In che modo l’IA sta cambiando il mondo della Corporate Governance? Quali sono gli strumenti e le best pratices da seguire?

 

Inquadrare la Corporate Governance

La Corporate Governance, intesa come cornice istituzionale che regolamenta il processo di formulazione ed implementazione delle decisioni dell’impresa, è in continuo divenire ed oggetto di una continua evoluzione a livello europeo ed internazionale. Uno degli interrogativi più frequenti in quest’ultimo periodo riguarda l’impatto che le nuove tecnologie, e per esse l’Artificial Intelligence[1], hanno sugli assetti societari ed in particolare sulla Corporate Governance.

Tale dibattito, come alcuni studiosi evidenziano, è destinato a rinnovarsi continuamente poiché da un lato, è oggetto di un’evoluzione normativa che condiziona l’attività degli attori della corporate governance, e, dall’altro lato, gli attori stessi modificano il loro comportamento, nell’ottica di una creazione di valore sostenibile.

Molti dei più importanti operatori economici presenti sul mercato, infatti, proprio a partire da questo punto di osservazione, fatto di consapevolezza sull’innovazione e sul cambiamento, per restare competitivi, stanno rivedendo il business model e l’organizzazione interna in una chiave nuova, stanno ridefinendo la propria vision e con essa i propri obiettivi strategici, di rafforzare la cultura e l’engagement su tali tematiche, di ricercare un equilibrio tra recruiting e re-training.

 

Tecnologie “intelligenti” a disposizione delle società

L’Intelligenza Artificiale viene utilizzata all’interno delle compagini societarie per ricevere e analizzare informazioni dall’ambiente circostante e intraprendere azioni che influiscono su quell’ambiente nonché per svolgere compiti complessi come percezione visiva, riconoscimento vocale, processo decisionale o traduzioni tra lingue.

Tra le tecnologie più utilizzate rilevano:

  • le Behavioural Biometrics,
  • il Robot Process Automation,
  • l’Intelligence Process Automation e
  • gli Intelligence Business Process Management Suites.

 

Le Behavioural Biometrics analizzano i parametri comportamentali, riconoscendo ad esempio gli utenti autorizzati all’utilizzo o all’accesso ad un sistema tramite calcoli matematici e statistici.

I sistemi di identificazione biometrica, nel corso di una prima fase di “apprendimento”, raccolgono infatti i dati relativi al comportamento, sia fisico che cognitivo, degli utenti e li memorizzano sotto forma di parametri; poi, le informazioni così recuperate dal sistema vengono riunite per settare il range entro cui le azioni svolte sono considerate “nella norma”. Nel caso di anomalie e di comportamenti “inaspettati”, come nel frequentissimo caso della presenza di un malware, il sistema rileva che l’atteggiamento anomalo è indice di un uso fraudolento del dispositivo.

Il Robot Process Automation è una tecnologia di automatizzazione dei processi aziendale e può essere definito come un software che replica le azioni svolte da un operatore umano. Può essere implementata velocemente ed efficientemente senza alterare l’infrastruttura e i sistemi già esistenti ed è focalizzato nello svolgere attività manuali ripetitive e time consuming. Inoltre, può ridurre gli errori di processo, e conseguentemente, i costi che ne derivano per la risoluzione.

L’Intelligence Process Automation è rappresentata da soluzioni avanzate derivanti dalla combinazione di più soluzioni tecnologiche (es. RPA, Smart Information Capturing, AI), che permettono di automatizzare attività svolte dagli esseri umani.

Infine, gli Intelligence Business Process Management Suites sono software che hanno la capacità di velocizzare e semplificare la gestione ed il miglioramento dei processi aziendali monitorandone l’esecuzione.

Tali operazioni sono talora svolte da software differenti che comunicano tra loro, da programmi che misurano i dati e altri che contengono la descrizione dei processi “aggiornabile” con i dati dell’operatività. Tali software consentono di modellare i processi definendo i relativi attori, attività e applicazioni coinvolte. Inoltre, tali sistemi possono integrare un approccio di Social Business per garantire la valorizzazione delle qualità delle persone in maniera più libera e liberando la creatività molto spesso limitata da una organizzazione funzionale.

