La possibile apertura di una procedura di infrazione potrebbe prendere forma dopo che la manovra di bilancio italiana in tema di debito pubblico è stata bocciata dall’UE
La procedura di infrazione nei confronti dell’Italia
Da alcuni mesi la manovra economica italiana per il 2019 è al centro di tutto il dibattito politico. Bocciata la manovra, si apre lo spiraglio della procedura di infrazione. Da un punto di vista cronologico è bene chiarire subito una cosa: la procedura di infrazione potrebbe essere aperta solo nella primavera del 2019. Quello che è avvenuto negli ultimi giorni non riguarda affatto l’inizio dell’iter della procedura di cui si parla anzi: la notizia, che ha avuto giustamente un gran eco[1], riguarda invece il voto della Commissione. Quest’ultima durante l’incontro settimanale ha rigettato il documento programmatico di bilancio dell’Italia per la seria inadempienza al Patto di Stabilità e Crescita (PSC)[2]. Il seguente è il dato che viene riportato dalla Commissione:
“At 131.2% of GDP in 2017, the equivalent of €37,000 per inhabitant, Italy’s public debt exceeds the 60% of GDP reference value of the Treaty. Overall, the analysis suggests that the debt criterion as defined in the Treaty and in Regulation (EC) No 1467/1997 should be considered as not complied with, and that a debt-based Excessive Deficit Procedure is thus warranted.”
Si aprirebbe così, per essere più specifici, una procedura di infrazione per deficit eccessivo basata sul debito, dove per deficit eccessivo deve intendersi una situazione in cui la spesa pubblica è superiore al gettito fiscale. In questa situazione, che permane da anni perché è impossibile risanare i conti dello Stato in pochi mesi e perché la crisi del 2007 ha colpito profondamente i mercati finanziari, l’Europa presenta dei criteri per valutare se l’economia di ogni Stato membro possa muoversi con efficacia verso il risanamento dei conti pubblici[3]. Per avere un quadro più completo invito a prendere visione di due elementi: il primo è il comunicato stampa del Commissario europeo per la stabilità finanziarie, i servizi finanziari e il mercato unico dei capitali, Valdis Dombrovskis[4], il secondo è la lettura dell’art. 126 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
La bocciatura della manovra è in linea tra l’altro con l’adozione di misure di tipo economico e sociale note come “Autumn Package” (lett. “Pacco d’Autunno”) per il primo semestre del 2019 in linea con le previsioni fatte nell’autunno 2018. Voglio però ricordare come nella riunione ECOFIN (cioè nella riunione del Consiglio “Economia e Finanza”) del 13 luglio 2018 erano state individuate, tra altre misure sull’IVA, le raccomandazioni che ogni Paese dell’area Euro avrebbe dovuto tenere e che l’Italia non ha fatto[5].
Cos’è la procedura di infrazione per deficit eccessivo?
La procedura di infrazione per deficit eccessivo (PDE), o procedura per i disavanzi eccessivi, è regolata dall’articolo 126 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). I paesi dell’Ue devono dimostrare una solida finanza pubblica e soddisfare due criteri:
- il loro disavanzo di bilancio non deve superare il 3 per cento del Prodotto Interno Lordo (PIL)
- il debito pubblico (debito del governo e degli enti pubblici) non deve superare il 60 per cento del PIL
Se i criteri non sono soddisfatti, il Consiglio avvia una procedura di infrazione in base alle raccomandazioni della Commissione. È proprio in questo articolo che si comprende il ruolo della Commissione e perché è importante presentare un’economia solida per non incorrere nella relazione di cui si parla al comma 3. Tale relazione infatti:
“… tiene conto anche dell’eventuale differenza tra il disavanzo pubblico e la spesa pubblica per gli investimenti e tiene conto di tutti gli altri fattori significativi, compresa la posizione economica e di bilancio a medio termine dello Stato membro.
La Commissione può inoltre preparare una relazione se ritiene che in un determinato Stato membro, malgrado i criteri siano rispettati, sussista il rischio di un disavanzo eccessivo.”
La procedura rientra nel Patto di Stabilità e Crescita (PSC), un insieme di regole che governano il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’UE, il cui obiettivo è salvaguardare una finanza pubblica, che dovrebbe essere come già detto, solida. Il patto, per usare un linguaggio atecnico, ha due “braccia”. Il braccio preventivo (preventive arm) assicura che la politica fiscale dei paesi dell’UE sia condotta in modo sostenibile. Il braccio correttivo (corrective arm) stabilisce quali azioni devono intraprendere i paesi (in questo caso, l’Italia) nel caso in cui il loro debito pubblico o disavanzo di bilancio venga considerato eccessivo.
Quali saranno le prossime fasi della procedura ex art. 126 TFUE?
Le fasi di cui parlerò non saranno adottate nel giro di poche settimane. Il solo inizio della PDE potrà essere nella primavera del 2019 e l’intera procedura potrebbe avere esito finale verso la fine dell’anno prossimo. Di seguito riporto i passaggi della procedura ex. Art. 126 TFUE. Invito inoltre a prestare attenzione sul numero di istituzioni coinvolte in questa procedura e a non confonderle.
