Cosa si intende per Art Crime? Spiegazione di un fenomeno complesso ed internazionale che lega arte e criminalità

 

Definizione di Art Crime: problema irrisolto

Se dovessi scegliere fin da subito la miglior traduzione dell’espressione ‘Art Crime’ personalmente non saprei quale individuare. Potremmo scegliere “il mondo della criminalità interessato all’arte”, “criminalità artistica”, “reati d’arte” o “reati contro il patrimonio culturale”. Eppure ogni accezione ha una connotazione leggermente diverse dalle altre.

Al problema della definizione precisa si aggiunge che non c’è una definizione generalmente accettata: sono tanti gli autori che si sono chiesti cosa significhi Art Crime[1].

Una cosa è certa: la categoria comprende vari fenomeni come, ad esempio, il traffico illecito di reperti archeologici o la contraffazione di opere d’arte.

In Italia l’uso dell’espressione “Art Crime” è poco diffuso mentre si predilige l’espressione “reati contro il patrimonio culturale”. La normativa più recente sull’argomento è la Legge 9 marzo 2022 n. 22[2].

 

Un elenco di condotte illecite nell’Art Crime

Spiegato cosa si intenda per Art Crime possiamo cercare di capire cosa poter far confluire in questa categoria. Gli esperti in materia riconoscono varie condotte illecite. In particolare, bisogna tenere a mente:

  • Furto
  • Contraffazione
  • Distruzione e atti vandalici
  • Artnapping: la richiesta di un riscatto a seguito di un furto d’opera
  • Riciclaggio di denaro
  • Esportazione illecita
  • Finanziamento dei gruppi terroristici.

 

La commissione di tali reati varia per innumerevoli fattori: per esempio il mercato dell’arte serve al riciclaggio internazionale di denaro per ragioni diverse e quasi inesistenti che alla distruzione di opere. Ancora: gli autori coinvolti nel finanziamento di gruppi terroristi sono diversi da quelli coinvolti nella contraffazione.

Da un punto di vista informativo, viene data più importanza mediatica ad un “colpo” rocambolesco in un museo che ad una reliquia scomparsa da una chiesa o ad un raro strumento musicale rubato.

Varia inoltre la dimensione di tali fenomeni: sono quantitativamente inferiori le richieste di artnapping rispetto ai casi di esportazione illecita di beni culturali. Non meno importante: le disposizioni che gli Stati adottano sono diversi e i vuoti normativi danno la possibilità di commettere reati oppure che le pene siano miti.

Guardando poi al concetto in questione con gli occhi di chi conosce la geografia è lampante che il fenomeno dell’Art Crime abbia pochi limiti. Così non c’è da stupirsi se alcuni beni siano rimossi da un certo Stato, illecitamente esportati e rivenduti altrove[3].

Comprendere il fenomeno significa conoscere i dati: ma di cosa disponiamo noi oggi? Che chiave di lettura dobbiamo usare?

 

Di quali dati disponiamo e quali criteri dobbiamo tenere a mente

Valutare l’Art Crime è tutt’altro che facile. Dobbiamo fare riferimento a stime e queste possono essere molto diverse tra loro. Io ne voglio riportare alcune:

  • EuroNews riporta più valutazioni, tra cui quella di 45 miliardi di euro a livello globale[4];
  • L’FBI parla – forse con maggiore attenzione – ad una generale “perdita per miliardi di dollari l’anno”[5];
  • Un lungo articolo del New York Times si pone la domanda del valore dell’arte rubata ma senza dare risposta mentre spiega il colpo al Museo Kunsthal a Rotterdam[6];
  • Il Global Initiative Against Transnational Organized Crime indica una stima tra I 2 ed i 6 miliardi di dollari[7].
  • NETCHER, piattaforma sociale europea per lo studio del patrimonio culturale, precisa che anche se le fonti analizzate parlano di un mercato che si aggira tra i 3 ed il 15 miliardi di dollari siamo davanti a stime inverificabili[8].

 

Gli esperti concordano sul fatto che l’Art Crime sia, come altri fenomeni criminali, di natura internazionale e transnazionale, pertanto qualsiasi stima deve tenere conto di tanti fattori.

