Plasmare il futuro digitale dell’Europa: la strategia digitale europea a beneficio dei cittadini, delle imprese e dell’ambiente
I tre pilastri della strategia digitale europea
Il 19 febbraio scorso la Commissione europea ha presentato la nuova strategia digitale europea per i prossimi cinque anni, sottolineando la necessità di puntare sulla sovranità tecnologica europea.
Finora, infatti, l’Unione europea nel settore digitale ha cercato di affermarsi soprattutto come arbitro che stabilisce delle regole di portata globale per l’utilizzo delle nuove tecnologie create però da altri paesi.
Dando priorità all’aspetto regolatorio, Bruxelles ha messo in secondo piano gli stimoli all’innovazione. Di conseguenza, un’azienda europea che oggi volesse adottare delle soluzioni di intelligenza artificiale, ad esempio per ottimizzare i propri processi produttivi, si troverebbe costretta a rivolgersi a fornitori americani o cinesi[1].
Dunque, l’intenzione di accrescere il proprio peso internazionale, risulta un aspetto centrale nella strategia digitale europea. Quest’ultima si articolerà lungo tre pilastri:
- una tecnologia al servizio delle persone;
- un’economia digitale equa e competitiva;
- una società digitale aperta, democratica e sostenibile.
Tecnologia al servizio delle persone
Con riguardo al primo pilastro, la Commissione europea si propone di investire nelle competenze digitali a beneficio di tutti i cittadini europei.
In tale sezione, la strategia digitale europea garantisce uno sviluppo dell’Intelligenza artificiale (IA), in forme che rispettino i diritti delle persone e ne conquistino la fiducia.
In particolare, l’IA è un insieme di tecnologie che combina dati, algoritmi e potenza di calcolo[2].
Se la tecnologia digitale diventa una parte sempre più centrale di tutti gli aspetti della vita delle persone, queste ultime dovrebbero potersi fidare di tale tecnologia. Di qui, l’esigenza di presentare il Libro bianco sull’Intelligenza artificiale (IA) che mira a conseguire uno sviluppo sicuro ed affidabile dell’IA in Europa.
Tra gli obiettivi del presente libro, vi è da un lato quello di mobilitare risorse per conseguire un “ecosistema di eccellenza” tramite un partenariato che coinvolga diversi attori dello scenario europeo: Stati membri, comunità scientifica, settore privato (in particolare piccole e medie imprese), pubblica amministrazione e anche gli Stati terzi.
Dall’altro, vi è quello di creare un “ecosistema di fiducia” garantendo il rispetto delle norme dell’UE, comprese le norme a tutela dei diritti fondamentali e dei diritti dei consumatori, in particolare per i sistemi di IA ad alto rischio gestiti nell’UE.
La costruzione di un ecosistema di fiducia è un obiettivo strategico in sé e dovrebbe dare da un canto ai cittadini la fiducia di adottare applicazioni di IA, dall’altro alle imprese ed alle organizzazioni pubbliche la certezza del diritto necessaria per innovare utilizzando l’IA.
Tale pilastro è, inoltre, dedicato all’adozione di misure volte a proteggere le persone dalle minacce informatiche (hackeraggio, ransomware, furto d’identità), ad accelerare la diffusione della banda larga ultraveloce nelle abitazioni private, nelle scuole e negli ospedali in tutta l’UE e ad accrescere la capacità europea di super calcolo per la messa a punto di soluzioni innovative per la medicina, i trasporti e l’ambiente.
Un’economia digitale equa e competitiva
Nel secondo pilastro, la Commissione europea si sofferma in particolar modo sulla necessità di sviluppare un’economia dei dati equa e competitiva. A tal fine ha elaborato una strategia in materia di dati affrontando questioni che vanno dalla connettività all’elaborazione e alla conservazione dei dati, alla potenza di calcolo e alla sicurezza informatica.
L’importanza destinata ai dati dipende dal fatto che essi rappresentano il fulcro della trasformazione digitale. Infatti, definiscono il modo in cui si produce, si consuma e si vive. Inoltre, l’accesso al crescente volume di dati e la capacità di utilizzarli sono essenziali per l’innovazione e la crescita.
Secondo la Commissione europea, l’innovazione basata sui dati può comportare significativi e concreti benefici per i cittadini e per l’economia europea, dal perfezionamento del processo decisionale al miglioramento dei servizi pubblici.
