Il contrasto al riciclaggio di denaro in Brasile si fonda su un intricato sistema di disposizioni che con il tempo è cresciuto sempre di più

 

Dove avviene il riciclaggio di denaro in Brasile?

Il Brasile è oggi un centro finanziario di primaria importanza. Non solo per l’America Latina, ma a livello globale riveste una buona posizione[1] economica.  Il Paese è però anche centro per i transiti di droga[2], data la vicinanza con le aree di produzione della pianta di coca. Non è un caso che la frontiera con Colombia, Perù e Bolivia[3] sia sottoposta a controlli con risultati altalenanti. Ma il riciclaggio di denaro in Brasile deriverebbe solamente dai proventi della grande distribuzione di cocaina o c’è dell’altro?

Il riciclaggio di denaro in Brasile è abbastanza presente. Le attività di riciclaggio sono connesse anche ad altre attività della criminalità locale come il gioco d’azzardo, la corruzione e il contrabbando. I principali canali per le operazioni di riciclaggio sono costituiti dal sistema bancario, dagli investimenti immobiliari, dal mercato degli assets finanziari, dall’acquisto dei beni di lusso e in maniera diffusa dalle attività commerciali.

 

Il sistema di lotta al riciclaggio di denaro in Brasile

Prima di vedere la normativa, qualche informazione di base sul sistema di lotta al riciclaggio. Il Brasile ha firmato i principali trattati internazionali che contengano disposizioni per arginare il fenomeno del riciclaggio, uno su tutti, la Convenzione di Vienna del 1988. Inoltre è parte del GAFI/FATF[4] dal 2000 così come del gruppo regionale collegato al GAFI, il GAFILAT. La lotta al riciclaggio di denaro in Brasile passa anche dalle regole stabilite in tema di prevenzione del riciclaggio e di finanziamento del terrorismo[5].

Il Ministero della Giustizia e della Pubblica Sicurezza (MJSP – Ministério da Justiça e Segurança Pública) è responsabile della pianificazione e dell’attuazione delle politiche pubbliche che promuovono la lotta contro il riciclaggio di denaro e la corruzione.

 

La principale normativa antiriciclaggio

In Brasile ci sono stati vari interventi legislativi. In ordine cronologico si contano:

  • Decreto nº 154, del 1991, che ratifica la Convenzione contro il traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope.
  • Lei nº 9613, del 1998, che prevede reati di riciclaggio o occultamento di beni, diritti e valori; impedisce l’utilizzo del sistema finanziario per le attività illecite previste dalla presente legge; crea il Conselho de Controle de Atividades Financeiras – COAF e adotta altre misure.
  • Lei nº 12.683, del 2012, che modifica la legge nº 9.613, del 1998, per rendere più efficiente il perseguimento penale dei reati di riciclaggio di denaro
  • Lei nº 13.170, del 2015, che disciplina l’azione di indisponibilità di beni, diritti o valori a seguito della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul terrorismo
  • Lei nº 13.260, del 2016, che regola la disposizione di cui al punto XLIII dell’art. 5 della Costituzione federale (che disciplina il terrorismo) si occupa di disposizioni investigative e procedurali e riformula il concetto di organizzazione terroristica; e modifica le leggi 7.960 del 1989 e 12.850 del 2013
  • Lei nº 13.810, del 2019, che prevede il rispetto delle sanzioni imposte dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, inclusa l’indisponibilità di beni di persone fisiche e giuridiche ed entità, e la designazione nazionale delle persone indagate o accusate di terrorismo, il loro finanziamento o le azioni da intraprendere contro queste; abroga la Lei nº 13.170 del 2015.

 

Il riciclaggio è di casa?

Per citare le informazioni presenti sul sito del Ministério da Economia, si legge[6]:

Nel marzo 1998, continuando gli impegni internazionali assunti dopo la firma della Convenzione di Vienna del 1988, il Brasile ha approvato la legge sul riciclaggio di denaro o la legge n. 9613 del 1998.

Questa legge conferiva a persone fisiche e giuridiche di diversi settori economici e finanziari una maggiore responsabilità per l’identificazione dei clienti e la conservazione delle registrazioni di tutte le transazioni e la segnalazione di transazioni sospette, sottoponendole ulteriormente a sanzioni amministrative per inadempienza agli obblighi.