In Manacorda[9] si legge:

Stime accurate della portata globale della criminalità che coinvolge il patrimonio culturale sono problematiche. Per prima cosa, le stime delle perdite economiche e dei guadagni commerciali dovuti all’attività criminale transnazionale in generale variano notevolmente. Questo non è poi così sorprendente dato che nessuno sa davvero esattamente quanto denaro illecito viene effettivamente guadagnato, risparmiato, spostato e riciclato illecitamente”.

 

Ci sono poi ulteriori problemi sui dati: economia a parte è anche difficile inquadrare l’ampiezza del fenomeno.

Per esempio, è un lavoro immenso individuare in che contesto avvenga la rimozione illegale di oggetti archeologici o paleontologici da un sito o da un’area o capire in quale momento sia stato effettuato lo scavo, quali oggetti siano stati rimossi, in che quantità e quali soggetti siano stati coinvolti.

Noto in inglese come archaeological site looting, è nella natura stessa di scavare clandestinamente che si realizza il danno. In primo luogo, il saccheggio è necessariamente un’attività clandestina, che rende difficile documentare la portata del saccheggio. In secondo luogo, il saccheggio implica due tipi di siti: quelli noti agli archeologi e quelli che non sono ancora stati scoperti. Si comprende quindi quanto sia devastante il danno verso i beni culturali archeologici e paleontologici e quanto sia difficile calcolare il fenomeno per grandezza ed impatto economico.

 

Per concludere

Mi piace concludere con una frase di Derek Fincham, un esperto del settore, che ha sottolineato il problema della soggettività che ogni persona ha dell’arte e di ciò che conseguentemente Art Crime possa significare:

Possiamo cominciare a pensare ad altri tipi di azioni, che interrompono il rapporto che abbiamo con l’arte come una sorta di crimine? E quando un museo d’arte chiude e le opere affidate a una comunità vengono vendute a collezionisti privati o istituzioni di altre città? È un crimine o è solo la natura dell’arte come merce di grande valore? La risposta credo sia molto soggettiva e dipenda dai valori che attribuiamo a dove l’arte appartiene”.

Informazioni

Koldehoff, S. e Timm, T., Art & Crime Furti, plagi e misfatti nella storia dell’arte, 24ore cultura, 2020.

Manacorda, S. and Chappell, D., Crime in the art and antiquities world : illegal trafficking in cultural property, Springer, 2011, Chapter 3, pp. 42-45 and 55-67.

Borodkin, Lisa J., The Economics of Antiquities Looting and a Proposed Legal Alternative., Columbia Law Review 95, no. 2, 1995.

Fincham, D., An Empty Frame: Thinking About Art Crime “What is Art Crime?”, Journal of Art Crime 49, 2009.

Durney, M. and Proulx, B., Art Crime: A Brief Introduction, CRIME LAW AND SOCIAL CHANGE, 56(2), pp. 115–132, 2011.

Cultural property crime thrives throughout pandemic says new INTERPOL survey.

[1] Fincham, Derek, What is Art Crime? (2009), Journal of Art Crime, Vol. 1, pp. 54-57, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=1941440; Durney, Mark & Proulx, Blythe. Art crime: A brief introduction (2011), Crime, Law and Social Change. 56. 115-132; Barrett, John A. Crimes Involving Art (1996), by John E. Conklin. The Journal of Criminal Law and Criminology (1973-) 87, no. 1.

[2] Ho parlato di questo recente intervento legislativo in quest’altro articolo: I reati contro il patrimonio culturale: la Legge 9 marzo 2022 n. 22 – DirittoConsenso.

[3] Per dare un esempio, rinvio alla storia di Douglas Latchford e al traffico di beni culturali in Cambogia: Il saccheggio di beni culturali in Cambogia – DirittoConsenso.

[4] Art and crime – the dark side of the antiquities trade | Euronews.

[5] Art Theft — FBI.

[6] What Is the Value of Stolen Art? – The New York Times (nytimes.com).

[7] A Market on Fire: The Trade in Art and Antiquities | Global Initiative.

[8] Illegal trafficking of cultural goods in countries in conflict – Netcher.

[9] Manacorda, S. and Chappell, D., Crime in the art and antiquities world : illegal trafficking in cultural property, Springer, 2011, p. 60. Testo in virgolette tradotto dall’autore.