Sappiamo del conflitto tra Russia e Ucraina ed abbiamo costantemente informazioni sugli avvenimenti in corso: ma in che condizioni è il patrimonio culturale ucraino?

 

Il patrimonio culturale ucraino iscritto alla lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO

L’Ucraina rischia moltissimo dalla devastazione e dalle operazioni militari del conflitto in corso. Basta infatti leggere i siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e quelli proposti alla stessa organizzazione internazionale che è facile notare quanti molti di questi siano in zone dove il conflitto è in corso.

I siti ucraini iscritti ad oggi nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO[1] sono 7: 6 sono patrimoni culturali, 1 è patrimonio naturale.

Il patrimonio culturale di cui si parla include:

  • La Cattedrale di Santa Sofia a Kiev (iscritto nel 1990)
  • Il centro storico di Leopoli (1998)
  • L’arco geodetico di Friedrich Georg Wilhelm Struve (2005)
  • La residenza dei metropoliti bucovini e dalmati (Černivci) (2011)
  • L’antica città di Cherson – Chersoneso in italiano – in Crimea, città fondata nel quinto secolo avanti Cristo (2013)
  • Le chiese (tserkvas) in legno della regione dei Carpazi (2013)
  • Le antiche faggete primordiali dei Carpazi (questo è il patrimonio naturale ucraino, patrimonio in comune con altri 18 Stati[2]).

 

Il patrimonio culturale ucraino iscritto alla lista dell’UNESCO è disposto in maniera abbastanza uniforme sul territorio dello Stato. È possibile dire che i patrimoni più al sicuro e lontani dal conflitto sono:

  • il centro storico di Leopoli è a pochi chilometri dal confine con la Polonia;
  • alcuni siti delle triangolazioni geodetiche ideate da Georg Wilhelm Struve sono negli oblast di Chmel’nyc’kyj e di Odessa, nel sud ovest del paese;
  • la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati si trova nell’oblast di Černivci, a pochi chilometri dal confine con la Romania
  • le 8 chiese (tserkvas) ucraine[3] perché a pochi chilometri di distanza con la Polonia[4].

 

È in una situazione del tutto particolare invece la regione in cui è presente l’antica città di Chersoneso che, a pochi chilometri da Sebastopoli, si trova di fatto sotto il controllo della Russia essendo la città nella penisola di Crimea. Tuttavia l’annessione non è riconosciuta a livello internazionale così la Crimea rimane territorio di contesa tra Ucraina e Russia.

Situazione delicatissima invece ha riguardato il complesso della Cattedrale di Santa Sofia a Kiev dato che la guerra ha raggiunto la capitale. La comunità internazionale è rimasta con il fiato sospeso per la possibile e devastante perdita di uno dei monumenti più iconici dell’Ucraina nonché il primo ad essere stato inserito nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. È possibile che in futuro – e a conflitto terminato – verrà condotto uno studio sullo stato della Cattedrale. L’ultimo lavoro condotto dall’UNESCO, per la precisione dal Comitato per il Patrimonio dell’Umanità (World Heritage Committee), sottolineava 3 possibili minacce che la Cattedrale potesse subire: la costruzione di case nella zona, l’assenza di un quadro giuridico completo e l’adozione di un piano di gestione[5].

Il patrimonio naturale ucraino – non meno importante di quello culturale – delle antiche faggete si concentra per lo più nell’oblast della Transcarpazia, regione estremo-occidentale dell’Ucraina all’estremo opposto delle zone del conflitto.

