldi – che nel 1958 hanno raccomandato ai governi europei la creazione di un’organizzazione puramente scientifica per la ricerca spaziale, seguendo l’esempio del CERN. Dando seguito a questa idea, nel 1964 è stata firmata la convenzione per la creazione di due diverse agenzie, per lo sviluppo del sistema di lancio (ELDO – Organizzazione europea per lo sviluppo del lancio) e dei veicoli spaziali (ESRO – Organizzazione europea per la ricerca spaziale).  Con gli anni, entrambe queste organizzazioni si sono trovate a fronteggiare diversi problemi sia dal punto di vista tecnologico, politico e dei costi.  Per questo motivo, a partire dagli anni ’70, inizia a sorgere l’idea di creare una nuova organizzazione che riunisca ELDO e ESRO. È così che nel 1975 viene fondata l’Agenzia Spaziale Europea. Dieci sono i paesi fondatori[6] ai quali solo un anno dopo si aggiunge anche l’Irlanda.

Nello stesso anno della sua fondazione, ESA lancia Cos-B: la prima missione scientifica dell’agenzia per il monitoraggio dei raggi gamma emessi nell’Universo. Questa missione, che durerà sei anni, sarà considerata tra le più fortunate e di successo della storia di ESA.

Negli anni successivi, si aggiungono all’organizzazione altri paesi europei e vengono promossi numerosi programmi di ricerca spaziale. Nel 2007 è stata firmata la Politica Spaziale Europea che crea per la prima volta un quadro comune, unificando l’approccio e i programmi di ESA con quelli dei singoli Stati membri e dell’Unione Europea[7].

 

Le attività di ESA oggi

Come è spiegato dal suo sito ufficiale, “ESA è l’unica agenzia spaziale al mondo che ricopre l’intero raggio di attività spaziali”[8]. Oltre a condurre studi e monitoraggi sul Sistema Solare e sull’Universo nel suo complesso, le attività dell’Agenzia Spaziale Europea sono rivolte anche alla comprensione del nostro pianeta, allo sviluppo di tecnologie e servizi e alla promozione dell’industria spaziale europea. Nel dettaglio, ESA permette:

  • L’osservazione della Terra
  • L’esplorazione dello spazio attraverso satelliti e razzi di ESA
  • La navigazione intorno al globo
  • Garanzie alla sicurezza nello spazio
  • Il miglioramento delle comunicazioni, attraverso sia lo sviluppo della tecnologia satellitare che il supporto all’industria e all’innovazione nell’ambito delle telecomunicazioni
  • Ricerca ed innovazione: molte sono le attività svolte in questo campo. Tra le altre, è consentita la pianificazione di nuove missioni – robotiche o umane – per l’esplorazione dello spazio e di nuovi pianeti oltre che per lo sviluppo di nuove tecnologie nel settore[9].

 

Questa vasta gamma di attività viene messa in atto attraverso programmi specifici che vengono classificati come “obbligatori” o “facoltativi[10]”, a seconda che vi partecipino tutti gli Stati membri oppure no. Nello specifico, nel primo gruppo rientrano quei programmi finanziati in maniera proporzionale dagli Stati membri. Essi sono dunque tenuti obbligatoriamente a parteciparvi. I programmi “obbligatori” sono relativi alle attività principali dell’agenzia che riguardano il budget generale e i programmi scientifici spaziali, tra cui rientrano l’esame dei progetti futuri e i programmi di formazione. Vengono invece definiti come “facoltativi” quei programmi per i quali ogni paese membro può decidere se e in che misura contribuire. In questo secondo gruppo rientrano tra gli altri le attività di telecomunicazioni, i programmi di osservazione della Terra, di lancio e volo spaziali.

 

L’osservazione della Terra e la navigazione intorno al globo

L’osservazione della Terra è una delle principali attività promosse dall’Agenzia Spaziale Europea. Essa consente di prevedere con anticipo le condizioni metereologiche nelle varie zone terrestri e di fornire dunque informazioni fondamentali ad alcuni settori economici, come l’industria agricola e dei trasporti.

Tuttavia, l’osservazione della Terra non si limita solo alla previsione del tempo atmosferico ma va molto oltre. Attraverso le immagini ottenute dai satelliti metereologici, è possibile infatti la comprensione di ampie dinamiche e fenomeni che affliggono il nostro pianeta, come il cambiamento climatico, le inondazioni o gli incendi boschivi. La loro osservazione e studio è fondamentale per poter elaborare azioni per prevenirle, alleviarle o risolverle ove possibile.

Copernicus è uno dei programmi di ESA che agisce in tale direzione. Pensato per un’attività di lungo periodo, opera con l’obiettivo di raccogliere informazioni utili all’elaborazione di una risposta rapida ad eventuali emergenze del nostro pianeta. È per questo motivo che ogni giorno, i sei satelliti di Copernicus immagazzinano 150.000 GB di dati che vanno a comporre un “database europeo” libero ed aperto a tutti. Tali informazioni sono relative alle varie attività che avvengono nel nostro pianeta – incluse quelle riguardanti oceani e atmosfera – oltre ai fenomeni che lo interessano, specialmente i cambiamenti climatici e il livello dei mari.

L’Agenzia Spaziale Europea opera anche per ciò che riguarda la navigazione intorno al globo. Satelliti inviati e controllati da ESA – oltre a stazioni di terra dislocate in tutto il mondo – garantiscono il funzionamento dei sistemi di orientamento come le mappe interattive. Oltre a questo, l’agenzia supporta l’industria europea nello sviluppo di nuovi sistemi di navigazione.

