Il Legal Design può essere il punto di svolta per rendere meno pesante il ruolo del diritto che circonda le persone comuni, che hanno bisogno di tutto tranne che di pagine incomprensibili da leggere. Ecco come, lentamente, i professionisti del diritto stanno modificando il loro modo di lavorare
Perché serve un approccio diverso?
L’utilizzo del Legal Design ha un obiettivo: riuscire a soddisfare le esigenze di un consumatore finale in maniera completa, efficace e soprattutto comprensibile. Quante volte ci siamo ritrovati davanti polizze assicurative, contratti, informative privacy composte da diverse pagine e preparate con un approccio estremamente legale? Fatto questo pensiero, quante volte abbiamo direttamente firmato l’ultima pagina? Pensateci.
Le persone che hanno creato il Legal Design, probabilmente, si sono poste queste domande (e tante altre) perché l’impostazione che tutt’ora abbiamo si attua secondo il metodo “giudice-centrico”, ossia quel meccanismo in cui un ente o un professionista cerca di rendersi insormontabile nel momento in cui il consumatore finale, che ha firmato direttamente l’ultima pagina, solleva dubbi davanti ad un giudice.
La nuova impostazione sarebbe quella della “human-centric”, cioè indirizzata alla persona con cui ci interfacciamo, strategicamente basata sui pilastri della:
- comunicazione,
- trasparenza,
- coinvolgimento.
E quattro con quattro obiettivi: comprendere, semplificare, collegare e immaginare il territorio legale.
Le qualità del Legal Design
Il ruolo di Margaret Hagan
Il mondo del Legal Design è composto da persone di alto spessore che hanno coniato un codice di condotta per alimentare la diffusione migliorata di informazioni, prima tra tutte è Margaret Hagan, ispiratrice del Legal design Lab della Stanford Law school[1].
Secondo il suo punto di vista, il visual design può migliorare la comunicazione legale con i propri clienti o stakeholder. Questa comunicazione, oltre ad avere un valore legale ed onesto, dovrà essere anche “user friendly”. Per iniziare propone di seguire tre step[2]:
- Individuare un messaggio chiaro che può essere utile e interessare il proprio referente;
- Provare ad utilizzare qualche immagine, insieme e testi semplici, per far arrivare il tuo messaggio al proprio interlocutore;
- Proporre una domanda o invitare ad una azione il proprio interlocutore.
Il Proactive Law
Un altro esempio di Legal Design è quello fornito dal team finlandese[3] guidato dall’avvocato Helena Haapio, a cui si deve il concetto di “Proactive law“[4], qui viene alimentata la formazione delle persone, in ambito aziendale, perché operino con il supporto di metodologie e strumenti utili a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri, al fine di pianificare le azioni opportune.
Il ruolo del marketing
Oggi il cliente si aspetta di rimanere soddisfatto, ma anche sorpreso. Il servizio giuridico non deve essere solo di qualità, ma può permettersi di portare il concetto di innovazione e far scaturire il cd. effetto meraviglia, ossia l’arte di creare stupore in maniera positiva, permettendo di costruire attorno al brand una forte reputazione.
La figura del Legal Designer
Se esiste il Legal Design, ci sarà certamente un legal designer[5], cioè, colui che progetta sulla base delle risposte alle esigenze, organizzando e mostrando le informazioni in maniera tale da rendere il documento legale il più chiaro e comprensibile possibile.
Il legal designer dovrà progettare le procedure e i documenti in modo tale da fare incontrare gli obiettivi dell’azienda e i bisogni del cliente. Non si limiterà soltanto a scrivere in modo chiare le regole, ma cercherà di strutturare i processi e i documenti, seguendo generalmente questi passaggi, strutturati dalla Stanford Law School:
- Un periodo di osservazione e di ideazione: in queste fasi si definiscono il problema da risolvere e si generano le possibili soluzioni.
- Un periodo di sperimentazione e verifica: in queste fasi si testano le possibili metodologie per risolvere le soluzioni e si raccolgono i commenti da parte delle parti interessate.
Le fasi sono ripetute finché non si trova la soluzione ottimale al problema.