 

Adeguamento quindi sin dal 1998 e che continua ancora oggi, nell’ottica anche di temi più recenti. Si pensi ai criteri di KYC (know your customer) o alla lotta del finanziamento del terrorismo.

Dal punto di vista mediatico il Brasile ricopre da tempo uno scenario tutto suo data la rilevanza economica. Ci sono stati casi eclatanti in Brasile, che hanno coinvolto spesso politici e grandi imprese. Il caso Lava Jato è il più eclatante[7] per la lotta alla corruzione e al riciclaggio di denaro. Secondo Veja[8] ad esempio il Brasile sarebbe il leader mondiale del riciclaggio perché, per il contesto proprio di questo Stato, rilevano altri importanti fattori come il sistema di compliance, la diffusione della corruzione e l’adozione di protezioni che contrastino gli attacchi cyber. Insomma, un sistema che per le sue lacune offre spazi di manovra. Lava Jato è solo uno. Ma c’è il caso Banestado (solo per citarne un altro di epiche dimensioni). E poi Mensalâo. E tanti altri.

 

Enti, sezioni e organi contro il riciclaggio

Attualmente esistono vari enti ed istituzioni nel campo dei controlli dei movimenti finanziari. Ecco quali:

  • la Soprintendenza delle Assicurazioni Private (Superintendência de Seguros Privados – SUSEP), un organismo direttamente collegato al Ministero delle Finanze e che provvede all’attività di supervisione e di controllo delle assicurazioni;
  • il COFECI (Conselho Federal de Corretores de Imóveis), organo responsabile del controllo sull’etica degli agenti immobiliari in tutto il paese;
  • il BC/BACEN (Banco Central do Brasil), organo collegato al Ministero delle Finanze[9] e principale autorità monetaria del paese con funzioni e competenze specifiche;
  • il PREVIC (Superintendência Nacional de Previdência Complementar), organismo indipendente, legato al Ministero della Previdenza Sociale, preposto alla vigilanza del sistema dei fondi pensione;
  • il Consiglio di Controllo delle Attività Finanziarie (Conselho de Controle de Atividades Financeiras – COAF), un’unità di informazione finanziaria incaricata di raccogliere tutte le informazioni sui movimenti finanziari sospetti e di denunciarli all’ufficio del pubblico ministero o alla polizia federale per avviare le indagini. Creata con la Legge num. 9613 del 3 marzo 1998[10], la legge più importante fino ad oggi sul tema del riciclaggio;
  • la Polizia Federale (Polícia Federal – PF), che ha poteri investigativi in materia di riciclaggio. Solo da pochi anni, per essere precisi, è stato creato un reparto specifico per le indagini finanziarie con personale specializzato e con l’obiettivo di creare una rete in questo settore nonostante la carenza di personale;
  • il Consiglio Nazionale di Giustizia (Conselho Nacional de Justiça – CNJ), ente che ha messo a punto nel 2003 la Strategia Nazionale per la Lotta alla Corruzione e al Riciclaggio di Denaro (Estratégia Nacional de Combate à Corrupção e à Lavagem de Dinheiro – ENCCLA) in Brasile. Ha inoltre lo scopo di coordinare l’azione tra le agenzie governative che lavorano nel settore della prevenzione e del contrasto a tali reati. Ulteriore obiettivo è la creazione di un sistema di raccolta dati per le informazioni sui beni confiscati nell’ambito di procedimenti penali a livello nazionale;
  • il Dipartimento per il Recupero dei Beni e la Cooperazione Giuridica Internazionale del Segretariato Nazionale della Giustizia (DRCI – Departamento de Recuperação de Ativos e Cooperação Jurídica Internacional da Secretaria Nacional de Justiça / Senajus), organo che ha la competenza, stabilita con decreto 9.662, del 1 gennaio 2019, di articolare, integrare e proporre azioni tra più organi[11] per contrastare la corruzione, il riciclaggio di denaro e la criminalità organizzata transnazionale, anche nell’ambito dell’ENCCLA oltre a coordinare la Rete Nazionale dei Laboratori Tecnologici Antiriciclaggio (Rede-LAB);
  • la SEOPI (Secretaria de Operações Integradas), ente pubblico superiore federale, collegato al Ministero della Giustizia e della Pubblica Sicurezza, il cui obiettivo è l’integrazione delle forze di polizia brasiliane nella lotta alla criminalità organizzata. La SEOPI è stata istituita nel gennaio 2019, con l’articolo 2 del Decreto 9.662 e dopo pochi mesi è stata al centro di grandi polemiche per la redazione di un dossier in cui venivano raccolti dati personali di persone apertamente anti-Bolsonaro e oppositori di governo tanto da essere stilato un “dossiê antifascista”.