 

Garanzie per la sicurezza nello spazio

Molte sono le attività promosse dall’Agenzia Spaziale Europea per garantire la sicurezza nello spazio.

In primis, l’agenzia fornisce informazioni utili ai voli spaziali per evitare collusioni con eventuali pericoli come asteroidi e detriti spaziali. Proprio a questo fine, molte sono le iniziative promosse per lo sviluppo degli strumenti tecnologici. Tra questi, rientrano i recenti tentativi di costruzione di telescopi high-tech per la ricerca di asteroidi.

Inoltre, in collaborazione con l’industria spaziale europea, ESA garantisce anche lo sviluppo di nuove tecnologie utili come quelle rivolte al futuro monitoraggio del Sole. A questo riguardo, il 10 febbraio 2020[11] è stato lanciato il satellite Solar Orbiter, anche denominato SOLO.

 Lo studio del Sole garantirà non solo di conoscere meglio la Stella ma anche di comprendere e prevedere in tempo utile eventuali eruzioni ed altre attività pericolose per la navigazione e le reti elettriche terrestri. In tal modo si potrebbe evitare un danno economico per l’Europa stimato intorno ai 16 miliardi di euro.

Un altro sforzo importante è poi rappresentato dall’iniziativa Clean Space, o Spazio Pulito. Tale attività permette lo sviluppo di tecnologie sostenibili basate su un approccio verde alle attività spaziali. In particolar modo, cerca di ridurre la quantità di detriti spaziali in modo da garantire la sicurezza cosmica[12]. Clean Space comprende l’intero ciclo di vita spaziale: dallo stadio iniziale di progettazione fino alle ultime fasi di vita delle missioni e alla rimozione dei “detriti”. Per poter operare al meglio in tutte queste fasi, l’iniziativa opera in tre diverse branche:

  • EcoDesign: consente di usare un approccio di sostenibilità ambientale per la progettazione delle missioni spaziali
  • CleanSat: garantisce lo sviluppo di tecnologie per la creazione di futuri detriti
  • Manutenzione in orbita e rimozione dei detriti attivi

 

Il futuro dell’Agenzia Spaziale Europea

A novembre 2019 a Siviglia si è riunito il Consiglio ESA con l’obiettivo di determinazione delle priorità dell’agenzia per i prossimi tre anni.  L’incontro è stato chiamato Space19+ ed è il frutto di due anni di consultazioni tra gli Stati membri, le compagnie spaziali, i cittadini e la classe politica.

Il risultato finale è uno dei piani più ambizioni nella storia di ESA e del settore spaziale europeo in generale. Quattro sono i pilastri identificati da Space19+ per il futuro di ESA:

  • esplorazione e scoperta,
  • monitoraggio e salvaguardia,
  • connettività e benefici,
  • progettazione e operatività.

 

Per perseguire gli obiettivi fissati gli Stati membri hanno accordato un aumento significativo dei finanziamenti per i programmi obbligatori oltre che del portfolio per i programmi opzionali di ESA. In particolar modo, grande spazio verrà dato allo studio dei cambiamenti climatici e alla garanzia di sicurezza dello spazio, considerate tra le grandi sfide del futuro. Verrà riservata anche una particolare attenzione alla ricerca e allo sviluppo dei laboratori ESA. Inoltre, Space19+ ha deciso di aumentare la cooperazione con l’Unione Europea, prolungare la partecipazione alla Stazione Spaziale Internazionale fino al 2030 e di contribuzione agli sforzi di esplorazione lunare promossi dalla NASA.

L’aumento dell’impegno previsto dagli Stati membri durante Space19+ è emblematico dell’importanza che essi danno alle attività dell’Agenzia Spaziale Europea non solo per quel che riguarda strettamente i suoi progetti ma anche per il grande contributo che garantisce allo sviluppo dell’industria europea.

È per questo che possiamo ipotizzare che nel futuro il ruolo di ESA potrà solo accrescersi garantendo all’Agenzia un ruolo di grande attore nella scena spaziale mondiale.

Informazioni

[1] Nella Convenzione per la creazione dell’Agenzia Spaziale Europea, gli Stati Membri hanno voluto specificare che le attività dell’ESA vengono portate avanti seguendo scopi esclusivamente di tipo pacifico

[2] Da https://esamultimedia.esa.int/docs/corporate/This_is_ESA_IT_LR.pdf

[3] Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria

[4] Nello specificare questo, l’atto di fondazione di ESA sottolinea nuovamente la natura pacifica delle attività dell’ESA che non devono mai entrate in collisione con attività ed interessi di altre organizzazioni o enti nazionali o internazionali

[5] Attualmente il direttore generale è Jan Wörner

[6] Belgio, Germania, Danimarca, Francia, Italia, Olanda, Regno Unito, Svezia, Svizzera e Spagna

[7] La Politica Spaziale Europea è stata elaborata congiuntamente dal Direttore Generale di ESA con la Commissione Europea

[8] Traduzione dall’inglese del sito ufficiale ESA (http://www.esa.int/ESA_Multimedia/Videos/2019/08/This_is_ESA)

[9] Tra questo tipo di attività vi sono rientrate per esempio quelle del satellite Plank, che ha identificato le prime tracce del big bang e della luce nell’universo

[10] Detti anche “opzionali”

[11] SOLO dovrebbe raggiungere il Sole tra un paio di anni ma già a Luglio è stato possibile avere le prime immagini della stella

[12] Basti pensare infatti che dei 5400 satelliti attualmente in orbita, solo 1800 sono ancora funzionanti mentre gli altri sono spazzatura spaziale