La Commissione prepara la relazione per la violazione della regola del debito. Il Comitato Economico e Finanziario del Consiglio (da non confondere con l’ECOFIN) formula un parere in merito alla relazione dell’art. 126(3) e lo manda alla Commissione. La Commissione, se lo ritiene opportuno in base alla situazione, inoltra il parere all’Italia e informa il Consiglio e propone l’avvio della PDE anche se spetta al Consiglio decidere se avviare la PDE dopo una valutazione globale. È qui che inizia la PDE. La Commissione formula le raccomandazioni sulle politiche che l’Italia deve seguire per uscire dalla PDE e il Consiglio chiede all’Italia di rispettarle. Il Consiglio vota il termine entro cui devono essere rispettate le raccomandazioni (solitamente entro 6 mesi, o 3 in caso di grave inadempienza, il nostro caso).
Deposito infruttifero: La Commissione può proporre al Consiglio di far depositare all’Italia un deposito infruttifero al massimo pari allo 0,2% di Pil. La proposta è accettata automaticamente, salvo che il Consiglio voti per rigettare la proposta della Commissione perché il Consiglio può decidere di emendare la proposta della Commissione (aumentando o riducendo l’importo entro il massimo dello 0,2 per cento).
Se la Commissione verifica la “mancanza di azioni effettive” da parte dell’Italia propone delle raccomandazioni al Consiglio. Il Consiglio vota sulla “mancata azione effettiva” proposta dalla Commissione e questo è ragione per sanzionare l’Italia con una multa. La Commissione può proporre al Consiglio di multare l’Italia per un importo massimo pari allo 0,2% di Pil. La proposta è accettata automaticamente, salvo che il Consiglio voti per rigettare la proposta della Commissione perché anche qui, come nel caso del deposito infruttifero, Il Consiglio può decidere di emendare la proposta della Commissione.
La Commissione produce una raccomandazione per intimare (give notice) all’Italia di intraprendere azioni effettive. Il Consiglio vota di intimare l’Italia ad attuare le raccomandazioni entro un termine specifico (4 mesi, o 2 in casi di grave inadempienza). Fintantoché l’inadempienza continua, la multa può essere incrementata di una componente variabile fino allo 0,5% di Pil; possono essere richieste informazioni supplementari prima dell’emissione di nuovi titoli; la Banca Europea degli Investimenti può essere invitata a riconsiderare i suoi prestiti; il Fondo Europeo per Investimenti Strategici può sospendere gli impegni e i pagamenti; si può richiedere un deposito infruttifero e infliggere multe.
L’Italia quindi può andare incontro a gravi sanzioni. Questa situazione non è del tutto nuova all’Italia perché nel passato aveva già avuto modo di incontrare la disposizione dell’art. 126(3)[6]. La Francia ad esempio uscirà a breve da una procedura di infrazione per deficit eccessivo anche perché è riuscita a ridurre il deficit pubblico sotto la soglia del 3,0%[7] Ad oggi la Spagna è l’unico Stato ad essere sottoposto ad una procedura di infrazione del debito eccessivo (ongoing excessive deficit procedure) e pare che presto anche l’Italia sarà oggetto di valutazione non solo dal punto di vista economico in questo fatidico braccio di ferro tra Governo e istituzioni europee ma anche politico.
Informazioni
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=celex%3A12012E%2FTXT
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:12008E126&from=EN
Diritto dell’Unione Europea, Parte Istituzionale, G. Strozzi, R. Mastroianni, Giappichelli Editore, 2016
Sulla legge di bilancio in Italia: http://www.dirittoconsenso.it/2019/01/29/lapprovazione-della-legge-di-bilancio-2019/
[1] Per la prima volta la Commissione è obbligata a richiedere a un paese dell’area Euro di rivedere il suo documento programmatico di bilancio. Questo però, ricordiamolo, avviene nonostante già alla bozza del documento di bilancio vi fossero state critiche da parte delle opposizioni al Governo e da parte della stessa Commissione
[2] “Commission confirms Italy’s serious non-compliance with the Stability and Growth Pact”. Link: https://ec.europa.eu/commission/news/european-semester-autumn-package-and-brexit-2018-nov-21_en
[3] Un evento spartiacque per comprendere l’economia e le differenze di potenziale economico tra gli Stati membri è stato il fallimento dell’economia greca e il bisogno di ricevere gli aiuti internazionali
[4] http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Manovra-Dombrovskis-procedura-per-deficit-eccessivo-a1d88a7b-9173-4781-9cfc-c2cb37711212.html
[5] Qui l’analisi dell’economia italiana da parte del Consiglio: http://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-9440-2018-INIT/it/pdf
[6] https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/economic-and-fiscal-policy-coordination/eu-economic-governance-monitoring-prevention-correction/stability-and-growth-pact/corrective-arm-excessive-deficit-procedure/closed-excessive-deficit-procedures/italy_en
[7] https://it.reuters.com/article/topNews/idITKCN1IO1HM-OITTP

Lorenzo Venezia
Ciao, sono Lorenzo. Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca con una tesi sul recupero dei beni culturali nel diritto internazionale e sul ruolo dell'INTERPOL e con il master "Cultural property protection in crisis response" all'Università degli Studi di Torino, sono interessato ai temi della tutela dei beni culturali nel diritto internazionale, del traffico illecito di beni culturali e dei fenomeni di criminalità organizzata e transnazionale.