Il WCO Container Control Programme è il programma specifico per il controllo delle merci via container previsto dall’UNODC. Quanto influisce il Container Control Programme per la lotta ai traffici illeciti?

 

Il commercio marittimo e la criminalità globale

Con l’economia globale sempre più interconnessa, le opportunità di commercio si sono diffuse in tutto il mondo in forme mai viste prima. L’economia moderna però è ancora molto legata al trasporto merci via mare, una forma antica e presente in tutte le civiltà ma che ha raggiunto un progresso tecnologico e logistico mai visto prima. Dal secondo dopoguerra si è assistito al fenomeno della containerizzazione: il container rappresenta il mezzo per eccellenza dello stivaggio delle merci. La containerizzazione ha tagliato costi e tempi di trasporto delle merci, con effetti inaspettati sull’economia e la società mondiali: non è un caso infatti che si conoscano oggi le portacontainer, enormi navi il cui carico è costituito interamente da container. Ma cosa c’entra tutto questo con il Container Control Programme dell’UNODC?

La facilità di trasporto quindi, ritorniamoci un attimo, è alla portata di tutti. Questo offre opportunità non solo per i governi e le imprese legittime, ma anche per terroristi e gruppi criminali organizzati transnazionali per trasportare qualsiasi cosa dai beni legali usati per il riciclaggio di denaro sporco, alle droghe proibite e persino ai materiali per le armi di distruzione di massa. Questi attori traggono vantaggio dall’enorme volume del commercio globale perché ciò rende estremamente difficile il monitoraggio efficace; meno del due per cento dei container di spedizione[1] viene mai sottoposto a screening. Inoltre, l’ascesa del Darknet ha permesso a qualsiasi individuo di accedere a cripto-mercati che sfruttano servizi di spedizione postali e commerciali standard.

Inoltre, la sfida è resa ancora più grande dalla proliferazione di sofisticate misure di occultamento, dalla corruzione, dalle risorse limitate di molti Stati, fino agli elementi necessari per il sequestro e la confisca. Non mancano inoltre problemi riguardanti i sistemi portuali diversi e la mancanza di fiducia e coordinamento tra le agenzie statali e gli attori del settore privato.

Pertanto, questa situazione pone gravi pericoli alla sicurezza internazionale e alla catena di approvvigionamento del commercio internazionale, che è vitale per lo sviluppo sostenibile. Infine, è possibile citare dei casi in cui i programmi trovano un’applicazione erronea e poco efficace: il Container Security Initiative (CSI)[2] statunitense, un programma creato dal Department of Homeland Security (DHS), mira e scansiona container per armi di distruzione di massa e contrabbando. Ma la CSI non è stata abitualmente utilizzata per il rilevamento di sostanze illecite come le droghe, nonostante la sua applicabilità a questo scopo. E questo appare paradossale se si considera che gli Stati Uniti rappresentano il portabandiera della politica antidroga di tipo repressivo.

 

La complessità del Container Control Programme dell’UNODC

Il traffico di container non è legato ai soli costi e ricavi per le aziende trasportatrici. Tantissimi altri attori ruotano intorno al mercato dei container e gli studi di settori sono altrettanto importanti. Diventa importante conoscere le infrastrutture, investire nell’ammodernamento dei mezzi di trasporto, conoscere tasse doganali e portuali, studiare le connessioni geografiche e i punti di transito maggiormente percorsi. Per tali motivi, il trasporto delle merci via container avviene in tutto il mondo grazie a complessi collegamenti di infrastrutture e privati.

Tra i porti più grandi per traffico di container si contano i grandi scali portuali industriali dell’Asia e degli Stati Uniti. In questa infografica[3]quindi si leggono dati interessanti su cui far partire lo studio del Container Control Programme, un programma dell’UNODC, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine. L’UNODC opera in tutte le regioni del mondo attraverso una vasta rete di uffici sul campo e ha il compito di assistere gli Stati membri nella loro lotta contro le droghe illecite, la criminalità e il terrorismo.

