Come il passaggio tra le missioni Sophia e Irini ha mutato le priorità della presenza dell’Unione Europea nel Mediterraneo

 

La Strategia di sicurezza marittima europea

Per strategia di sicurezza marittima (EUMSS) si intende il piano europeo che detta le linee guida per affrontare le sfide in ambito marittimo. Adottato nel 2014 e poi revisionato nel 2018, l’EUMSS è integrato alla più vasta Strategia Globale[1] con l’obiettivo primario di preservare gli interessi strategici dell’Unione europea attraverso l’elaborazione di risposte comuni alle sempre crescenti sfide che si prospettano, tra cui terrorismo, traffico di esseri umani e questioni ambientali. Risposte che si traducono nella definizione di metodi – sia regionali che nazionali – per l’aumento dell’efficienza, effettività e stabilità dell’ambito marittimo sia interno che esterno all’Unione. La sicurezza dell’ambiente marittimo, quindi dell’Unione Europea nel Mediterraneo, è una condizione di vitale importanza per la crescita e la prosperità europea dal momento che non possiamo ignorare che il 50% della popolazione e del PIL europeo si trovano in regioni marittime.

Da un punto di vista pratico, l’EUMSS è stato implementato dall’Action Plan che individua 5 aree di azione per la sicurezza marittima.

  • La creazione di una consapevolezza marittima, sorveglianza e condivisione di informazioni a livello europeo
  • Lo sviluppo e il rafforzamento delle capacità europee in ambito marittimo
  • La gestione del rischio oltre che la protezione delle infrastrutture marittime critiche e l’elaborazione di risposte comuni alle crisi
  • Ricerca e innovazione in materia di sicurezza marittima
  • Una forte azione esterna, elaborata in base ad elementi stabiliti seguendo l’esperienza maturata dall’osservazione di missioni precedenti

 

Inoltre l’Action Plan include una lista di 130 azioni immediate che saranno soggette periodicamente al controllo degli Stati Membri oltre che della Commissione e delle agenzie europee interessate. Tra queste rientrano anche le missioni dell’Unione Europea nel Mediterraneo.

 

La strategia di sicurezza marittima dell’Unione Europa nel Mediterraneo

La strategia di sicurezza marittima e l’Action Plan sono i documenti base da cui viene elaborata tra gli altri la presenza dell’Unione Europea nel Mediterraneo. Negli ultimi mesi in tale contesto abbiamo assistito all’avvicendamento tra l’operazione EUNAVFOR Med Sophia e EUNAVFOR Med Irini. Vedremo nel dettaglio successivamente le caratteristiche di queste missioni e quale cambiamento ha subito la presenza europea nell’area.

È importante però sottolineare che nel Mediterraneo operano anche alcune Joint Operation di Frontex, attive sulle coste italiane, greche e spagnole. Il loro obiettivo primario è il controllo dei confini oltre che il salvataggio, l’identificazione e la registrazione dei migranti. Svolgono inoltre anche attività di tipo secondario per il mantenimento della sicurezza nell’area.

Nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, l’operazione Themis è stata creata a febbraio 2018 come sostituta della precedente Triton. Oltre a quelle prima elencate, svolge anche attività per l’individuazione di eventuali minacce terroristiche ai confini italiani, tra cui rientra l’identificazione di possibili foreign fighters.

Avviata nel gennaio 2016, l’operazione Poseidon supporta invece le autorità greche nell’attività di combattimento dei crimini transfrontalieri come il contrabbando di armi e sostanze illegali, la pesca illegale e l’inquinamento marino.

Per quanto riguarda infine le coste spagnole, sono state create tre Joint Operation di Frontex: Hera, Indalo e Minerva. Il loro obiettivo secondario è fornire sostegno alle autorità nazionali nel controllo dei confini marittimi per la lotta contro il traffico di stupefacenti. Ognuna di queste operazioni è attiva in una diversa porzione di costa spagnola.

Da rilevare come i risultati conseguiti da queste Joint Operations insieme al contributo della missione EUNAVFOR Sophia tra il 2015 e l’inizio di Marzo 2020 siano stati notevoli poiché hanno consentito il salvataggio 523 653 vite.

