Quando si parla di Ndrangheta bisogna sapere cos’è una ndrina e quali sono i suoi elementi fondanti per conoscere la base organizzativa di questa criminalità

 

Cos’è una ndrina: tra famiglia e territorio

Da anni si sente parlare di Ndrangheta[1] e delle sue ramificazioni in Italia, in Europa e in altri continenti. Innumerevoli operazioni[2] in nome della lotta alla criminalità organizzata dimostrano la potenza di questa organizzazione. Prestando bene attenzione è possibile notare che non è facile colpire l’intera compagine ma è più facile colpire, pur tra tante difficoltà, una o più ndrine. Ma cos’è una ndrina?

Una ndrina è un gruppo familiare. Al centro di questo microcosmo c’è una famiglia di sangue, attorno alla quale si estende una vasta rete di parentele. Una ndrina controlla un territorio, un’area. A capo della famiglia, quindi della ndrina c’è una persona: il capobastone. La ndrina non nasce senza un disegno preciso: si forma dopo l’autorizzazione del locale principale ed è una famiglia nota a tutte le locali.

Il vincolo di sangue è il mezzo per rendere impermeabile la ndrina. La dimensione numerica della cosca è una variabile fondamentale per determinare il potere del suo capo, poiché da essa dipendono la sua forza, in termini di personale disponibile allo scontro armato, nonché la sua capacità di controllare il territorio e di influenzare la vita della comunità. Le ndrine numerose comandano, quelle meno soccombono o devono allearsi con le più potenti.

La coesione interna, continuamente rinsaldata dalla pratica di matrimoni incrociati, e il coinvolgimento di congiunti nelle attività illecite pongono la ndrina al riparo da delazioni e tradimenti.

 

Che differenza c’è tra una ndrina e una cosca?

Cos’è una ndrina? L’abbiamo in parte trattata ma allora cos’è una cosca? Si assiste spesso soprattutto nel gergo giornalistico all’uso di quest’espressione a mò di equivalenza a ndrina. Per essere precisi però la cosca intende un gruppo più ampio rispetto alla ndrina. La cosca è l’intero gruppo di affiliati ad una ndrina.

La cosca intende quindi un gruppo più ampio, fatto di persone che eventualmente oltre a non appartenere a livello parentale con la famiglia dell’omonima cosca non è neanche membro di Ndrangheta.

Inoltre per completare il quadro organizzativo e gerarchico minore, più ndrine nella stessa zona formano il locale. Ciascun locale ha un proprio capobastone (detto sacra corona) , un contabile[3] e un crimine[4].

 

Come si fonda una ndrina?

Ed è proprio il locale ad assumere importanza dato che, secondo una gerarchia di tipo verticistica, questo ha una struttura simile a quella della ndrina. Dopo aver inquadrato cos’è una ndrina bisogna individuare come nasce una ndrina.

Quando il capo di una famiglia (famiglia appartenente ad una ndrina) raggiunge un numero superiore a 49, può chiedere al capobastone nella ndrina di appartenenza di poter creare una ndrina distaccata[5]. Il capofamiglia si reca a San Luca[6] chiedendo l’autorizzazione alla creazione della nuova ndrina. Dovrà però comunicare dove sarà operante la nuova ndrina al capobastone del locale sito fuori dal territorio di origine.

Può anche succedere in un altro modo. Il capobastone di una ndrina può creare altre ndrine distaccate in altri territori. In questo caso è assente la richiesta di autorizzazione ma ha il solo dovere di comunicare al capo del locale (cioè il capobastone di locale, noto anche come sacra corona o mammasantissima) nel cui territorio la ndrina distaccata andrà ad insediarsi.

È per questo motivo che anche qui si ricorre ad espressioni più familiari al grande pubblico come ramificazione delle ndrine, diffusione, colonizzazione o aree di influenza quando in realtà si tratta di ndrine distaccate e non più in alcuni casi direttamente collegate tra loro. Questi sono infatti i casi di ndrine fondate nel nord Italia o in altri Stati, specie Stati Uniti, Canada e Australia.

 

Rapporti tra le ndrine: non è tutto rose e fiori

Anche se la ndrina rappresenta la realtà di tipo familiare o di più gruppi familiari[7] non è affatto detto che una ndrina non entri in conflitto in un contesto in cui siano presenti altre famiglie ndranghetiste. Tutt’altro. Le guerre tra queste possono raggiungere centinaia di vittime nel corso degli anni. Tali conflitti interfamiliari e non raramente anche intrafamiliari sono caratterizzati dalla ferocia e dalla violenza esplosiva: sono le violentissime faide.

Un esempio raccapricciante ma che racchiude in sé questa violenza semi-tribale è quello riportato da Enzo Ciconte in Processo alla ‘Ndrangheta riguardante la faida di Taurianova:

Venerdì 3 maggio 1991. Giorno di vendetta [dopo l’uccisione di Rocco Zagari]. Del tutto prevedibile; anzi addirittura prevista. Quattro le vittime. Una di loro è Giuseppe Grimaldi. Colpito da una raffica violenta di lupara, cade per terra. Il suo assassinio afferra il pesante coltello di acciaio che Grimaldi usava per il lavoro di salumaio, mozza la testa della sua vittima, l’afferra per i capelli e la lancia in aria mentre un suo compagno spara contro quella testa mozzata. Colpita, rimbalza e vola ancora più in alto. […] Una ventina di persone, annichilite dalla scena atroce, sono testimoni dell’ultimo episodio della “guerra civile” di Taurianova […].”

 

La faida si conclude o nel peggiore dei modi, cioè con l’eliminazione della cosca rivale, oppure con un accordo di pace. Alcune faide però sono riesplose[8] dopo anni di silenzio. Celeberrimo rimane anche a distanza di anni la strage di Duisburg.

Cos’è una ndrina allora? È l’embrione della Ndrangheta, una realtà apparentemente minuscola ma che può di per sé contare già una potenza di fuoco, un’organizzazione interna[9] e un codice che non discosta dalle altre. L’essenza pura e cruda della Ndrangheta, di una criminalità organizzata apparentemente invincibile.

Informazioni

N. Gratteri, A. Nicaso, La Malapianta, 2011

E. Ciconte, Processo alla ‘Ndrangheta, 1996

[1] Per comodità riporto la forma priva dell’aspirazione iniziale (‘ndrina, ‘ndrangheta, ‘ndranghetista, etc.). Interessantissima è tra le tante cose l’etimologia di questa parola, che deriverebbe dal greco, per indicare gli uomini d’onore.

[2] Tra queste una delle più recenti è quella che ha coinvolto il presidente del consiglio regionale calabrese e la cosca Grande Aracri: https://catanzaro.gazzettadelsud.it/articoli/cronaca/2020/11/19/la-ndrangheta-investe-sulle-farmacie-colpo-ai-grande-aracri-19-indagati-coinvolto-un-politico-e9f1a370-0d1f-4aec-9cb7-2bd2aed7d89a/ . È chiaro infatti che politica e ndrangheta comunicano tra loro creando un contesto di corruzione, clientelismo e favori di vario genere. Questo argomento l’ho trattato anche in quest’altro articolo per DirittoConsenso: http://www.dirittoconsenso.it/2020/02/26/larticolo-416-ter-del-codice-penale-italiano/

[3] Il contabile è colui che gestisce le finanze.

[4] Il crimine è il giudice delle controversie interne, governa le modalità di regolamento dei conti con le cosche rivali, organizzando omicidi, estorsioni e agguati.

[5] La ndrina nascente viene definita bastarda perché si allontana dal contesto originario.

[6] La mamma di San Luca è la locale dell’omonimo paese, di imprescindibile valenza storica per la Ndrangheta.

[7] Legati tra loro per accordi di alleanza, spessissimo via matrimonio.

[8] Come la faida di Oppido Mamertina o quella più antica ma non meno violenta di Motticella.

[9] Composta da varie figure con specifici ruoli come lo sgarrista, il santista, il vangelo etc.