All’indomani della Seconda guerra mondiale, sei nazioni firmano i primi accordi di cooperazione europea aventi ad oggetto materie essenziali all’industria bellica: nasce la CECA, non classificabile come semplice accordo economico, ma germe dell’attuale UE
Introduzione storica
Per poter comprendere compiutamente le ragioni all’origine ed evoluzione del più importante fenomeno di integrazione sul continente europeo, è necessaria una breve digressione sul ruolo della storia e cultura europea nella costruzione del mondo occidentale.
L’Europa beneficia di una posizione centrale che, a differenza degli altri continenti, le ha consentito nel corso dei secoli il fiorire dei rapporti commerciali e le relazioni tra popoli.
Il toponimo “Europa” ha un’origine incerta. Secondo la teoria più accreditata deriva dal greco antico eurus, cioè “ampio” e ōps/ōp-/opt-, vale a dire “occhio, viso”, quindi Europē significa “largo sguardo”, “ampio d’aspetto”.
Il vecchio continente si è sempre caratterizzato per essere campo di lunghe e sanguinose battaglie che hanno coinvolto spesso realtà extraeuropee, culminate nei due conflitti mondiali del XX secolo.
Dal 1914 al 1918 l’Europa diviene teatro della Prima guerra mondiale che ha determinato la caduta dei due Imperi continentali, l’Impero austro-ungarico e l’Impero germanico, ma soprattutto ha lasciato un continente povero, distrutto e politicamente frammentato.
Attriti e tensioni culminano pochi anni dopo in un secondo conflitto mondiale, dovuto principalmente all’asse Italia-Germania-Impero giapponese e alla loro aggressiva politica di espansione. L’esito della Seconda Guerra mondiale causa la perdita dell’egemonia sul resto del pianeta e l’inizio di una guerra fredda tra le due principali potenze vincitrici: URSS e USA.
Il continente si scopre attraversato dalla cortina di ferro, linea di confine tra il blocco occidentale e capitalista, soggetto all’influenza americana e il blocco orientale e comunista, sotto il controllo sovietico. Tale assetto geopolitico si è concluso con la dissoluzione dell’Unione sovietica e la creazione e assestamento della Comunità economica del Carbone e dell’Acciaio (CECA) e successivamente dell’Unione Europea.
Manifesto di Ventotene e Dichiarazione di Schuman
Evento intellettuale e testo fondante della CECA è il “Manifesto di Ventotene”, composto dagli antifascisti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il confino per motivi politici nell’isola di Ventotene nel 1941. Si tratta del primo documento in cui si prefigura la necessità di un’Europa federalista dotata di una moneta unica, una politica estera comune, un esercito europeo e soprattutto un governo per tutti i popoli europei capace di frenare i nazionalismi europei da sempre “minaccia permanente per la pace internazionale”.
Un ruolo chiave nell’avvio del processo di integrazione europea è rivestito dal politico e diplomatico francese Jean Monnet, autore del progetto conosciuto come Dichiarazione Schuman, dal nome del ministro degli esteri francese che lo ha pronunciato, il 9 maggio 1950 (Giorno o festa dell’Europa dal 1985). Si tratta di un piano di cooperazione economica che si focalizza sull’istituzione di un mercato unico europeo per il carbone e l’acciaio e sulla creazione di una stretta e decisiva cooperazione tra Francia e Germania, le cui ostilità hanno da sempre inciso sulla storia europea, sconvolgendola. Fondamentale in questo senso è il discorso tenuto dal primo ministro inglese Winston Churchill all’Università di Zurigo, il 19 settembre 1946: “Il primo passo nella ricostruzione della famiglia europea dev’essere una partnership tra Francia e Germania”.
Consiglio d’Europa
Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale fondata il 5 maggio 1949 con lo scopo di favorire una stretta collaborazione tra stati membri per poter affrontare problemi di interesse comune. Il Consiglio d’Europa ha svolto un’importante attività di tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e ha promosso la conclusione di accordi nel campo economico-sociale, culturale, scientifico e giuridico. Il trattato più importante promosso dal Consiglio è la Convenzione Europea per la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU, 1950), testo centrale in materia di protezione dei diritti fondamentali dell’uomo e dotato di un organo giurisdizionale permanente: la Corte europea dei diritti dell’uomo.
La nascita del Consiglio ha testimoniato concretamente come, mediante la CECA, la cooperazione su priorità e orientamenti politici nel continente europeo fosse possibile.
