Quello di sicurezza nazionale è un concetto complesso ed articolato. In questo articolo, cercheremo di comprenderne i caratteri principali

 

Definire e garantire la sicurezza nazionale

Nel corso della storia, molti studiosi hanno fornito definizioni al concetto di sicurezza nazionale senza però poterne identificare una come universalmente accettabile. Tale impossibilità è dovuta alla complessità del mondo in cui viviamo. Infatti, la costante evoluzione del sistema internazionale produce numerose sfide, le quali variano in base al tempo e allo spazio, influenzando di conseguenza il concetto di sicurezza.

Se fino al XIX secolo veniva adottato un approccio stato-centrico[1] incentrato sulla sfera militare, è con la Guerra Fredda che il concetto di sicurezza viene esteso, includendo nuovi attori e campi d’azione. Anche se i segnali di tale ampliamento erano già evidenti dagli anni ’70[2], la globalizzazione segna un cambiamento decisivo in tal senso. Fenomeni sovranazionali e una sempre maggiore interconnessione tra gli Stati hanno generato nuove minacce alla sicurezza. I responsabili sono non più solo attori statali ma anche soggetti terzi, sia interni che esterni al territorio nazionale.

Dunque, ad oggi, possiamo considerare quello di sicurezza nazionale come un ambito particolarmente vasto, che riguarda vari attori ed ambiti d’azione: dalla sfera militare a quella economico-sociale, dall’energia e ambiente fino alla sfera cibernetica.

Tuttavia, se da un lato tale estensione garantisce maggiore attinenza con la realtà, d’altra parte l’ambito d’azione si allarga enormemente. Solo la conoscenza approfondita del territorio in cui si opera e l’analisi del contesto internazionale consentono un’azione efficace che garantisca l’indipendenza politica, l’integrità territoriale e coesione sociopolitica dello Stato.

Per questi motivi, garantire la sicurezza nazionale è un’attività complessa. Essa deve essere operata su diversi livelli[3] con un approccio multidisciplinare che garantisca la comprensione degli scenari non solo nazionali ma anche internazionali e regionali[4].  Obiettivo primario è l’identificazione di potenziali minacce, l’individuazione di vulnerabilità del sistema-paese e l’elaborazione di una strategia d’azione efficace.

 

La sicurezza politico-militare

Come spiegato in precedenza, fino alla Guerra Fredda, la sicurezza nazionale focalizzava la propria attenzione soprattutto alle possibili minacce di tipo militare. Tale visione era legata dunque alla capacità “fisica” di difendere i confini statali.

Pur trattandosi della sfera di sicurezza più “antica”, la dimensione politico-militare ha comunque subito delle modifiche nel corso del tempo. Si è passati infatti dal considerare solo le minacce provenienti da paesi stranieri a doversi confrontare con fenomeni come il terrorismo[5] e la criminalità organizzata[6], messi in atto da attori criminali di vario tipo. Si può trattare infatti di soggetti esterni allo Stato – come nel caso del terrorismo di matrice jihadista – ma anche di organizzazioni criminali interne come:

  • Quelle legate al terrorismo interno come nel caso delle Brigate Rosse o del terrorismo di destra italiano
  • Movimenti indipendentisti violenti, come IRA in Irlanda o ETA in Spagna per citarne alcuni
  • Organizzazioni mafiose come camorra, ‘ndrangheta o Cosa Nostra.

 

Tale cambiamento ha fatto sì che anche gli attori non statali venissero identificati come potenziali nemici da cui difendersi anche militarmente. In tal caso, si tratta comunque di soggetti totalmente diversi da quelli “tradizionali” poiché operano in maniere incognite e talvolta difficilmente prevedibili. Non si tratta più solo di rispondere a minacce simmetriche, le quali essendo dichiarate e ben identificabili rendono più facile una rapida risposta[7]. Gli attori non statali ricorrono spesso a attacchi asimmetrici, ossia non dichiarati e le cui origini sono più difficilmente individuabili. Gli attacchi terroristici jihadisti a città come Parigi e Bruxelles ne sono sicuramente uno degli esempi più recenti. L’utilizzo di attacchi asimmetrici pone non poche difficoltà agli Stati nel creare una risposta rapida, certa ed efficace che consenta di proteggere il paese e i suoi cittadini.

 

Sfide economiche alla sicurezza

La sicurezza nazionale passa anche attraverso la difesa degli interessi economici e industriali[8]. Si tratta di fattori che determinano non solo il grado di sviluppo di uno Stato ma anche il suo ruolo a livello globale, specialmente se siamo di fronte ad economie particolarmente internazionalizzate.

