L’essenza del federalismo europeo é che ‘’Dobbiamo creare una specie di Stati Uniti d’Europa’’ (Winston Churchill)
Il federalismo in breve e il federalismo europeo
Prima di iniziare a trattare di federalismo europeo è utile dare una breve definizione di federalismo. Ebbene, quando si parla di federalismo bisogna anzitutto intendere un modello di decentramento statale, tipico di governi costituzional-liberali, nel quale il potere politico viene ripartito fra uno stato centrale federale e gli stati membri, che possono essere i Länder come in Germania oppure come i cantoni in Svizzera. La caratteristica del federalismo è che le diverse entità politiche si trovano in una posizione di equiordinazione delle funzioni previste all’interno della costituzione federale anche se poi lo stato federale gode di una posizione costituzionalmente privilegiata. Per quanto riguarda la sovranità e in particolare la titolarità effettiva della stessa si parla di doppia sovranità; quindi, si ha la sovranità degli Stati membri e la sovranità federale. La sovranità federale è quella che prevale in una prospettiva storica dal momento che è la costituzione federale che condiziona, limita, riforma, verifica e poi prevale su quella dei singoli stati membri.
Quando si parla di federalismo europeo si indica, invece, la dottrina sostenuta soprattutto dai vari movimenti federalisti europei che vogliono l’unione di più stati nazionali in un organismo sopranazionale, che sia fondato su una carta federale e dotato di poteri centrali capaci di unificare e dirigere il mercato, la politica estera[1] e militare dei singoli paesi. L’idea alla base del federalismo, e qui nello specifico del federalismo europeo, è che i singoli Paesi nel momento in cui accettano di entrare nella federazione rinuncino a parte dei loro poteri sovrani trasferendoli agli organi politici comuni. Lo Stato deve rinunciare a parte della sua sovranità e a parte dei poteri che ne derivano e qui sta il punto più interessante e complesso alla base dei federalismi e nel caso specifico alla base del federalismo europeo.
È doveroso a questo punto fare chiarezza anche su un altro concetto e cioè quello di confederazione messo a confronto con quello di federazione. Quando si parla di confederazione deve intendersi una alleanza tra Stati, che in genere sono confinanti e che perseguono soprattutto in campo internazionale scopi comuni mediante apposite istituzioni, pur mantenendo ciascuno la loro piena indipendenza e sovranità. La federazione o Stato federale, invece si qualifica come unione di Stati caratterizzata dal fatto che la personalità giuridica internazionale viene posta in capo allo Stato federale, mentre i singoli Stati federali mantengono il potere esecutivo, legislativo e giudiziario nei limiti previsti dalla Costituzione federale. Le federazioni si fondano sempre su una Costituzione scritta che prevede la divisione di competenze tra il governo federale e i governi degli Stati o regioni federati.
In generale, si può dire che la costruzione dell’unità europea è stata la condizione necessaria per garantire la pace, il progresso, la solidarietà e la prosperità del nostro continente. Oggi però l’Unione europea si trova a dover affrontare molte sfide, tra cui soprattutto le forze nazionaliste e populiste che si trovano al suo interno, le quali hanno voce in capitolo soprattutto perché l’Europa risulta ancora incompleta dal punto di vista strutturale e queste stesse forze traggono la loro essenza dalle mancanze del sistema Europa.
Come nasce l’idea del federalismo europeo
Alcide De Gasperi diceva «Per unire l’Europa c’è più da distruggere che da edificare; gettare via un mondo di pregiudizi, di pusillanimità, un mondo di rancori […]. L’Europa esiste ma è incatenata! Sono questi ferri che bisogna spezzare.».
L’idea del federalismo europeo si è sviluppata soltanto nel ‘900 e uno dei più grandi sostenitori del filone del federalismo europeo è stato Luigi Einaudi. Egli prendeva ispirazione dalla storia degli USA e dalla trasformazione in senso federale, che era necessaria, secondo Einaudi, per la sopravvivenza dello Stato. Einaudi sosteneva che i singoli Stati sovrani appartenenti alla Confederazione nata nel 1781 rischiavano di far collassare il sistema che si era appena creato. Einaudi vedeva nella sovranità e nell’indipendenza degli Stati la radice del male. Gli Stai Uniti nel 1789 sono divenuti una federazione. Tutto ciò che pensava Einaudi fu confermato dopo la II Guerra Mondiale preceduta dall’l’instaurazione di regimi autoritari e totalitari e lo portò ad affermare che la causa prima della guerra non risiede nella forma di Stato – monarchia o repubblica che sia – ma nella sovranità assoluta degli Stati. È stata, infatti, a parere di Einaudi proprio l’assenza di una entità sovranazionale e imparziale e l’anarchia internazionale a portare gli Stati a risolvere le loro controversie ricorrendo all’uso della forza.