 

L’operazione Sophia: l’Unione Europea nel Mediterraneo fino a marzo 2020

La EUNAVFOR Med Sophia è un’operazione militare di sicurezza marittima nel Mediterraneo centrale. Si presenta come uno degli elementi della più vasta strategia comprensiva europea di risposta alle questioni migratorie nata come conseguenza dell’instabilità politica libica e della nascita di rotte di migranti clandestini verso le coste europee. Lanciata dall’Unione Europea nel giugno del 2015, Sophia ha dunque come obiettivo primario il contrasto al traffico illecito di esseri umani nell’area attraverso l’identificazione e la cattura dei trafficanti e un’attività di ricerca e salvataggio, identificata con l’acronimo SAR. Lo stesso titolo della missione ne racchiude l’obiettivo: porta infatti il nome di una neonata nata da una migrante Somala a bordo di una nave tedesca, la Schleswig-Holstein, nella notte del 24 agosto 2015.

Nel tempo, il mandato della missione è stato esteso includendo anche altre attività che vengono definite di supporto. Si tratta nello specifico dell’addestramento della guardia costiera libica oltre che della repressione del contrabbando di armi in base all’embargo imposto dalle Nazioni Unite con la risoluzione 2292(2016) del Consiglio di Sicurezza[2]. Vengono anche svolte attività di sorveglianza e raccolta di informazioni sul traffico illecito di petrolio e altri derivati dal paese.

Le varie estensioni del mandato di Sophia hanno determinato un’attività continuata per un lasso di tempo di cinque anni, facendo di questa operazione un vasto impegno per garantire stabilità e sicurezza nell’area mediterranea con risultati significativi. Il salvataggio di 44 916 migranti[3] nel Mar Mediterraneo tra giugno 2015 e marzo 2019 ne è la prova.

 

La posizione degli Stati Membri e l’annuncio di febbraio 2020

La scadenza del mandato di Sophia, fissata per il 31 marzo 2020, ha dato vita a lunghi mesi di trattative tra i Ministri degli Esteri degli Stati membri dell’Unione per decidere se confermare o meno la missione. Alcuni paesi infatti, tra cui anche l’Italia[4], hanno manifestato la preoccupazione che la sua continuazione potesse fungere da incoraggiamento, invece che deterrente, per le rotte migratorie clandestine verso i paesi europei. Per questo motivo hanno espresso la volontà di rielaborare la presenza dell’Unione Europea nel Mediterraneo dandole nuovi obiettivi da perseguire. In particolar modo, il rafforzamento dell’embargo delle Nazioni Unite sulle armi in Libia è sembrata essere una preoccupazione primaria visto l’aggravarsi costante della crisi libica ed il sempre maggior coinvolgimento di attori esterni nella regione come Turchia, Russia ed Emirati Arabi.

È così che il 17 Febbraio 2020 durante la consueta conferenza stampa al termine del Consiglio degli Affari Europei, l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione, Josep Borrell, ha decretato ufficialmente la fine di Sophia e l’avvio di una nuova operazione nel Mediterraneo per il rafforzamento dell’embargo ONU. Denominata nei mesi successivi EUNAVFOR Med Irini, la nuova missione è destinata a cambiare il modo in cui agisce l’Unione Europea nel Mediterraneo, non ponendo più il controllo del fenomeno migratorio come obiettivo primario indiscusso come invece è stato negli ultimi anni. È per questo motivo che l’annuncio dell’Alto Rappresentante ha destato molto interesse verso il futuro della presenza europea nell’area. I dettagli della nuova missione Irini sono stati chiari solo nei mesi successivi all’annuncio.

 

In cosa consiste la missione IRINI

Iniziata il 1 aprile 2020, la nuova missione EUNAVFOR Irini prende il proprio nome dal greco “pace”. Come specificato nell’annuncio dell’Alto Rappresentante, Irini è stata creata con l’obiettivo di rafforzare l’embargo sulle armi posto dalle Nazioni Unite con la risoluzione 2292(2016) del Consiglio di Sicurezza. Per questo è previsto un pattugliamento delle coste libiche con mezzi aerei, satellitari e in particolar modo marittimi che consentiranno di bloccare qualsiasi ingresso o uscita dal paese di armi e materiale connesso.