La difesa degli interessi economici opera in maniera molteplice. Da un lato, permette di garantire la tenuta del modello economico sociale di mercato. D’altra parte, consente di operare una vera e propria difesa delle capacità economiche nazionali, permettendone sia l’evoluzione che la competitività nell’economia globale. È fondamentale tenere ben presente l’esistenza di una relazione direttamente proporzionale tra economia e sicurezza. Un sistema economico forte produce effetti positivi sull’assetto sociale del paese, diminuendo le disuguaglianze e garantendo più tutele ai propri cittadini. Riducendo dunque i contrasti interni allo Stato, è più facile garantire la sicurezza e stabilità del paese. Inoltre, in presenza di un’economia più sviluppata e stabile, sono più favoriti anche gli investimenti al settore della sicurezza e difesa.

Per raggiungere tali obiettivi, devono essere garantite le condizioni ideali perché l’attività economica ed industriale fiorisca. Questo implica tra gli altri la difesa dei segreti industriali, delle idee e delle competenze[9] ma anche la lotta alle economie e pratiche illegali[10] oltre alla tutela della solidità del sistema finanziario. In tale attività, è inevitabile che vi sia una fusione tra la sfera pubblica e quella privata, dal momento che è a questa seconda che appartengono la maggior parte dei soggetti che operano nel tessuto produttivo.

Oltre agli interessi meramente economici, dobbiamo anche considerarne altri legati alla difesa delle vie di comunicazione, dei trasporti e dell’energia[11]. Si tratta di ambiti complessi che possono presentare grosse criticità sotto vari aspetti, compromettendo il buon funzionamento dello Stato e delle sue infrastrutture critiche.

 

La sicurezza cibernetica

In ordine temporale, l’interesse cibernetico è l’ultimo entrato nella sfera della sicurezza nazionale. Se da un lato la digitalizzazione ha facilitato la fruizione delle informazioni e ha agevolato molti aspetti del funzionamento dello Stato, d’altra parte attacchi al sistema informatico nazionale possono portare grossi problemi alla stabilità del sistema stesso[12]. Il rischio è che vengano compromessi dati sensibili non solo delle istituzioni statali ma anche dei cittadini e delle varie infrastrutture critiche presenti nel territorio. È il caso degli attacchi subiti da varie strutture sanitarie durante la crisi del Covid-19 che hanno compromesso le loro funzionalità in un momento di già forte criticità[13].

Date le sue peculiari caratteristiche, la dimensione cibernetica pone molte nuove sfide al sistema di sicurezza, il quale deve necessariamente sviluppare nuovi approcci e mezzi. In particolare, le caratteristiche proprie del web provocano un ampliamento dei confini nazionali, intesi nella loro accezione classica strettamente legata ai limiti geografico-politici. Decisivo in tal senso è anche l’uso massiccio del web da parte di qualsiasi tipo di attore[14]. Questi due fattori rendono molto difficile identificare l’origine di un attacco cibernetico data la vastità del campo in cui si opera e la sua costante evoluzione tecnologica, che richiede un continuo adattamento.

Inoltre, l’uso massiccio del web pone a tutte le democrazie un dilemma per la regolamentazione dello spazio cyber: libertà e privacy da un lato contro sicurezza nazionale dall’altro. Quanti e quali limiti è lecito porre all’espressione individuale in nome della difesa degli interessi statali? Da una parte infatti è necessario mantenere il diritto di espressione ed informazione sul web, evitando il rischio di censura. D’altra parte, è fondamentale evitare garantire la protezione efficace del paese attraverso un controllo costante della rete. È dunque necessario trovare un equilibrio tra libertà individuale e sicurezza nazionale.

 

Le sfide ambientali e l’impatto sulla sicurezza

Le questioni ambientali e in particolar modo i cambiamenti climatici stanno sempre più impattando sugli assetti sociali, politici, demografici ed economici, incidendo di conseguenza sulla sicurezza nazionale. Cambiamenti geografici e eventi climatici di grossa entità causano infatti grossi disagi alla popolazione per difficoltà di accesso al cibo e all’acqua, incremento del rischio di malattie[15], aumento delle disugliaglianze sociali dovute ad un impoverimento di una grossa fetta della società. La conseguenza di tali eventi è tra gli altri un aumento dei conflitti e un incremento dei fenomeni migratori[16]: elementi che destabilizzano la nazione e la sua sicurezza.

L’attuale crisi pandemica è stata un esempio emblematico in tal senso, oltre ad essere il più recente. Molti ricercatori ritengono infatti che esista una stretta correlazione tra Covid-19 e cambiamenti climatici. Proprio per questo, ipotizzando che non si tratti di un evento isolato e che in futuro il mondo dovrà essere pronto ad affrontare molte altre epidemie.