Principali teorie dell’integrazione europea
In questo contesto politico e culturale si sono affermate diverse teorie dell’integrazione europea, poi tradotte in diversi aspetti dell’ordinamento della CECA e in un secondo momento dell’Unione europea:
- Teoria federalista, la cooperazione deve avvenire all’interno di una federazione europea che eserciti le prerogative tipiche della sovranità, quali la difesa, la politica monetaria e di sicurezza sul territorio. I federalisti progettano un organismo politico e giuridico che rispetti le identità nazionali ma creando una coesione tra i popoli in modo da dar vita a un demos europeo ed evitare il ripetersi di conflitti che metterebbero a ferro e fuoco il continente. Uno dei principali esponenti è l’autore del Manifesto di Ventotene Altiero Spinelli.
- Teoria inter-governativa o federalista, configura una cooperazione tra governi autonomi e distinti tra loro, un’integrazione creatrice di istituzioni titolari di progetti e istanze comuni, lasciando però immutate la sovranità e le competenze degli Stati partecipanti. Questi restano i soli legittimati ad esprimere la volontà comune e a determinare l’indirizzo da imprimere al processo di cooperazione. Il principale esponente è il primo ministro inglese Winston Churchill.
- Teoria funzionalista concepisce la cooperazione per funzioni, cioè attraverso il progressivo trasferimento di funzioni e aree ben determinate dalla sovranità dello Stato ad istituzioni espressione dell’integrazione europea che gestiscono tali competenze in maniera autonoma. L’ideologia alla base è che la cooperazione in un determinato settore porterà alla collaborazione in un settore strettamente connesso fino ad arrivare alla completa integrazione. I principali sostenitori sono Robert Schuman e Jean Monnet, entrambi francesi.
La CECA
La dichiarazione di Schuman ha comportato l’adozione di una serie di azioni concrete estremamente incisive, la più importante è l’istituzione della Comunità europea del carbone e acciaio. Il trattato è stato firmato a Parigi il 18 aprile 1951 da Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo ed è entrato in vigore il 25 luglio 1952.
La cooperazione limitata al settore del carbone e dell’acciaio non è una scelta casuale: i bacini della Ruhr e Saar, da secoli contesi da Francia e Germania, costituivano una delle preoccupazioni maggiori per l’Europa insieme all’assetto militare del continente. La soluzione viene individuata nella creazione e sviluppo di una difesa comune[1] del territorio e gestione europea dell’industria siderurgica.
Le materie prime rappresentano il primo passo di un processo di integrazione europea, da realizzarsi gradualmente.
Il trattato costitutivo della CECA ha una durata di 50 anni ed è giunto a termine il 23 luglio 2002 senza venire rinnovato. Le sue funzioni vengono completamente assorbite dall’UE nel quadro dei Trattati di Amsterdam e Nizza.
Struttura istituzionale della CECA
La CECA è composta da quattro organi:
- L’Alta Autorità è l’istituzione centrale e si compone di nove membri con durata di 6 anni: un presidente e 8 membri ordinari, due per Francia, Repubblica Federale tedesca e Italia, uno per ciascun stato del Benelux (Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo). Si tratta di un ente sovranazionale con ampie funzioni gestionali e decisionali nel settore del carbone e dell’acciaio e con un rapporto diretto nei confronti delle imprese siderurgiche. Primo presidente dell’Alta Autorità è stato nominato Jean Monet, per il suo incommensurabile contributo alla rinascita del continente europeo;
- Il Consiglio Speciale dei Ministri: composto dai ministri degli esteri di ciascun Stato membro, con funzione consultiva nei confronti dell’Alta Autorità.
- L’Assemblea Comune: è costituita da rappresentanti dei parlamenti degli Stati della Comunità, il progetto iniziale prevedeva che successivamente l’elezione dei membri avvenisse a suffragio universale diretto. È dotato di funzioni consultive;
- La Corte di Giustizia: si compone di sette giudici e due avvocati generali la cui nomina è rimessa all’accordo dei governi degli stati membri. Il mandato è di 6 anni e l’organo viene rinnovato in parte ogni 3 anni. La principale funzione è il controllo di legittimità degli atti emanati dall’Alta Autorità e dalle altre istituzioni e il giudizio sulle vertenze tra Stati membri e Stati membri-istituzioni in relazione all’applicazione dei Trattati. La Corte è poi chiamata ad esprimersi in merito ad abusi e sviamenti del potere da parte dell’apparato istituzionale della CECA nei confronti di imprese e aziende.