 

Prassi economico-societaria e IA

In tale periodo si sta assistendo al passaggio dalla platform governance alla community-driven governance. In particolare, i maggiori ed i più efficienti operatori economici presenti sul mercato stanno utilizzando tali tecnologie non soltanto per facilitare gli scambi economici, ma anche e soprattutto per consentire ad un numero sempre più elevato di stakeholders di partecipare ed avere un ruolo fondamentale negli asset societari.

Tale pratica avviene attraverso lo strumento del feedback che identifica un vero e proprio processo dove il risultato dell’azione di un sistema ha ripercussioni sul sistema stesso, in questo caso il generale andamento del mercato, influenzando così il comportamento futuro dell’operatore, nello specifico.

Mutano le esigenze del Top management e gli strumenti a disposizione per poter rispondere in modo tempestivo alle sfide strategiche già presenti oggi e a quelle che si intravedono nel domani, ma al contempo cambiano rapidamente anche i rapporti tra le funzioni all’interno dell’organizzazione, le risposte dei clienti all’offerta di prodotti e servizi e il coinvolgimento degli azionisti.

Secondo molti, l’Artificial Intelligence è destinata ad essere il motore centrale di una quarta rivoluzione industriale che cambierà in maniera incontrovertibile le nostre modalità di vita quotidiana. Le società maggiormente interconnesse baseranno i loro processi decisionali sull’analisi e lo sfruttamento dei c.d. Big Data; le firm, impregnate in mercati sempre più competitivi saranno in grado di accedere ai capitali e alle altre risorse a prezzi molto più convenienti e sarà possibile acquistare beni ed ottenere servizi da qualsiasi parte del mondo interagendo con servizi automatizzati non umani.

Una ricerca svolta nel 2015 dal World Economic Forum[2] ha affermato che entro il 2025, la corporate governance subirà un processo di robotizzazione di tale portata che gli amministratori artificiali divideranno i “posti a sedere” e soprattutto il potere decisionale con quelli umani.

Invero, già nel 2014 la Deep Knowledge Ventures[3], una venture capital fund con sede ad Hong Kong, ha annunciato la nomina di Vital, un algoritmo basato su intelligenza artificiale, quale membro del consiglio di amministrazione col compito vagliare le possibili perdite derivanti da eccessivi investimenti in progetti sopravvalutati.

La ratio alla base di tale scelta risiede nella capacità, di tale algoritmo, di automatizzare i processi di due diligence attraverso l’elaborazione di un enorme quantitativo di dati, tali da mettere in rilievo andamenti economici delle società analizzati non immediatamente percettibili dall’occhio umano.

Tuttavia, la DKV ha spiegato, in un cautionary statement alla nomina, che Vital opererà esclusivamente come un semplice “osservatore”, i cui consigli potranno supportare, in qualche modo, le decisioni prese dagli umani.

Nel 2016, la norvegese Tieto[4], un’azienda nordica leader nel settore IT, ha incluso nel suo consiglio di amministrazione un’intelligenza artificiale di nome Alicia T, facente parte di una business unit di nuova costituzione basata sui dati. Il suo compito fu quello di supportare il processo decisionale basato sui dati e innovare le nuove idee basate sui dati con l’aiuto della machine intelligence e dell’analisi avanzata dei dati.

Tecnicamente il membro è dotato di un sistema di interfaccia conversazionale in modo che sia possibile avere una discussione con esso e porre domande su qualsiasi cosa. Nella forma attuale, Alicia T è in una versione basica ma che continuerà ad evolversi sia nella forma che nella quantità di immagazzinamento dati.

Nonostante lo scenario tecnologico sia in rapida evoluzione, i tempi possono essere ancora immaturi per la comparsa di Roboboards – un termine che evoca il Robotaxi recentemente annunciato da Elon Musk – e che intuitivamente suggerisce consigli di amministrazione fatti (almeno in modo predominante) da membri non umani.

Un modo più equilibrato di pensare all’IA in sala riunioni è, invece, concettualizzarla non come sostituto, ma come supporto per gli amministratori umani, in modo che il consiglio di amministrazione possa diventare un luogo per la proficua interazione di “macchine intelligenti insieme a persone intelligenti”.