Il WCO Container Control Programme (CCP), sviluppato in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO), è il programma di controllo container UNODC-WCO. Di fronte a un problema così complesso e globalizzato, il Programme abbraccia un approccio comprensivo e multisettoriale, fornendo monitoraggio e supervisione a lungo termine. Le condizioni necessarie per l’istituzione del Programme sono:

  • un accordo formale tra l’UNODC e uno Stato
  • la valutazione tecnica dei porti, e
  • gli accordi di cooperazione tra le agenzie menzionate

 

Inoltre il Programme offre programmi di formazione specifici che combattono la criminalità in mare e il traffico di beni culturali. Questi infatti rappresentano dei settori nuovi della criminalità transnazionale e che sono fortemente dipendenti dallo spostamento dei container. Il Container Control Programme, per di più, mira al rafforzamento della cooperazione tra le agenzie statali e il settore privato (questo infatti è il problema maggiore, la fiducia tra entità pubbliche e attori privati). La missione del Programme è quella di sviluppare capacità negli Stati membri che cercano di migliorare la gestione del rischio, la sicurezza della catena di approvvigionamento e la facilitazione degli scambi nei porti marittimi, negli aeroporti e nei passaggi di frontiera terrestri al fine di prevenire il movimento transfrontaliero di merci illecite (tra cui, per il numero di casi[4], prevale il traffico di droga su scala transnazionale[5]).

Attualmente, il Container Control Programme è operativo in oltre 50 Stati membri. Più di 85 Port Control Units (PCU) e Air Cargo Control Units (ACCU) sono state istituite dall’inizio del Programme nel 2004[6]. Queste unità interagenzie sono attrezzate per scambiare informazioni con le loro controparti in altri paesi utilizzando un’applicazione di comunicazione sicura, sviluppata dal WCO, chiamato ContainerComm. Ciò consente a PCU e ACCU di accedere a una vasta gamma di informazioni, consentendo agli utenti di tracciare e identificare containers ad alto rischio, verificare i numeri di identificazione e inviare avvisi ad altre PCU e ACCU.

Questi sforzi hanno portato a sequestri di una vasta gamma di beni proibiti, come armi e munizioni, proventi di pesca, di foreste, di fauna selvatica e altri reati ambientali, droghe proibite, beni strategici, medicinali falsificati o senza licenza, precursori di droghe ed esplosivi, sigarette, alcol, veicoli rubati e merci contraffatti o che violano in altro modo la legge sulla proprietà intellettuale. Nelle dichiarazioni[7] di John Brandolino si legge:

This milestone of the UNODC-WCO Container Control Programme demonstrates how the program plays its part in helping secure the containerized trade supply chain, which is critical to many economies.

 

Il Container Control Programme rimane nella posizione ideale per sostenere il rafforzamento della sicurezza della catena di approvvigionamento internazionale costruendo le capacità delle amministrazioni delle frontiere nazionali per affrontare le minacce legate al trasporto marittimo, terrestre e aereo. Un programma che in base all’Annual Report 2018 del Programme non smette di crescere e di fornire un importante strumento tecnico e pratico di controllo e sicurezza nella rete dei trasporti moderni.

Informazioni

http://www.wcoomd.org/en/topics/enforcement-and-compliance/activities-and-programmes/drugs-programme/unodc_wco_container_control_programme.aspx

Rosen, B. S. (2009) Cooperation with Drug Transit Countries of Illegal Drugs. New York: Nova Science Publishers, Inc (Drug Transit and Distribution, Interception and Control)

Levison, Marc (2016). The Box: How the Shipping Container Made the World Smaller and the World Economy Bigger (2nd ed.), Princeton University Press

Container Control Programme Annual Report 2018

Il Container Control Programme è legato alla lotta al traffico internazionale di stupefacenti. Si veda: http://www.dirittoconsenso.it/2018/10/08/traffico-di-droga-nel-diritto-internazionale/

[1]About 90% of all trade is conducted via maritime containers of which more than 500 million are shipped yearly in the trade supply chain, and of this amount, less than 2% are inspected” secondo l’UNODC

[2] Qui maggiori informazioni sul Container Security Initiative

[3] Qui l’articolo di facile consultazione

[4] Di seguito alcuni casi: https://www.elespectador.com/noticias/nacional/colombia-y-onu-firman-convenio-para-mayor-control-de-contenedores-portuarios-articulo-869987 , https://www.elheraldo.co/magdalena/caen-122-kilos-de-cocaina-del-clan-del-golfo-en-puerto-samario-647327 e http://receita.economia.gov.br/sobre/acoes-e-programas/acoes-da-receita-federal/noticias/2019/julho/8a-regiao-fiscal/receita-federal-localiza-mais-de-meia-tonelada-de-cocaina-em-carga-de-exportacao-no-porto-de-santos

[5] Questa area del traffico di droga, specifica e meno conosciuta, è nota come maritime drug trafficking via containers

[6] Tra gli ultimi aggiornamenti ricordo quello per l’Albania: http://www.un.org.al/news/air-cargo-control-unit-under-establishment-albania

[7] La dichiarazione segue ad un’importante operazione dove sono stati eseguiti dei sequestri di droghe illecite in tutto il mondo. Qui l’articolo