Uno dei documenti più importanti alla base del pensiero del federalismo europeo è senza dubbio il Manifesto di Ventotene. Gli autori dello scritto, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, puntavano alla creazione di un Movimento per l’Europa Libera e Unita, il cui corollario era la creazione di una federazione a livello europeo dei seguenti tratti
- Costituzione repubblicana di tutti i paesi federati
- Costituzione di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionale
- Fine delle autarchie economiche
- Dotazione di organi e mezzi sufficienti per far eseguire nei singoli stati federali le deliberazioni dirette a mantenere un ordine comune
- Autonomia politica dei singoli stati sulle questioni riguardanti le caratteristiche peculairi dei vari popoli.
L’obiettivo del federalismo europeo era ed è quello di far nascere quelli che spesso vengono chiamati ‘’Stati Uniti d’Europa’’ attraverso la creazione di un’autorità federale che mettesse fine alle politiche nazionali particolaristiche, dando origine ad un corpo normativo e amministrativo a cui tutti i membri avrebbero dovuto contribuire in egual misura e allo stesso tempo a cui tutti gli stati membri avrebbero dovuto sottostare allo stesso modo. All’epoca del manifesto di Ventotene l’unico esempio di federazione in Europa era rappresentato dalla confederazione elvetica, mentre gli stati europei si sono sempre ispirati ad una costruzione statale che fosse tra lo stato assoluto e lo stato unitario sovranista e talvolta nazionalista. Tutto ciò rendeva ovviamente molto ardua non il funzionamento degli stati uniti d’Europa, bensì proprio la loro nascita.
A che punto siamo?
L’Unione europea è senz’altro un esempio del tutto originale[2]. Essa rappresenta, infatti, una forma ibrida tra una confederazione e una federazione che nel corso tempo ha espresso forti tendenze di tipo centripeto, avvicinandola maggiormente alla forma federale. Ad oggi il modello del federalismo europeo comunque non può dirsi concluso per vari motivi: per alcuni aspetti si può dire che l’Unione europea non è una federazione e gli obiettivi del Manifesto di Ventotene non sono stati raggiunti, ma per altri versi la struttura dell’Unione europea assomiglia ad una federazione e per altri ancora ad una confederazione.
Il primo fallimento di questo progetto è sicuramente riscontrabile nella mancata adozione della costituzione europea, che ha contribuito a ridimensionare le spinte all’integrazione e alla maggiore convergenza tra gli stati. Olanda e Francia hanno bocciato il progetto nel 2004 e questo ha portato ad una soluzione di compromesso rappresentata dal trattato di Lisbona, che riprende perlopiù le disposizioni che erano contenute nel trattato per la costituzione europea, ma la cui portata è principalmente simbolica, il tutto testimoniato dal fatto che si è abbandonata la dizione di ‘’Costituzione’’.
Oggi il trattato di Lisbona distingue il trattato sull’Unione europea TUE e il trattato sul funzionamento dell’Unione europea TFUE. Questa bipartizione divide la parte ‘’costituzionale’’ che contiene i valori e i principi democratici dalla parte più procedurale, che si dedica alle procedure e al funzionamento dell’Unione europea. Nel TUE sono elencate all’art. 13 le istituzioni dell’Unione europea: Parlamento Europeo, Consiglio europeo, Consiglio, Commissione europea, Corte di giustizia dell’Unione europea, Banca Centrale europea e la Corte dei Conti. Proprio questo apparato istituzionale fa dell’Unione una organizzazione molto simili ad una federazione. Tutti gli stati federali, inoltre, presentano un sistema bicamerale, in cui la Camera Alta rappresenta gli Stati federali. Anche in Europa si può individuare un bicameralismo nella misura in cui il Consiglio è la Camera Alta che rappresenta gli Stati, e il Parlamento europeo è la Camera Bassa in cui vengono rappresentati i cittadini.
L’Europa è un modello ibrido in quanto il potere esecutivo è rappresentato dalla Commissione, che rappresenta collegialmente il Consiglio dei ministri, congiuntamente il Consiglio europeo che traccia la linea politica e rappresenta collegialmente il Presidente del Consiglio dei ministri. Inoltre, il Consiglio e il Consiglio europeo hanno una forma intergovernativa e i loro membri sono espressione dei governi nazionali.
L’Unione europea come altri modelli federali segue il principio di sussidiarietà. Esso comporta che solo nel momento in cui vi sia un interesse nazionale in gioco o l’uniformità di applicazione delle normative a livello federale lo stato centrale può intervenire anche in materie di competenza degli stati federati. Risulta comunque molto difficile distinguere tra le competenze assolutamente esclusive degli stati membri
Tipica istituzione dei sistemi federali e che è presente anche nell’Unione europea è la Corte di Giustizia che è chiamata a dirimere i conflitti di attribuzione che sorgono tra le varie istituzioni europee, qualora una di queste ritenga che un’altra istituzione sia andata oltre le competenze che i trattati le conferiscono.