L’Alta Autorità è l’organo attorno a cui viene costruito l’intero impianto giuridico-organizzativo della CECA, l’istituzione a cui è demandata la realizzazione degli obiettivi e finalità del Trattato di Parigi. Al tempo stesso si afferma però la necessità di garantire il corretto esercizio, cioè in maniera conforme alla legge, delle competenze attribuite all’Autorità; la soluzione viene individuata nella creazione di un organo giurisdizionale con potere di sindacare e annullare le sue decisioni, la Corte di Giustizia. L’Alta Autorità viene delineata quindi come un’istituzione dotata di soggettività giuridica internazionale e non semplice destinatario della sovranità degli Stati riuniti nella CECA.
La creazione del Consiglio Speciale dei Ministri risponde al problema della stretta interrelazione tra il settore del carbone e acciaio e la competenza degli Stati in merito all’economia generale. Si tratta di un organo consultivo privo di poteri di appello nei confronti degli atti dell’Alta Autorità, il cui carattere di organo sopranazionale in questo modo non risulta pregiudicato.
La CECA rappresenta un unicum nel panorama giurico-politico internazionale in quanto presenta caratteristiche peculiari e di rilievo rispetto agli altri enti sovranazionali:
- È dotata di due organi esecutivi (Alta Autorità e Consiglio), non uno solo come il Consiglio di Sicurezza dell’ONU;
- L’Assemblea comune (organo numericamente più esteso) prevede un procedimento di composizione singolare consistente nell’elezione a suffragio universale e non nella nomina di comune accordo da parte degli Stati membri come nella maggior parte delle organizzazioni internazionali;
- Presenza di un organo giurisdizionale con poteri molto estesi in materia di interpretazione ed applicazione del Trattato CECA.
La comunità europea di difesa (CED)
Il conflitto in Corea, scoppiato il 25 giugno 1950, ha consentito lo sviluppo di una Comunità Europea di Difesa (CED), fortemente influenzata dall’apparato istituzionale e giuridico della CECA. Il trattato è stato firmato a Parigi il 27 maggio 1952 dagli stessi membri della Comunità economica del Carbone e dell’Acciaio e prevedeva principalmente l’istituzione di corpi d’armata comuni sotto il controllo e l’azione del Commissariato. L’istituzione della CED è stata impedita dalla mancata ratifica del trattato da parte della Francia, la cui opposizione si giustifica col timore del riarmo della Germania.
L’esperienza della Comunità europea di difesa non può essere classificata come totalmente fallimentare perché ha permesso lo sviluppo del dialogo tra gli Stati e la presa di coscienza dei vantaggi conseguiti nel settore del carbone e dell’acciaio attraverso l’istituzione del mercato comune. Grandi statisti come Monnet e Spaak hanno così compreso la necessità di estendere la cooperazione ad altri settori cruciali come l’energia nucleare e i trasporti.
Conclusioni
Volendo tracciare un bilancio sull’operato della Comunità economica del carbone e dell’acciaio (CECA) a 10 anni dalla sua cessazione nel 2002, non si può prescindere dall’evidenziare il ruolo pionieristico nel processo di integrazione europea, fornendo le fondamenta per tutte le tappe e gli accordi successivi e il suo apporto essenziale nell’instillare l’idea che “Non c’è futuro per i popoli europei se non nell’Unione”, come affermato dal padre fondatore della Comunità europea, Jean Monnet.
Informazioni
Lauria F, Manuale di diritto delle Comunità europee, UTET Torino, 1996.
Adam R., Tizzano A., Lineamenti di diritto dell’Unione europea, Giappichelli Editore, Torino, 2010.
Tesauro G., Diritto dell’Unione europea, CEDAM, Padova, 2010.
Pocar F., Il diritto dell’Unione e delle Comunità europee, Giuffré editore, Milano, 2006.
Gaja G, Introduzione al diritto comunitario, Laterza edizioni, Bari, 2009.
Dell’Omodarme M, Europa, miti e realtà del processo di integrazione, Marzorati editore, Milano, 1981.
[1] La politica europea degli ultimi anni potrebbe essere messa in discussione dalle nuove istituzioni che saranno in carica per i prossimi cinque anni. Senza dubbio una delle tematiche in discussione sarà il futuro della politica europea di difesa. Per approfondimenti si rimanda all’articolo di Gaia Morosi: La politica europea in materia di difesa – DirittoConsenso

Sara Dellerba
Ciao, sono Sara. Sono iscritta al quarto anno della facoltà di Giurisprudenza, presso l’Università degli studi di Torino. Nel mio percorso di studi ho sviluppato un vivo interesse per il diritto internazionale ed umanitario, con particolare riguardo alla condizione femminile e al diritto dei rifugiati. Attraverso Summer schools e conferenze ho poi potuto approfondire la storia e l’ordinamento giuridico dell’India e della Cina, due paesi sempre più centrali nello scenario geopolitico.