Un articolo sulla composizione e sulle funzioni del Consiglio Costituzionale francese. Compresi i poteri e le prerogrative, di che tipo di organo si tratta?
Il Consiglio Costituzionale francese: cos’è?
Il Titolo VII della Costituzione francese è dedicato al Consiglio Costituzionale (Conseil constitutionnel), un organo della struttura costituzionale francese di grandissima importanza. Ci sono però anche altre disposizioni costituzionali che riguardano (e spiegano) le funzioni del Consiglio Costituzionale francese ed il rapporto tra questo con altre figure istituzionali.
Ricordo intanto che il Consiglio Costituzionale non sostituisce altri organi: in Francia sono previsti sia il Consiglio di Stato (che presiede la giurisdizione amministrativa) sia la Corte di Cassazione (per la giurisdizione ordinaria).
Il Consiglio Costituzionale francese agisce in situazioni particolari. In breve nei seguenti casi:
- impedimento del Presidente della Repubblica francese[1];
- rinvio delle elezioni
- controllo di costituzionalità
- ripartizione delle competenze tra leggi e regolamenti
- contenzioso elettorale e in materia di referendum (articoli 58, 59 e 60).
In base all’articolo 63 (che è appunto nel Titolo VII) è una legge organica che determina le norme di organizzazione e di funzionamento del Consiglio Costituzionale, la procedura per adirlo e i termini per investirlo di contestazioni elettorali (vedremo quali più avanti).
Per dare una breve analisi storica, il Consiglio Costituzionale francese è stato creato nel 1958 con la Costituzione di quell’anno ma il suo ruolo è stato ampliato con il bloc de constitutionnalité del preambolo della Costituzione del 1946[2] e nel 1974 con l’introduzione della saisine parlamentaire[3].
Giusto per chiudere quest’introduzione, aggiungo che tale organo non trova per funzioni e poteri un corrispondente nell’ordinamento giuridico italiano. Dire ad esempio che il Consiglio Costituzionale francese sia uguale alla Corte Costituzionale italiana sarebbe un errore.
Composizione del Consiglio Costituzionale
L’articolo 56 della Costituzione indica i criteri della composizione dell’organo in questione. Il Consiglio Costituzionale comprende 9 membri, il cui mandato, che dura 9 anni, non è rinnovabile. Ha però la particolarità che è un organo che si rinnova spesso: si rinnova per un terzo ogni 3 anni (quindi 3 membri). Dei 9 membri:
- 3 sono nominati dal Presidente della Repubblica (quest’ultimo nomina anche il presidente del Consiglio Costituzionale)
- 3 dal Presidente dell’Assemblea Nazionale
- 3 dal Presidente del Senato.
Oltre i 9 membri fanno parte del Consiglio Costituzionale francese i Presidenti emeriti della Repubblica. Il Consiglio Costituzionale, quindi, può avere una composizione leggermente variabile: non è mai del tutto certo che i membri siano 9.
La QPC, la question prioritaire de constitutionnalité
Tra le funzioni del Consiglio Costituzionale francese più rilevanti bisogna menzionare la question prioritaire de constitutionnalité, nota comunemente in Francia come QPC.
La QPC è il diritto riconosciuto a qualsiasi persona, parte di un processo, di sostenere che una disposizione legislativa è contraria ai diritti e alle libertà garantiti dalla Costituzione (droits et libertés que la Constitution garantit).
Questo controllo si dice a posteriori, poiché il Consiglio costituzionale esamina una legge già entrata in vigore. Inoltre, una norma legislativa abrogata, ma che resta applicabile alla controversia, può essere oggetto di QPC.
Più precisamente, la QPC è il diritto riconosciuto a chiunque sia parte in una causa o in un’istanza a sostenere che una disposizione legislativa viola i diritti e le libertà garantiti dalla Costituzione. Se ricorrono i presupposti di ammissibilità della questione, spetta proprio al Consiglio Costituzionale, adito su rinvio del Consiglio di Stato (Conseil d’État) o della Corte di Cassazione (Cour de Cassation), pronunciarsi e, se del caso, abrogare la norma legislativa.
Al termine della QPC, il Consiglio Costituzionale:
- O dichiara la norma legislativa conforme alla Costituzione,
- O la dichiara incostituzionale.
Prima della riforma costituzionale del 23 luglio 2008, non era possibile impugnare la conformità alla Costituzione di una legge già entrata in vigore. Da allora, i litiganti godono di questo diritto ai sensi dell’articolo 61-1 della Costituzione.
Il rapporto tra Presidente della Repubblica e Consiglio Costituzionale francese
Il Consiglio Costituzionale opera in una particolare situazione secondo l’articolo 7 della Costituzione francese. In base a questa disposizione, che per lo più spiega come il Presidente della Repubblica sia espressione dei risultati del voto, viene detto che nel caso di vacanza della Presidenza della Repubblica dovuta a qualsiasi causa o d’impedimento constatato dal Consiglio Costituzionale su incarico del Governo, le funzioni del Presidente della Repubblica sono provvisoriamente esercitate dal Presidente del Senato. Qualora anche quest’ultimo fosse nell’impossibilità di esercitare le funzioni allora spetterà al Governo.
Nel caso in cui, tra l’altro, l’impedimento fosse definitivo su espressa dichiarazione del Consiglio Costituzionale, si dovrà procedere all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Rimangono ferme le disposizioni riguardanti la candidabilità dei candidati (art. 7).