Inoltre, IRINI perseguirà altre 3 funzioni secondarie:

  • La raccolta di informazioni e monitoraggio delle esportazioni illecite dalla Libia di petrolio, greggio e prodotti raffinati correlati. Si tratta anche in questo caso di un’attività di implementazione di misure già previste delle Nazioni Unite;
  • Fornirà un contributo allo sviluppo e alla formazione della guardia costiera e della marina libiche;
  • Consentirà la raccolta di informazioni e il pattugliamento aereo delle coste libiche al fine di smantellare le reti di traffico di esseri umani.

 

In relazione a questo ultimo punto, Irini consente di non abbandonare totalmente il lavoro fatto fino ad ora dalla missione Sophia nel contrasto al traffico di esseri umani ma le modalità con cui verrà svolto saranno sicuramente diverse. Per il momento infatti sono previsti solo la raccolta di informazioni e il pattugliamento con mezzi aerei mentre non viene fatto riferimento al controllo via mare, che comunque resta improbabile date le rotte che verranno coperte da Irini.

Il comando della missione nonché il suo quartier generale sono affidate all’Italia, la quale si alternerà con la Grecia per quanto riguarda il comando in mare. La missione verrà sottoposta ad uno stretto controllo politico e strategico degli Stati membri attraverso il Comitato Politico e di Sicurezza (CPS). La scadenza iniziale del mandato della missione è fissata al 31 Marzo 2021, con possibilità di rinnovo.

 

In conclusione

Come dunque già evidenziato, il passaggio da Sophia a Irini segna un cambiamento importante della presenza dell’Unione Europea nel Mediterraneo dettato dalle diverse priorità perseguite. Se infatti fino a marzo 2020 l’obiettivo prioritario indiscusso era il controllo dei flussi migratori[5], con l’avvio di Irini la priorità è diventata il rispetto dell’embargo ONU sulle armi in Libia. Sicuramente l’attenzione per le rotte migratorie resta ma il rischio è che si perda la gestione organica del problema che fino ad oggi ha consentito anche alle Joint Operations di Frontex[6] di perseguire una linea comune. È proprio per questo motivo che alcuni Stati membri, ed in particolar modo l’Italia, hanno sottolineato la necessità di ripensare alle regole generali per la gestione delle rotte migratorie clandestine per evitare che siano i paesi di destinazione a doversi fare carico da soli del problema.

Tutti i paesi si sono comunque trovati d’accordo nel ritenere che il rispetto dell’embargo ONU sulle armi è un passo importante per garantire la stabilità della Libia e dunque dell’intera area. Nello specifico, per l’Italia questo è un obiettivo fondamentale considerando la vicinanza dello Stato nord africano. Non a caso, il nostro paese continua a dimostrare un forte interesse verso la presenza dell’Unione Europea nel Mediterraneo. Proprio per questo, al di là del comando della missione, il 13 Maggio 2020 il Ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha annunciato che il governo sta pensando ad una partecipazione significativa alla missione con un contingente di 500 militari oltre che un’unità navale e tre mezzi aerei[7].

L’Alto Rappresentante dell’Unione ha recentemente valutato come positivi i primi risultati riportanti da Irini[8]. Solo il tempo potrà dirci quale sarà l’effetto di questa nuova missione sull’assetto politico libico e più in generale regionale e a determinare il ruolo dell’Unione Europea nel Mediterraneo.