Di conseguenza, la ricerca sull’intelligenza artificiale tende a distinguere tra Assisted, Augmented e Autonomous AI in base al ruolo che svolge all’interno del processo decisionale:

  • l’Assisted Artificial Intelligence entra in gioco solo per svolgere compiti specifici;
  • l’Augmented Artificial Intelligence si limita a sostenere il processo decisionale umano;
  • l’Autonomous Artificial Intelligence opera al posto dell’essere umano – cioè come sostituto operativo dell’intelligenza umana.

 

IA: Blockchain e Corporate Governance

Le tecnologie basate sull’informazione stanno giocando un ruolo sempre più importante sia all’interno delle aziende che nei consigli di amministrazione, influenzando le modalità del processo decisionale e i suoi risultati.

Ciò vale in particolare per le aziende che operano in settori in cui i grandi dati, Internet e gli algoritmi sono i più importanti (ad esempio piattaforme come Amazon, Google, Uber, YouTube, Netflix, Facebook) ma ciò vale anche per le imprese che si affidano a tecnologie basate su piattaforme per sviluppare il proprio business (ad es. società finanziarie).

Le tecnologie basata sull’IA stanno causando cambiamenti significativi nel modo in cui le imprese si avvicinano e affrontano le questioni relative all’analisi delle informazioni e alla compliance. Anche la Corporate Governance potrebbe presto subire una revisione, rispondendo, in particolare, a un cambiamento radicale del consiglio di amministrazione.

La funzione del consiglio di amministrazione consiste oggi principalmente nella supervisione dei dirigenti: gli amministratori dedicano la maggior parte del loro tempo ai flussi informativi e al monitoraggio degli aspetti normativi e gestionali. L’IA potrebbe liberare gli amministratori da tali compiti, consentendo loro di dedicare più tempo a questioni di affari più rilevanti.

Ciò permetterebbe, a sua volta, l’emergere di un nuovo tipo di consiglio di amministrazione: snello, aperto, digitalizzato, orientato all’innovazione e operativa ponendo l’attenzione solo su aspetti strategici e di gestione operativa. In tale scenario anche la Blockchain può svolgere un ruolo importante nel facilitare questi cambiamenti all’interno del contesto aziendale.

La dottrina dominante sull’impatto potenziale della Blockchain sul rapporto tra azionisti e società non dovrebbe mettere in ombra la sua potenziale valenza ed utilità per i consigli di amministrazione.  Questo vale in particolare quando si tratta di monitoraggio, un’attività che la Blockchain può semplificare ad un in larga misura, aumentando la trasparenza e la certezza dei flussi di informazioni disponibili ai dirigenti.

La Blockchain potrebbe anche facilitare la tenuta dei libri contabili e aiutare a registrare l’intero processo decisionale: manager e dirigenti sarebbero quindi soggetti a “disintermediazione” ed a più efficaci controlli da parte del consiglio di amministrazione, che gli azionisti, a loro volta, supervisionerebbero più facilmente, in particolare per ciò che riguarda i potenziali conflitti di interesse.

La cosa più importante è che la Blockchain potrebbe rivelarsi utile nella costruzione di un modello di governance completamente decentralizzato, in cui i dipendenti, attraverso il voto, avrebbero, online, voce in capitolo nella definizione della strategia dell’azienda. L’IA può contribuire a questo processo in diversi modi, sia favorendo l’attivismo degli azionisti, sia aiutando gli amministratori ad affrontare le sfide associate a organizzazioni sempre più complesse, o dando ai responsabili delle decisioni accesso a valutazioni non contaminate dall’influenza dei dirigenti e dei maggiori azionisti.

Per comprendere l’impatto che l’IA può avere sulla Corporate Governance, alcuni legali gli studiosi hanno coniato il termine “CorpTech“. Nel caso delle cosiddette “società benefits“, in cui la massima “long-term make-profit maxim” viene accoppiata con la necessità di perseguire determinati fini sociali, l’IA potrebbe fornire un’assistenza vitale nel soppesare gli interessi dei vari stakeholder in gioco.

Tale coinvolgimento dell’IA potrebbe cambiare la struttura del consiglio di amministrazione, approssimando, forse, quelli che attualmente guadagnano terreno tra le piattaforme e i fondi che operano nei cosiddetti “mercati privati”.

Un consiglio di amministrazione modulato su una simile base garantirebbe una maggiore efficienza operativa senza soffrire una corrispondente diminuzione della qualità e dell’efficacia della supervisione sulle azioni manageriali o sulla trasparenza aziendale nel suo complesso.