 

La lotta (mite) al riciclaggio

L’assetto normativo brasiliano è complesso e assai diverso da quello italiano. La legislazione brasiliana è caratterizzata da un segreto bancario relativamente elevato. Solo da pochi anni è prevista la responsabilità delle persone giuridiche. Inoltre non è presente nell’ordinamento brasiliano il reato di autoriciclaggio.

Il reato di riciclaggio in Brasile prevede solo una lista di reati-presupposto tra i quali il traffico di droga[12], il terrorismo od il suo finanziamento, il contrabbando, il traffico di armi ed i reati contro la pubblica amministrazione[13]. Ciò significa che un rimpiego di capitali illeciti ottenuti da altri reati non costituisce reato di riciclaggio di denaro. Una vistosa lacuna che, a pandemia in corso, non risulta al centro delle riforme del governo.

Due elementi che in poche righe fanno storcere il naso a molti, ma non proprio a tutti.

Informazioni

[1] Da tenere a mente che il Brasile era uno dei paesi del cosiddetto BRICS o Gruppo BRICS, sigla che oggi non appare più opportuna (specialmente considerando che India e Cina non sono più seconde economie). Ultimamente comunque l’economia brasiliana costituisce il motore trainante dell’America Latina e rappresenta un partner commerciale di riferimento

[2] Un esempio: https://dialogo-americas.com/articles/brazil-combats-drug-trafficking-on-the-border/

[3] Per quanto riguarda la geografia del traffico di stupefacenti, ne ho parlato in questo articolo: http://www.dirittoconsenso.it/2019/03/06/il-crimine-transnazionale-del-narcotraffico/

[4] Ho parlato del GAFI/FATF in questo articolo: http://www.dirittoconsenso.it/2019/05/20/il-financial-action-task-force/

[5] Prevenção à Lavagem de Dinheiro de Combate ao Financiamento do Terrorismo (PLD/CFT)

[6] Nella forma originale: “Em março de 1998, dando continuidade a compromissos internacionais assumidos a partir da assinatura da Convenção de Viena de 1988, o Brasil aprovou a Lei de Lavagem de Dinheiro ou Lei nº 9613, de 1998.

Essa lei atribuiu às pessoas físicas e jurídicas de diversos setores econômico-financeiros maior responsabilidade na identificação de clientes e manutenção de registros de todas as operações e na comunicação de operações suspeitas, sujeitando-as ainda às penalidades administrativas pelo descumprimento das obrigações.

[7] http://www.mpf.mp.br/grandes-casos/lava-jato/entenda-o-caso

[8] https://veja.abril.com.br/economia/brasil-e-o-maior-do-mundo-em-lavagem-de-dinheiro/

[9] Il già citato Ministério da Economia

[10] http://www.planalto.gov.br/ccivil_03/Leis/L9613compilado.htm

[11] Principalmente il potere esecutivo, la Magistratura e la Procura della Repubblica

[12] Tra le recenti operazioni contro il riciclaggio si rimanda all’Operação Teseu, un’operazione che mira allo smantellamento economico di un’organizzazione criminale operante nel riciclaggio di proventi derivanti dal traffico di droga. Link dal sito della Polizia Federale brasiliana: https://www.gov.br/pf/pt-br/assuntos/noticias/2020/08-noticias-de-agosto-de-2020/pf-deflagra-a-3a-fase-da-operacao-teseu-para-desarticular-esquemas-de-lavagem-de-dinheiro-do-narcotrafico

[13] In Italia la lotta alla corruzione nella Pubblica Amministrazione è strutturata su più livelli. Ne ha parlato Deborah Veraldi per DirittoConsenso in questo articolo: http://www.dirittoconsenso.it/2020/10/08/lotta-alla-corruzione-pubblica-amministrazione/