Con il Covid-19, molte sono state le ripercussioni alla sicurezza nazionale. Insieme alle sfide sanitarie, la pandemia ha generato una grave crisi economica, non solo dovuta alle chiusure forzate ma anche alla diminuzione degli scambi e alla forte incertezza. Si è così generato un aumento delle disuguaglianze sociali e del malcontento della popolazione, che porta a forti tensioni all’interno della società. Inoltre, è fortemente diminuita la fiducia dei cittadini non solo nel futuro ma anche nelle istituzioni. Tale diminuzione della credibilità ha creato un terreno più fertile per entità terze per destabilizzare lo Stato. Uno strumento usato a tal fine è stato quello delle fake news[17]. Sono state infatti diffuse notizie e dati falsi che hanno fortemente minato le strategie di contenimento della pandemia ed alimentato significativamente le teorie complottistiche[18].

 

A chi è affidato il futuro della sicurezza nazionale

Il futuro riserva ancora molte sfide per la sicurezza nazionale. Non possiamo infatti escludere che nei prossimi anni, ma anche solo mesi, vengano alla luce nuove questioni che devono essere affrontate con strumenti nuovi e mai usati primi. L’attuale crisi pandemica è un esempio evidente della comparsa di nuove minacce inattese. Dunque, è fondamentale che gli Stati continuino nella loro azione costante di interpretazione del sistema internazionale e del territorio per essere pronti alle future sfide.

Il compito principale spetterà come sempre all’intelligence, attore chiave nel garantire la sicurezza della nazione. Dal 2007[19] in Italia, è il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica[20] ad operare in tal senso, in particolar modo attraverso l’azione del Dipartimento delle Informazioni della Sicurezza (DIS) e delle due agenzie per gli affari interni ed esteri, AISI e AISE. L’attività di intelligence in Italia viene sempre operata nel rispetto dei limiti imposti dal sistema costituzionale.

È interessante sottolineare che al di là della normale attività di garanzia della sicurezza, negli ultimi anni sulla base delle disposizioni previste dalla legge 124/2007, il DIS ha avviato una serie di attività di trasparenza e comunicazione con il mondo accademico, i centri di ricerca e le imprese nazionali. L’obiettivo è creare nel paese la cultura della sicurezza, nella convinzione che la consapevolezza dei cittadini sia un fattore chiave di protezione del nostro paese. Questa scelta ci fa capire l’importanza che ogni individuo hanno per il proprio paese. Anche se inconsapevolmente, le scelte ed azioni di ognuno di noi ogni giorno possono contribuire o meno a garantire la sicurezza nazionale del nostro Stato o di quello in cui viviamo.

Informazioni

Blank S., Coronavirus has changed the future of national security forever. Here’s how, 1 April 2020, Euractiv, https://www.euractiv.com/section/defence-and-security/opinion/coronavirus-has-changed-the-future-of-national-security-forever-heres-how/

Camilli E., Sicurezza nazionale: tra concetto e strategia, Marzo 2014, https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/approfondimenti/sicurezza-nazionale-tra-concetto-e-strategia.html

Gaiser L., L’intelligence economica per un nuovo ordine mondiale, 20 Luglio 2016, https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/approfondimenti/intelligence-economica-per-un-nuovo-ordine-mondiale.html

Mcguinness D. (2017), How a cyber attack transformed Estonia, BBC News, http://www.bbc.com/news/39655415  

Pansa A., Il Sistema di informazione per la tutela degli interessi economici nazionali, Dipartimento informazione per la sicurezza, Aprile 2017, https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/wp-content/uploads/2017/04/Pansa-lectio-magistralis-Bocconi.pdf

Romm Joseph J., Defining National Security: the Nonmilitary Aspects, 1993, Council of Foreign Relations Press

Vecchiarino D., Infrastrutture Critiche: Sicurezza nazionale al tempo del virus, ISPI, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/infrastrutture-critiche-sicurezza-nazionale-al-tempo-del-virus-27101

[1] Per stato-centrico si intende un sistema nel quale “lo stato è l’unico oggetto della sicurezza e altri stati sono l’unica fonte di minaccia”. (Camilli E., p. 4)

[2] In particolar modo, è l’inizio del processo di dialogo tra le due superpotenze dominatrici della Guerra Fredda (Stati Uniti ed Unione Sovietica) ad essere decisivo. Uno dei risultati più evidenti è la firma degli accordi sulle limitazioni degli armamenti nucleari.

[3] Deve essere operata a livello politico, economico, militare, diplomatico e di intelligence

[4] Essendo infatti quello di oggi un mondo fortemente interconnesso, i vari fenomeni che lo interessano possono avere grosse ripercussioni in zone distinte, come dimostrato dalle minacce sovranazionali.