 

I siti proposti dall’Ucraina

La lista del patrimonio dell’umanità potrebbe essere molto più lunga dato che l’Ucraina negli anni ha promosso diversi siti che considera patrimonio culturale e/o naturale. Poiché Stato membro dell’UNESCO, l’Ucraina ha presentato negli anni nella Lista Provvisoria[6] i seguenti luoghi:

  • Il centro storico di Chernigov
  • Il paesaggio culturale del Kamenets-Podilsk
  • La tomba di Tarass Shevtchenko e il museo storico e naturale
  • La riserva naturale “Askaniya Nowa”
  • Il parco dendrologico “Sofijivska”
  • Il palazzo Bagçesaray dei khan della Crimea
  • Il sito archeologico “Stone Tomb”
  • L’osservatorio astronomico Mykolayiv
  • Il complesso di fortezze a Sudak
  • Gli osservatori astronomici dell’Ucraina
  • Il centro storico della città portuale di Odessa
  • La cattedrale di Santa Sofia con gli edifici monastici, le chiese di San Cirillo e Sant’Andrea a Kiev-Pechersk Lavra
  • I punti di commercio delle rotte commerciali genovesi che collegano il Mar Mediterraneo al Mar Nero
  • Il paesaggio culturale delle “Cave Towns” della Gothia in Crimea
  • I dintorni storici della capitale dei Khan di Crimea a Bakhchysarai
  • Derzhprom (l’edificio industriale di Stato, simbolo del costruttivismo sovietico degli anni ‘20) presso Piazza della Libertà a Kharkiv
  • L’antica città di Tyras – odierna Bilhorod (o Akkerman) – sulla via dal Mar Nero al Mar Baltico.

 

La situazione attuale

Che il patrimonio culturale ucraino sia notevole è chiaro a tutti. Mi sono chiesto perciò quale sia la situazione a conflitto in corso e la risposta più puntuale è nella ricerca condotta dell’UNESCO sui siti distrutti o danneggiati[7]. L’UNESCO sta monitorando costantemente la situazione.

La lista include: 86 edifici religiosi e/o di culto, 13 musei, 37 edifici storici, 37 edifici dedicati ad attività culturali, 18 monumenti, 10 librerie. Il totale ammonta a 201.

Informazioni

[1] In dettaglio si veda: Ukraine – UNESCO World Heritage Convention.

[2] Albania, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Italia, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina.

[3] Anche in Polonia le tserkvas sono 8.

[4] Ulteriori informazioni dalla pagina ufficiale di questo patrimonio da parte dell’UNESCO: Wooden <em>Tserkvas</em> of the Carpathian Region in Poland and Ukraine – UNESCO World Heritage Centre.

[5] Nel documento 44 COM 7B.59 si legge: “The World Heritage Committee […] 6. Reiterates its request to the State Party to undertake an Heritage Impact Assessment (HIA) for developments within the property and its buffer zone as a timely and appropriate method of assessing the multiple and cumulative impacts of planned developments, taking into account potential impacts on the OUV of the property, in conformity with the ICOMOS Guidelines on HIAs for Cultural World Heritage properties, including reference to 3D visual simulations, prior to allowing any developments to take place; and encourages the State Party to continue to submit, in accordance with Paragraph 172 of the Operational Guidelines, detailed information on any proposed development projects within the property, its buffer zone and setting, which may impact the OUV of the property, for review by the World Heritage Centre and the Advisory Bodies prior to any decisions being taken that could be difficult to reverse; 7. Finally requests the State Party to submit to the World Heritage Centre, by 1 December 2022, an updated report on the state of conservation of the property and the implementation of the above, for examination by the World Heritage Committee at its 46th session.”.

[6] Le Tentative Lists non sono altro che elenchi che gli Stati propongono iscrivendo beni culturali e/o naturali che possano essere idonei per l’iscrizione della Lista del Patrimonio Mondiale. Gli Stati devono utilizzare un modulo di presentazione in inglese o in francese contenente il nome dei siti, la loro posizione geografica, una breve descrizione e la giustificazione del loro eccezionale valore universale. Gli Stati iscrivono nelle liste solamente il proprio patrimonio e possono farlo con la partecipazione di un’ampia varietà di parti interessate, inclusi gestori di siti, governi locali e regionali, comunità locali, ONG e altre parti interessate e partner.

[7] Link: Damaged cultural sites in Ukraine verified by UNESCO | UNESCO (consultato l’11 ottobre 2022).