Due funzioni del Consiglio Costituzionale francese
Quali sono di preciso le funzioni del Consiglio Costituzionale francese? Dobbiamo leggere il dettato costituzionale perché accanto a 3 disposizioni simili (gli articoli 58, 59 e 60) ne segue una relativa alla giurisdizione.
In base all’articolo 58, il Consiglio Costituzionale sovrintende alla regolarità dell’elezione del Presidente della Repubblica. In più, esamina i ricorsi e proclama i risultati dello scrutinio.
Secondo l’articolo 59 poi decide in caso di contestazione sulla regolarità delle elezioni dei deputati e dei senatori.
In base, infine, all’articolo 60 verifica le regolarità delle operazioni referendarie (previste agli articoli 11 e 89 e al titolo XV) e ne proclama i risultati.
Il Consiglio Costituzionale opera anche sul controllo di molti atti. In particolare, il Consiglio Costituzionale decide sulla conformità alla Costituzione (controllo di costituzionalità):
- delle leggi organiche prima della loro promulgazione
- delle proposte di legge prima di essere sottoposte a referendum
- dei regolamenti delle assemblee parlamentari prima della loro entrata in vigore.
Il Consiglio Costituzionale opera con una certa celerità: deve deliberare entro un mese e, nei casi più urgenti e su richiesta del Governo, addirittura in 8 giorni.
In base all’articolo 61, una legge organica prima della promulgazione, le proposte di legge prima che siano sottoposte a referendum e i regolamenti parlamentari prima che entrino in vigore devono essere sottoposti al controllo di costituzionalità. Tale controllo avviene anche per i testi legislativi prima della loro promulgazione, quando però sono sottoposti all’esame del Consiglio Costituzionale se ne fanno richiesta il Presidente della Repubblica, il Primo Ministro, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, il Presidente del Senato, 60 deputati o 60 senatori. Il termine di promulgazione in tutti questi casi viene sospeso per dare il tempo al Consiglio Costituzionale di operare.
L’articolo 61-1 prevede che qualora in occasione di un procedimento in corso dinanzi ad una giurisdizione si sostenga che una disposizione di legge porti pregiudizio ai diritti e alle libertà garantiti dalla Costituzione, il Consiglio Costituzionale può essere investito di tale questione. Questo avviene su rinvio del Consiglio di Stato o della Corte di Cassazione. Una disposizione dichiarata incostituzionale non può essere, logicamente, né promulgata, né applicata. Dichiarata incostituzionale, la disposizione è abrogata a partire dalla pubblicazione della decisione del Consiglio Costituzionale o dalla data successiva stabilita da tale decisione.
Data l’estrema importanza dell’organo, non è ammesso alcun ricorso contro le decisioni del Consiglio Costituzionale: le pronunce di quest’organo sono immodificabili e di estrema rilevanza. Esse infatti sono, traduzione dal testo originario, “obbligatorie per i pubblici poteri e per tutte le autorità amministrative e giurisdizionali”.
Di che tipo di organo si tratta?
Ad un’analisi complessiva dell’organo e delle funzioni del Consiglio Costituzionale francese è lampante come accanto a compiti tipici di un organo garante dei diritti e delle libertà – il controllo di costituzionalità – ci siano prerogative meno comuni – le questioni riguardanti i risultati elettorali ed i referendum. Ciò non toglie che esso sia un organo che operi secondo il principio dell’imparzialità (anche dei suoi membri) e della neutralità rispetto ai dibattiti e ai fatti politici.
Per concludere quindi, il Consiglio Costituzionale francese completa una forma di governo di uno Stato che ha elementi caratteristici – come il semipresidenzialismo, la possibile seppur remota coabitazione, il ruolo centrale del Presidente della Repubblica, per citare i più noti – e perciò risulta determinante e funzionale nella struttura politico-istituzionale d’Oltralpe.
Informazioni
[1] Per un approfondimento sul Presidente della Repubblica francese rinvio a quest’articolo che ho scritto per DirittoConsenso: I poteri del Presidente della Repubblica francese – DirittoConsenso
[2] In seguito alla storica sentenza del 16 luglio 1971, il preambolo della Costituzione del 1946 fa riferimento alla dichiarazione dei diritti del 1789, al preambolo della Costituzione del 1946 e ai principi delle leggi della Repubblica, e ciò che ha trasformato il Consiglio in giudice pieno della costituzionalità della legge anche con riferimento alla violazione dei diritti e delle libertà.
[3] L’espressione saisine parlamentaire indica un atto politico in base al quale è concesso a una minoranza di parlamentari il diritto di deferimento al Consiglio Costituzionale. Per un approfondimento (in lingua originale) rinvio a alla pubblicazione La saisine parlementaire (au titre de l’article 61 de la Constitution) | Conseil constitutionnel (conseil-constitutionnel.fr)

Lorenzo Venezia
Ciao, sono Lorenzo. Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca con una tesi sul recupero dei beni culturali nel diritto internazionale e sul ruolo dell'INTERPOL e con il master "Cultural property protection in crisis response" all'Università degli Studi di Torino, sono interessato ai temi della tutela dei beni culturali nel diritto internazionale, del traffico illecito di beni culturali e dei fenomeni di criminalità organizzata e transnazionale.