La strategia digitale europea in tale pilastro si impegna anche a proporre una “legge sui servizi digitali” (Digital Services Act Package)[3] per accrescere la responsabilità delle piattaforme online e chiarire le norme applicabili ai servizi online.
In tale contesto si rende, inoltre, necessario garantire un adeguamento della normativa all’economia digitale. A tal proposito l’Esecutivo UE, da un lato, esaminerà le regole della concorrenza – in particolare le norme che governano gli accordi orizzontali e verticali e la definizione di mercato rilevante – al fine di adattarle all’era digitale e dall’altro valuterà nell’ambito del Digital Services Act Package l’adozione di regole ex ante per impedire che il ruolo sistemico delle piattaforme digitali o il loro potere di mercato alteri l’equità e l’apertura del mercato europeo e impedisca l’emergere di nuove imprese innovative.
In aggiunta, il 10 marzo scorso, è stato presentato il “Pacchetto sulla strategia industriale europea” contenente specifiche misure finalizzate a rendere le imprese europee, soprattutto le piccole e medie imprese (PMI) più sostenibili, digitali e competitive, aiutandole ad operare in tutto il mercato unico e oltre, ad accedere ai finanziamenti ed a contribuire a guidare la transizione verde e digitale.
Una società aperta, democratica e sostenibile
La strategia digitale europea di quest’ultimo pilastro è volta a migliorare il controllo e la tutela che i cittadini hanno dei loro dati, sottolineando l’importanza dell’uso responsabile delle piattaforme online e rafforzando la sorveglianza sui contenuti delle stesse, nonché sulla vendita di prodotti contraffatti.
Inoltre, la Commissione riconosce che il progresso tecnologico e digitale contribuirà al raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali europei. Infatti, da un lato aiuterà i settori tradizionali dell’industria ad aumentare i livelli di sostenibilità. Dall’altro lato, contribuirà a rendere il settore ICT (Information and Communication Tehnologies) più verde. Dunque, la tecnologia verrà utilizzata al fine di aiutare l’Europa ad avere un impatto climatico zero entro il 2050[4].
Infine, la Commissione europea si sofferma sulla dimensione internazionale della strategia: l’Europa dovrà rafforzare la propria base industriale e offerta tecnologica per competere a livello globale, pur rimanendo la regione più aperta al trade e agli investimenti. Questo vorrà dire svolgere un ruolo di primo piano anche nella definizione degli standard, ad esempio per il 5G[5] o per l’IoT (Internet of Things)[6].
Margrethe Vestager, Vice Presidente Esecutivo per A Europe Fit for the Digital Age and Competition presso la Commissione europea, ha dichiarato: “Vogliamo che tutti i cittadini, tutti i lavoratori e tutte le imprese abbiano pari opportunità di godere dei vantaggi della digitalizzazione.”
Da ciò si evince che, per plasmare il futuro digitale europeo, è necessario un approccio democratico alla digitalizzazione, realizzabile solo mediante un’azione comune europea fondata sui valori costitutivi della solidarietà, condivisione e partecipazione.
Informazioni
ALTROCONSUMO – 5G: che cos’è e perché non c’è da allarmarsi, 09.04.2020, https://www.altroconsumo.it/hi-tech/smartphone/speciali/5g-salute
BELLINI M. – IoT (Internet of Things): cos’è, come funziona ed esempi, 19.05.2020, https://www.internet4things.it/iot-library/internet-of-things-gli-ambiti-applicativi-in-italia/
COMMISSIONE EUROPEA – COM (2020) 65 def. del 19.2.2020, Libro bianco sull’intelligenza artificiale – un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia, in EUR-Lex.
COMMISSIONE EUROPEA – COM (2020) 66 def. del 19.02.2020, Una strategia europea per i dati, in EUR-Lex.
COMMISSIONE EUROPEA – COM (2020) 67 def. del 19.2.2020, Plasmare il futuro digitale dell’Europa, in EUR-Lex.