[5] Per approfondimenti sul terrorismo, si veda http://www.dirittoconsenso.it/2019/07/12/terrorismo-una-nuova-sfida-del-xxi-secolo/

[6] È importante notare che esiste un legame tra criminalità organizzata e terrorismo. Per approfondimenti, si veda http://www.dirittoconsenso.it/2019/03/28/la-criminalita-organizzata-e-il-terrorismo/

[7] È importante notare che spesso gli attori non statali usano comunque anche attacchi simmetrici, anche se con meno frequenza. L’impiego di corpi addestrati da parte del terrorismo jihadista ne è un esempio.

[8] È in particolar modo a partire dalla Guerra Fredda che l’economia ha iniziato ad essere considerata come un vero e proprio potere – alla stregua di quello militare – capace di influire sugli equilibri internazionali. Tuttavia, da un punto di vista teorico, il concetto di confronto economico tra gli Stati è apparso molto prima della Guerra Fredda. Basti pensare che già nel XIX secolo i marxisti avevano teorizzato il concetto di “guerra economica”.

[9] In tal senso, includiamo anche l’interesse scientifico dello Stato. Nuove ricerche e scoperte incrementano lo sviluppo economico del paese. Per questo motivo, devono essere garantite anche le condizioni per cui la scienza possa proliferare.

[10] Tra le pratiche illegali possiamo annoverare le condotte pregiudizievoli di interessi erariali mentre con economie illegali intendiamo tra gli altri i fenomeni corruttivi.

[11] L’interesse energetico non è solo legato alla garanzia del funzionamento delle infrastrutture critiche del paese ma è direttamente correlato anche alla necessità di garantire una certa indipendenza energetica dello Stato. La diversificazione delle fonti di approvvigionamento consente infatti di garantire al paese una costante disponibilità di risorse, indipendentemente da conflitti, crisi economiche o catastrofi naturali.

[12] Il primo attacco cibernetico di vaste dimensioni è stato subito dall’Estonia nel 2007, quando i sistemi online di istituzioni statali, banche e media sono rimasti bloccati per settimane. Questo evento è stato decisivo sia per la politica estone – facendo del paese uno dei maggiori esempi in campo cibernetico – sia a livello internazionale. Infatti, date le dimensioni dell’attacco, il “caso Estonia” ha fatto scuola, consentendo di comprendere il fenomeno e di riconoscere a tutti gli effetti il dominio cibernetico come nuova dimensione della sicurezza.

[13] Un esempio è stato l’attacco informatico subito dell’Ospedale Spallanzani di Roma nel momento di apice dell’epidemia. Molte strutture hanno dimostrato di non essere pronte a rispondere agli attacchi. Per ulteriori approfondimenti sul tema, si veda http://www.dirittoconsenso.it/2020/04/23/le-attivita-dellinterpol-ai-tempi-del-covid-19/

[14] Individui e gli Stati, agenzie pubbliche e private nazionali e internazionali sono tutti attori che possono utilizzare gli strumenti informatici per i loro obiettivi

[15] Molti studiosi ritengono che il riscaldamento globale in atto porterà l’umanità a doversi confrontare sempre più con problemi sanitari.

[16] Per approfondimenti sul tema delle migrazioni si veda http://www.dirittoconsenso.it/2019/03/25/migranti-climatici-e-protezione-dei-diritti-umani/ ma anche http://www.dirittoconsenso.it/2020/07/06/flussi-migratori-comprendere-il-fenomeno/

[17] L’utilizzo di fake news è una tipologia di attacco usata già negli ultimi anni attraverso in particolar modo i social network. Si tratta spesso di informazioni trasmesse da paesi terzi o soggetti ostili[17] allo Stato con il diretto scopo di distorcere la realtà per influenzare la stabilità nazionale[17] o gli equilibri regionali. Per questo motivo le fake news sono considerate dall’intelligence come vere e proprie forme di minaccia ibrida. Per approfondimenti, si veda http://www.dirittoconsenso.it/2020/04/27/fake-news-informazione/

[18] I cittadini tendono a fare fatica a credere e seguire le indicazioni/informazioni fornite dallo Stato o dagli enti governativi (incluse le organizzazioni internazionali) a causa della massiccia circolazione di notizie false che contrastano con le prime. Molti individui credono che si tratti di un disegno dello Stato o di entità superiori per minare il modello di vita esistente

[19] L’attuale assetto del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica è regolato dalla legge 124/2007.

[20] Oltre a DIS, AISE e AISI, il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica è composto anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri, autorità delegata e Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR).