L’importanza dell’operazione Pandora V e i risultati ottenuti per contrastare il traffico illecito di beni culturali

 

Perché è importante l’operazione Pandora V?

Contrastare il traffico illecito di beni culturali richiede grandi sforzi da parte dell’intera comunità internazionale[1]. Principalmente gli attori coinvolti sono gli Stati e le organizzazioni internazionali. Tra queste ultime spicca l’INTERPOL[2] che, in qualità di organizzazione internazionale intergovernativa, coordina e supporta le indagini dei singoli Stati nella lotta ad alcune forme di criminalità transnazionale. Per questo motivo è bene citare l’operazione Pandora V.

L’edizione 2020 dell’operazione Pandora[3] è stata la più riuscita fino ad oggi, con oltre 56.400 beni culturali sequestrati[4]. Non solo: 67 persone arrestate e le forze dell’ordine e autorità doganali di 31 Stati hanno partecipato all’operazione Pandora V[5]. Durante la fase operativa sono stati effettuati decine di migliaia di verifiche e controlli in vari aeroporti, porti, valichi di frontiera, oltre che in case d’asta, musei e residenze private.

 

Parola d’ordine: favorire la cooperazione internazionale

Data la natura globale di questo crimine, l’Europol e l’INTERPOL e l’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO) hanno istituito unità di coordinamento delle operazioni 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per supportare lo scambio di informazioni, nonché per diffondere avvisi, avvertimenti ed eseguire controlli incrociati contro banche dati internazionali e nazionali. Questi strumenti di coordinamento sono indispensabili specie per le operazioni su vastissima scala.

L’operazione Pandora V è stata guidata dalla Guardia Civil spagnola, con il coordinamento internazionale sostenuto da Europol[6], INTERPOL[7] e WCO[8]. In più l’operazione è stata realizzata nell’ambito della Piattaforma Multidisciplinare Europea contro le Minacce Criminali (EMPACT).

Come detto, bisogna menzionare le attività delle altre forze dell’ordine. La polizia nazionale olandese ha organizzato una settimana di pattugliamento informatico di cinque giorni incentrata sui mercati online, consci del fatto che il mercato illecito dei beni culturali si muove anche sui canali informatici[9]. Forze dell’ordine di 15 paesi, con il supporto di Europol, INTERPOL e WCO, hanno individuato vendite sospette online, a seguito delle quali sono state aperte 15 nuove indagini.

 

I risultati dell’operazione Pandora V

  • Ben 300 reperti archeologici sono stati sequestrati a seguito di un’unica indagine condotta dalla dogana francese.
  • Le autorità spagnole hanno sequestrato più di 7.700 beni culturali: reperti archeologici, monete, sculture, statue, armi, dipinti e archivi di suoni, film e fotografie per un valore superiore a 9 milioni di euro.
  • Durante la fase operativa, anche la Guardia Civil spagnola ha portato a termine una complessa indagine avviata nell’ambito di Pandora III. Di conseguenza, un individuo è stato arrestato e sono stati recuperati 94 oggetti trafugati in vari luoghi di culto. Nella sua abitazione sono stati sequestrati complessivamente 165mila euro in contanti. L’arrestato è sospettato di aver tentato di vendere online questi beni rubati, come un calice d’argento del XVI secolo e un manoscritto miniato dell’Apocalisse di Beato di Liébana.
  • Con ricerche su Internet, la polizia svedese ha identificato un oggetto d’arte popolare rubato in Svezia nel 2019. Alla stessa asta online, gli investigatori hanno scoperto un paio di candelabri del XVII secolo rubati da una chiesa svedese otto anni prima.
  • L’Arma dei Carabinieri ha denunciato il sequestro di oltre 2.700 beni culturali tra cui ceramiche, beni archeologici, opere d’arte e libri per un valore di 1.155.000 euro.
  • La polizia greca ha effettuato 34 arresti e recuperato un totale di 6.757 antichità, tra oggetti in ceramica e marmo, nonché 6.452 monete, di cui 5.533 sono state recuperate in un’unica indagine. In un caso, due cittadini greci sono stati arrestati per aver tentato di vendere 6 antichità in marmo e argilla per 150.000 euro.
  • In totale sono stati sequestrati 50 metal detector, sei dei quali sono stati sequestrati direttamente nei siti archeologici, dimostrando chiaramente che tali siti fossero depredati illegalmente.
  • Diverse centinaia di granate della Seconda Guerra Mondiale e altri ordigni esplosivi sono stati sequestrati dalle forze di polizia della Repubblica slovacca. Questo è uno sviluppo preoccupante poiché alcuni di questi vecchi ordigni esplosivi sono ancora funzionanti e potrebbero causare numerose vittime.

Informazioni

https://www.interpol.int/News-and-Events/News/2021/More-than-56-400-cultural-goods-seized-and-67-arrested

Basic Actions concerning Cultural Objects being offered for Sale over the Internet

Klimenko, A. I. and Solukov, A. A. (2020) “The International Criminal Police Organization (interpol): Issues of Legal Ideology,” Moscow Journal of International Law, 1(1), pp. 79–89.

[1] Per un approfondimento sul mercato illecito dei beni culturali e sulle particolarità di questo mercato illegale rinvio ad un articolo più specifico: http://www.dirittoconsenso.it/2021/03/22/mercato-illecito-beni-culturali/ .

[2] Per un approfondimento sul ruolo dell’INTERPOL nella lotta al traffico illecito di beni culturali rimando ad un altro articolo pubblicato su DirittoConsenso: http://www.dirittoconsenso.it/2019/10/21/interpol-lotta-traffico-illecito-beni-culturali/ .

[3] Si è arrivati all’operazione Pandora V dopo altre operazioni Pandora. Ho accennato all’operazione Pandora III in quest’articolo sullo Stolen Works of Art Database dell’INTERPOL: http://www.dirittoconsenso.it/2021/10/06/stolen-works-of-art-database-interpol/ . L’INTERPOL funge da archivio centrale per questi dati, fornendo analisi per identificare le tendenze emergenti nei furti d’arte come la proliferazione di opere contraffatte, false o contraffatte; o l’uso di Internet per vendere opere di dubbia provenienza.

[4] I beni sequestrati sono reperti archeologici, mobili, monete di varie epoche, dipinti, strumenti musicali e sculture.

[5] I paesi partecipanti all’operazione Pandora V sono stati Albania, Austria, Bielorussia, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Turchia e Regno Unito.

[6] Europol, in qualità di co-leader di questa azione, ha svolto un ruolo chiave nell’attuazione dell’intera operazione facilitando lo scambio di informazioni e fornendo supporto analitico e operativo.

[7] L’INTERPOL ha collegato i paesi balcanici ed europei partecipanti, facilitando lo scambio di informazioni attraverso il suo sistema di comunicazione sicuro. Un esperto dedicato ha supportato l’intera operazione controllando due volte le ricerche nello Stolen Works of Art database dell’INTERPOL per individuare e identificare gli oggetti rubati e scomparsi

[8] La WCO ha anche facilitato lo scambio di informazioni tra diverse agenzie attraverso uno speciale gruppo di utenti creato sulla sua piattaforma di comunicazione CENComm.

[9] Che internet possa essere un terreno fertile per le compravendite illegali non è un mistero. Le linee guide operative del 2015 della Convenzione UNESCO del 1970 rappresentano uno strumento fondamentale per la completezza della Convenzione. Come individuato nel punto 69 delle Linee Guida, la rete è un mondo molto vasto in cui addentrarsi per l’anonimità dei venditori e la difficile individuazione dei compratori. In più i falsi sono più difficili da scovare e, cosa non da poco, le indagini che riescano a individuare i beni culturali oggetto di reato sono complesse e richiedono l’intervento di forze dell’ordine di altri Stati. Ecco perché le autorità nazionali devono promuovere la supervisione da parte del pubblico (sia specialisti che altre persone interessate a particolari culture) per essere vigili in merito alle offerte su internet e per informare l’amministrazione o le autorità competenti quando sembra che un oggetto del patrimonio nazionale non precedentemente noto sia offerto su un sito web o quando un oggetto di origine straniera venga offerto con un indirizzo locale. In questi casi infatti le autorità devono esaminare le informazioni ricevute nel più breve tempo possibile anche servendosi di consulenti che siano in grado di dimostrare la natura e l’importanza dei beni segnalati.