COMMISSIONE EUROPEA, Plasmare il futuro digitale dell’Europa: la Commissione presenta le strategie per i dati e l’intelligenza artificiale, comunicato stampa del 19.02.2020, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_273
COMMISSIONE EUROPEA – RAPPRESENTANZA IN ITALIA, Per imprese europee pronte per il futuro: una nuova strategia industriale per un’Europa competitiva a livello mondiale, verde e digitale,10.03.2020, https://ec.europa.eu/italy/news/20200310_nuova_strategia_industriale_europea_per_un_Europa_competitiva_it
COMMISSIONE EUROPEA – RAPPRESENTANZA IN ITALIA, Il pacchetto relativo alla legge sui servizi digitali al centro di una consultazione pubblica della Commissione europea, 03.06.2020, https://ec.europa.eu/italy/news/20200602_commissione_ue_lancia_una_consultazione_pubblica_sui_servizi_digitali_it
CONFINDUSTRIA, La nuova strategia digitale europea, Lente sull’UE n. 72, Febbraio 2020.
DELL’AGUZZO M., Il piano dell’Europa per l’intelligenza artificiale, 19.02.2020, https://eastwest.eu/it/intelligenza-artificiale-piano-ue-libro-bianco-vestager/
ISTITUTO PER LA CULTURA DELL’INNOVAZIONE, Il piano dell’Europa per il digitale, https://icinn.eu/cosa-facciamo/articoli/unione-europea-strategia-digitale-intelligenza-artificiale/
SCAINI F., Green Deal europeo: per un’Europa sostenibile entro il 2050, 25.06.2020, http://www.dirittoconsenso.it/2020/06/25/green-deal-europeo-europa-sostenibile-entro-2050/
[1] ICINN, Il piano dell’Europa per il digitale, https://icinn.eu/cosa-facciamo/articoli/unione-europea-strategia-digitale-intelligenza-artificiale/
[2] COMMISSIONE EUROPEA – COM (2020) 65 def. del 19.2.2020, Libro bianco sull’intelligenza artificiale – un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia, in EUR-Lex.
[3] La Commissione europea ha avviato il 3 giugno scorso una consultazione pubblica sulla normativa UE per i servizi digitali, che si inserisce nell’ambito della strategia per il futuro digitale dell’Europa. La consultazione punta a raccogliere pareri, prove e dati provenienti da privati, imprese, piattaforme online, rappresentanti del mondo accademico, società civile e da tutte le parti interessate al fine aiutare le istituzioni nella formulazione del futuro codice normativo per i servizi digitali.
[4] Per un approfondimento sul Green Deal europeo si rinvia all’articolo di SCAINI F., Green Deal europeo: per un’Europa sostenibile entro il 2050, 25.06.2020, http://www.dirittoconsenso.it/2020/06/25/green-deal-europeo-europa-sostenibile-entro-2050/
[5] Con il termine 5G si indicano tecnologie e standard di nuova generazione per la comunicazione mobile. Questa “quinta generazione”, che segue le precedenti 2G, 3G e 4G, è quindi la tecnologia di connessione che utilizzeranno gli smartphone, ma anche e soprattutto gli oggetti connessi (IoT, Internet of things) intorno a noi, destinati a essere sempre più numerosi (elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi…). Una delle caratteristiche principali di questa rete è, infatti, proprio quella di permettere molte più connessioni in contemporanea, con alta velocità e tempi di risposta molto rapidi.
[6] Internet of Things (IoT o Internet delle cose) è un insieme di tecnologie che permette di collegare ad Internet qualunque tipo di apparato. Lo scopo di questo tipo di soluzioni è sostanzialmente quello di monitorare, controllare e trasferire informazioni per poi svolgere azioni conseguenti.

Chiara Pellegrini
Ciao, sono Chiara. Ho conseguito la laurea in Giurisprudenza d'impresa presso l'Università degli Studi di Bari, discutendo una tesi in diritto delle Banche intitolata "Dal credito al consumo al credito ai consumatori". Durante i miei studi universitari, ho svolto un tirocinio presso la Camera di Commercio Italiana a Nizza e successivamente ho lavorato presso il Consolato Generale d'Italia a Nizza. A seguito del Praticantato presso l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ho maturato uno spiccato interesse per il diritto antitrust ed il diritto europeo. Ulteriori tematiche di studio e di interesse riguardano il diritto dell'innovazione e della proprietà intellettuale, il rapporto tra sostenibilità e diritti ed i problemi giuridici inerenti alla dimensione digitale.