Ciò che invece l’Unione europea non ha rispetto ai vari modelli di Stati federali è la divisione di competenze legislative, di funzioni amministrative e i livelli di partecipazione delle entità federate alla formazione della volontà dello stato federale in relazione alla struttura e alle funzioni della camera rappresentativa delle entità federali e l’intervento degli stati membri nel procedimento di formazione degli organi federali.
L’Unione europea assomiglia invece ad una confederazione in quanto essa condivide con questi sistemi il diritto di recesso ex. Art. 50 TUE, che regola il procedimento di recesso per l’abbandono dell’Unione europea. Un’altra caratteristica che fa dell’Unione europea una quasi confederazione è il fatto che serve l’approvazione unanime di tutti gli Stati membri per modificare i trattati istitutivi.
Si evince che i punti di contatto con i sistemi federali sono maggiori, per questo l’Unione europea è un ibrido, ma allo stesso tempo non si colloca proprio al centro, bensì si può dire che sia più spostata verso il federalismo e, come dice la dottrina più recente, si può parlare di Stato composto ‘’euronazionale’’.
Perché un’Europa federale
In conclusione, può essere utile elencare alcune ragioni del perché il federalismo europeo potrebbe essere una buona soluzione. Come già detto sopra, l’Unione europea è un progetto nato per garantire agli Europei ciò che i nazionalismi avevano loro tolto: la pace e lo sviluppo. A partire dagli anni ’50 gli Europei hanno visto migliorare le loro condizioni di vita, economiche e sociali. L’Europa oggi è una delle economie più forti del mondo ed è all’avanguardia per quanto riguarda diritti civili e sociali e nella lotta al cambiamento climatico. Tutto questo non basta però, in quanto l’Europa deve interrogarsi su quella posizione voglia avere nel mondo per contribuire alla pace e allo sviluppo sostenibile.
La federazione garantisce pace e sicurezza meglio dei singoli Stati. In questo senso però è doveroso – e oggi più che mai – pensare ad una difesa militare comune, un’intelligence e una procura europea[3], superando il diritto di veto degli Stati e decidere a maggioranza.
La federazione in quanto tale da’ all’Europa una voce nel mondo, ma per fare questo è necessario avere una vera unione politica e quindi serve per questo una politica estera comune. Anche qui il problema rimane il potere di veto dei singoli Stati e conseguentemente la necessità di prendere decisioni a maggioranza.
Aspetto molto importante di questi tempi è che la federazione garantisce uno sviluppo sostenibile[4] e per questo occorre un bilancio dell’eurozona dotato di risorse proprie e gestito da un Ministro europeo delle Finanze sotto il controllo del Parlamento Europeo.
La Federazione garantisce una finanza sostenibile attraverso un suo bilancio autonomo controllato dal Parlamento Europeo. Questo farebbe nascere una vera solidarietà tra gli Stati in quanto darebbe la possibilità di avere una ‘’cassa comune’’ che consente di deliberare gli investimenti necessari e far fronti a situazioni difficili o di crisi.
La moneta unica non può più essere messa in discussione sia perché ha facilitato gli scambi sia perché ha eliminato le svalutazioni competitive tra gli stati nazionali dando stabilita ai prezzi.
Le regole fiscali devono essere armonizzate, in quanto alcuni stati traggono eccessivo vantaggio da facilitazioni fiscali a danno di altri Stati dell’Unione in contrasto con quello che è lo spirito dell’Unione.
L’immigrazione è una risorsa che va gestita a livello europeo nella legalità. L’Unione europea deve dotarsi di una politica comune propria con risorse economiche e strumenti operativi diretti per attuarla.
Informazioni
Treccani, federalismo
Treccani, federazione e confederazione
Dizionari Simone, federalismo
Manifesto per un’Europa federale
Perché un’Europa Federale, L’unita europea, giornale del Movimento Federalista Europeo
Verso gli Stati Uniti d’Europa, l’integrazione come fattore di unita e crescita, Emanuele Parisini
[1] La Politica estera e di difesa dell’UE, DirittoConsenso, Deborah Veraldi, dicembre 2020. Link: La Politica estera e di difesa dell’UE – DirittoConsenso
[2] Più in dettaglio sulla particolarità di quest’organizzazione internazionale: L’UE: un’organizzazione peculiare – DirittoConsenso
[3] La procura europea, DirittoConsenso, Massimo Pillosu, febbraio 2021. Link: La Procura Europea – DirittoConsenso
[4] Green Deal europeo: per un’Europa sostenibile entro il 2050, DirittoConsenso, Francesca Scaini, giugno 2020. Link: La Politica estera e di difesa dell’UE – DirittoConsenso

Chiara Doveri
Ciao, sono Chiara. Sono una studentessa del quinto anno di giurisprudenza dell’università di Torino molto appassionata di diritto internazionale. L’anno scorso sono stata in Germania alla Westfälische Wilhelms-Universität di Münster per frequentare un master di diritto tedesco, in particolare sul diritto civile e ho avuto anche la possibilità di approfondire materie internazionali. Da sempre mi sono impegnata anche nello studio delle lingue straniere, tra cui inglese, francese e tedesco.