Informazioni

Alagna F., From Sophia to Irini: Eu Mediterranean Policies and the Urgency of “Doing Something”, IAI Commentaries, numero 20/32, maggio 2020, p. 5

Amajd M., The ending of Operation Sophia: The EU sway from its Human Security approach, ModernDiplomacy, https://moderndiplomacy.eu/2020/02/20/the-ending-of-operation-sophia-the-eu-sway-from-its-human-security-approach/

Barigazzi J., Operation Sophia to be closed down and replaced, Politico.eu, https://www.politico.eu/article/operation-sophia-to-be-closed-down-and-replaced/

Gaiani G., Sophia “muore” ma la nuova operazione navale Ue nasce già zoppa, Analisi Difesa, https://www.analisidifesa.it/2020/02/sophia-muore-ma-la-nuova-operazione-navale-ue-nasce-gia-zoppa/

Pelosi G., Libia, dal 1 aprile chiude Sophia: al via «Irini», migranti non più in Italia ma in Grecia, Il Sole 24 Ore, https://www.ilsole24ore.com/art/libia-1-aprile-chiude-sophia-via-irini-migranti-non-piu-italia-ma-grecia-ADlFLGH?refresh_ce=1

Commissione Europea, Leaflet: European Union Maritime Security Strategy: https://ec.europa.eu/maritimeaffairs/sites/maritimeaffairs/files/leaflet-european-union-maritime-security-strategy_en.pdf

Consiglio dell’Unione Europea, Infografica – EU Mediterranean operations 2015-2020, ultima revisione 11 March 2020: https://www.consilium.europa.eu/en/infographics/saving-lives-sea-february-2018/

Operazione Poseidon, sito ufficiale Frontex: https://frontex.europa.eu/along-eu-borders/main-operations/operation-poseidon-greece-/

Operazione Themis, sito ufficiale Frontex: https://frontex.europa.eu/along-eu-borders/main-operations/operation-themis-italy-/

Operazione Minerva-Indalo, sito ufficiale Frontex: https://frontex.europa.eu/along-eu-borders/main-operations/operations-minerva-indalo-spain-/

Operazione Sophia, sito ufficiale: https://www.operationsophia.eu/

Operazione Irini, sito ufficiale: https://www.operationirini.eu/

https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/74772/foreign-affairs-council-remarks-high-representativevice-president-josep-borrell-press_en

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2020/03/31/eu-launches-operation-irini-to-enforce-libya-arms-embargo/

https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/74842/libya-eu-ministers-agree-launch-new-mediterranean-sea-operation-implement-arms-embargo_en

[1] Per maggiori dettagli sulla Strategia Globale dell’Unione, si rimanda a http://www.dirittoconsenso.it/2019/07/03/la-politica-europea-in-materia-di-difesa/

[2] Per informazioni dettagliate sulla risoluzione: https://www.un.org/press/en/2016/sc12401.doc.htm

[3] Questi dati si riferiscono solo ai risultati dell’attività di SAR della missione Sophia e non ai risultati riportati dalle Joint Operations di Frontex.

[4] L’Italia ha sempre supportato la missione Sophia fin dalla sua nascita dato il ruolo del paese come una delle prime destinazioni delle rotte migratorie clandestine. Insieme all’operazione Themis, Sophia ha dato un forte contributo al controllo del fenomeno nel nostro paese. Non a caso la guida della missione Sophia e il suo quartier generale sono stati affidati proprio all’Italia. Tuttavia, durante le trattative europee, l’allora governo giallo-verde ha dimostrato una posizione negativa verso il rinnovo della missione, modificando la posizione del paese rispetto al passato.

[5] Ricordiamoci che fino a marzo 2020 la presenza europea nel Mediterraneo era segnata da questo obiettivo che accomunava Sophia alle Joint Operations di Frontex

[6] Ricordiamo che le operazioni Frontex agiscono in maniera territoriale, motivo per cui è necessario un quadro generale di gestione del problema migratorio per poter garantire di risolverlo nel suo complesso.

[7] Tali dati sono comunque ancora al vaglio del Consiglio dei Ministri e come previsto dall’ordinamento dovranno essere approvati dalle Camere. (Fonte: https://www.agi.it/estero/news/2020-05-14/libia-di-maio-missione-irini-8614578/)

[8] Fonte: https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2020/05/26/libia-borrell-operazione-ue-irini-sta-gia-dando-risultati_f056b8e0-bb0c-4917-b801-25cc8ecf548a.html