Il diritto penale societario: un’introduzione alla materia dei reati societari e al concetto di interesse societario
Il diritto penale societario
Il diritto penale d’impresa costituisce quel peculiare settore dell’ordinamento giuridico volto alla tutela di molteplici beni giuridici coinvolti nell’ordinaria attività d’impresa. La rilevanza sociale ed economica della materia è stata avvertita dal legislatore. Questi ha ritenuto imprescindibile la previsione di una risposta normativa di carattere penale al fine di tutelare tali beni giuridici.
In questa cornice generale, il diritto penale societario occupa una posizione di rilievo all’interno della categoria del diritto penale d’impresa, poiché sanziona le condotte illecite commesse dai vertici delle società commerciali nell’esercizio delle loro funzioni.
A ben vedere, tuttavia, il corpus normativo che regola il diritto penale d’impresa e, in particolare, il diritto penale societario non obbedisce ad una logica unitaria e sistematica, ma è fortemente influenzato da criteri di differenziazione legislativa. Coinvolge, infatti, diverse fattispecie delittuose[1] e contravvenzionali contenute nel codice penale, nel codice civile e nella copiosa legislazione speciale[2].
Sebbene le norme speciali caratterizzanti il diritto penale societario siano portatrici di una notevole innovatività, tale caratteristica si manifesta spesso in modo disorganico e di difficile convivenza con gli istituti tradizionali del diritto penale. Per questo, le principali norme relative al diritto penale societario si trovano nel codice civile – al titolo XI del libro V – e sono state oggetto di attenzione sia da parte del legislatore, sia da parte della giurisprudenza, che a più riprese ha risolto importanti incertezze interpretative.
L’interesse societario
Il concetto di interesse sociale come interesse degli azionisti alla realizzazione dell’utile in una prospettiva long term assume rilevanza teorica e pratica nella prospettiva degli amministratori della società. Tale prospettiva è composta dalle diverse categorie di interessi in cui si segmenta l’azionariato e, in ogni caso riconducibile – pur nelle diverse declinazioni – all’interesse al profitto e cioè alla valorizzazione della partecipazione e alla percezione del dividendo.
L’interesse dei soci è integrato dagli interessi degli stakeholders. Si tratta dei dipendenti, dei finanziatori, dei consumatori, delle comunità di riferimento, i cui interessi operano talvolta come limite, altre come dovere di funzionalizzazione degli stessi allo scopo di lucro. In sostanza, tali interessi possono profilarsi per disposizione legge, per contratto, in via di autodisciplina oppure in base ad una valutazione di costs and benefits.
Più precisamente, l’interesse sociale è oggi l’interesse dei soci alla valorizzazione della partecipazione sotto il profilo reddituale e patrimoniale che gli amministratori devono perseguire componendo e omogeneizzando la pluralità di interessi delle diverse categorie di azionisti, nel quadro delle limitazioni, dei condizionamenti e delle finalizzazioni giuridicamente rilevanti. Gli amministratori devono cioè perseguire lo scopo di lucro nei confini loro imposti dai limiti legislativi, dai vincoli contrattuali e in ottemperanza di quanto dovuto in adesione a codici etici, nel rispetto degli interessi degli stakeholders. In altri termini, gli amministratori nel corso della rispettiva attività di gestione, intesa come quella attività di decisione delle operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale a norma dell’art. 2380 bis, comma 1, devono valutarne la congruenza con le strategie industriali, finanziarie e commerciali.
Il reato societario
Quanto alle figure di reato, quelle di maggior rilievo nel diritto penale societario riguardano:
- il falso in bilancio,
- la corruzione tra privati e
- l’illecita influenza sull’assemblea degli azionisti.
Si tratta cioè di illeciti che presidiano gli organi societari così come delineati dalla normativa civilistica.
Proprio per questa stretta connessione con la vita delle società di capitali, la materia del diritto penale societario si occupa di un ambito estremamente delicato, anche per le eventuali ricadute sulla stessa persona giuridica. Quest’ultima, infatti, può addirittura essere direttamente chiamata a rispondere a titolo di responsabilità amministrativa dipendente da reato a norma dell’art. 25 ter d.lgs. 231/2001.