Le leggi (e le sentenze) che incentivano il Legal Design
Anche se può non sembrare così, con il tempo anche il legislatore e qualche giudice ha sentito il dovere di inserire nelle leggi un dovere di chiarezza, snellezza e semplicità documentale:
- Il Decreto 8 marzo 2018 n. 37[6] che, modificando il D.M. 55/2014 sulla determinazione dei parametri di liquidazione dei compensi per la professione forense, introduce, all’art. 1,comma 1-bis, un aumento del 30% dei compensi quando “gli atti depositati con modalità telematiche sono redatti con tecniche informatiche idonee ad agevolarne la consultazione, la fruizione e, in particolare, quando esse consentono la ricerca testuale all’interno dell’atto e dei documenti allegati, nonché la navigazione all’interno dell’atto”;
- Il Codice del Consumo[7], che all’art. 35 raccomanda che le clausole nei contratti proposte al consumatore siano redatte “in modo chiaro e comprensibile” e agli artt. 48 e 51 impone chiarezza, semplicità e comprensibilità nelle informazioni che vengono fornite al consumatore;
- Il Codice del Processo Amministrativo[8] che, all’art. 3, pone alle parti e al giudice un dovere di sinteticità e chiarezza nella redazione degli atti, e all’art. 13-ter fissa dei “limiti dimensionali” per i ricorsi e gli atti difensivi;
- La sentenza n. 21297/2016[9] della Corte di Cassazione, per la quale “la smodata sovrabbondanza espositiva degli atti […] non soltanto grava l’amministrazione della giustizia e le controparti di oneri inutili”.
- Il Considerando 54 del GDPR[10] afferma che “(…) qualsiasi informazione e comunicazione dovrebbe utilizzare un linguaggio semplice e chiaro che un minore possa capire facilmente”;
- Sempre in tema GDPR, le Linee guida elaborate dal Gruppo Art. 29 in materia di trasparenza stabiliscono l’obbligo di adattare la comunicazione legale al destinatario: “comprensibile a un esponente medio del pubblico cui sono dirette”
- Nel mondo delle assicurazioni accade lo stesso, si veda l’articolo 23 della Direttiva (UE) 2016/97[11] “Tutte le informazioni da fornire a norma degli articoli 18, 19, 20 e 29 sono comunicate ai clienti: […] in un modo chiaro e preciso che sia comprensibile per il cliente”.
Conclusioni
L’Italia è un po’ indietro rispetto le altre nazioni europee, ma è di certo molto incentivata anche grazie agli emergenti studi legali del settore tech, che sono ovviamente influenzati da input che seguono i trend comunicativi. Sarebbe, perciò, opportuno che il tema venga ampiamente diffuso nel nostro paese[12] poiché potrebbe contribuire a una gestione efficace, snella e trasparente dei processi aziendali, del lavoro dei professionisti e della giustizia, dove è inevitabile che le regole e le procedure vengano riprogettate tenendo presente i nuovi strumenti che i tempi ci mettono a disposizione.
Informazioni
[1] https://law.stanford.edu/organizations/pages/legal-design-lab/
[2] È stato anche scritto un decalogo sul legal design.
[4] Il Proactive Law cerca un nuovo approccio alle questioni legali nelle imprese e nelle società. Invece di percepire il diritto come un vincolo che le imprese e le persone in generale devono rispettare, il diritto proattivo considera il diritto come uno strumento in grado di creare successo e di promuovere relazioni sostenibili, che alla fine ha il potenziale di aumentare il valore per le imprese, gli individui e le società in generale.
[5] Qui due esempi: http://www.haptica.co/web/servicios/?s=17 e SIMPATICO
[6] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/04/26/18G00062/sg
[7] https://www.mise.gov.it/index.php/it/mercato-e-consumatori/tutela-del-consumatore/codice-del-consumo
[8] https://www.giustizia-amministrativa.it/il-codice-del-processo-amministrativo1
[9]http://www.italgiure.giustizia.it/xway/application/nif/clean/hc.dll?verbo=attach&db=snciv&id=./20161021/snciv@s20@a2016@n21297@tS.clean.pdf
[10] https://www.garanteprivacy.it/il-testo-del-regolamento
[11] https://www.ivass.it/normativa/internazionale/internazionale-ue/direttive/2016-97-ue/index.html
[12] Già nella magistratura si chiede un po’ di apertura mentale per la gestione dei processi: https://www.associazionemagistrati.it/doc/2473/lopportunit-del-legal-design.htm
Un esempio di approccio al diritto con il legal design è la pagina instagram di dirittoconsenso.it

Roberto Giuliani
Ciao, sono Roberto. Da sempre appassionato al diritto ambientale, dopo essermi laureato in Giurisprudenza nel 2016 ho deciso di perfezionare i miei studi con un master in sistemi di gestione aziendale. Oggi lavoro nel settore Energy & Utilities come esperto di Normativa HSE.