A ben vedere, tuttavia, la categoria dei reati societari è composta da ipotesi criminose tra loro eterogenee, poste a presidio di differenti beni giuridici di vitale importanza per l’ordinato svilupparsi delle società commerciali e dell’economia in generale:
- la tutela della trasparenza e correttezza dell’informativa societaria, a cui si ricollega il reato di false comunicazioni sociali;
- l’effettività del capitale sociale, per la tutela del quale si vedano i reati di indebita restituzione dei conferimenti, di illegale ripartizione degli utili e delle riserve, di illecite operazioni su azioni o quote sociali e di formazione fittizia del capitale;
- l’integrità del patrimonio sociale, bene tutelato mediante la previsione del reato di infedeltà patrimoniale e di omessa comunicazione del conflitto di interesse;
- il regolare funzionamento degli organi societari del mercato, garantito con i reati di illecita influenza sull’assemblea e di aggiotaggio societario;
- la tutela del corretto espletamento delle funzioni di vigilanza, presidiato dal reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza.
Conclusione
Alla luce delle considerazioni sin qui svolte, appare evidente che occuparsi dei risvolti penalistici dell’attività imprenditoriale implica anzitutto un’attenta lettura del contesto imprenditoriale e normativo in cui l’attività societaria è posta in essere. Sovente, infatti, le contestazioni afferenti presunti reati societari si inseriscono nell’ambito di complesse operazioni societarie e presuppongono la corretta ricostruzione contabile ed economica del contesto entro cui vengono poste in essere.
Cruciale, dunque, è la piena comprensione anche degli aspetti civilistici ed afferenti il diritto commerciale, che influiscono nell’interpretazione della norma penale.
Informazioni
P. MONTALENTI, L’interesse sociale: una sintesi, in Rivista delle Società, fasc. 2, 1 giugno 2018, pag. 303.
U. TOMBARI, L’organo amministrativo di S.p.A. tra “interesse dei soci” e “altri interessi”, in Rivista delle Società, 2018, pp. 20 ss.
C. ANGELICI, Note minime sull’interesse sociale, in Banca borsa e titoli di credito, 2017.
C. ANGELICI, Note sulla responsabilità degli amministratori di società a responsabilità limitata, in Rivista delle Società, 2007.
C. PEDRAZZI, L. FOFFANI, S. SEMINARA, G. SPAGNOLO, A. ALESSANDRI, Manuale di diritto penale d’impresa, II Ed., Monduzzi, 2000.
N. PISANI, Crisi di impresa e diritto penale, Il Mulino, 2018.
E.CAVANNA, S. PALOSCHI, Diritto penale societario. Manuale pratico sui reati societari, Experta, 2006.
[1] Per fare un esempio, il reato di bancarotta. Un approfondimento sul reato e le tipologie di bancarotta v. http://www.dirittoconsenso.it/2021/04/12/reato-tipologie-di-bancarotta/ .
[2] Si vedano il d.lgs. n. 61 dell’11 aprile 2002, la legge 27 maggio 2015, n. 69 e il d.lgs. 15 marzo 2017, n. 38.

Elena Stinchelli
Ciao, sono Elena. Sono nata nel 1996 a Narni e mi sono trasferita a Milano all'età di 16 anni. Ho conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano, con una tesi in diritto processuale penale minorile. Il diritto penale e, in particolare, il penale minorile mi appassionano e affascinano da sempre. Nel corso degli studi universitari, ho avuto l'opportunità di svolgere un tirocinio curricolare presso il Tribunale per i minorenni di Milano, dove ho approfondito le tematiche riguardanti il diritto processuale penale minorile, soprattutto in fase dibattimentale. Attualmente sto svolgendo il tirocinio presso il Tribunale di Milano.
Ho fatto parte di DirittoConsenso da marzo ad ottobre 2021.