Cosa lega il borscht e l’UNESCO? Il caso di un piatto dalla lunga tradizione storica si intreccia con il conflitto tra Russia e Ucraina
Il borscht e la Lista del Patrimonio Culturale Immateriale che necessita di una Tutela Urgente dell’UNESCO
La List of Intangible Cultural Heritage in Need of Urgent Safeguarding è un particolare elenco che raccoglie pratiche e tradizioni che siano in pericolo. Il concetto di “pericolo” è vago. Per vari motivi[1] infatti è possibile che il patrimonio culturale immateriale possa scomparire. Il borscht è in questa situazione di precarietà. Si tratta di un piatto tipico diffuso nell’Europa dell’est e che varia da regione a regione ma che di base ha la lavorazione della barbabietola.
L’UNESCO però non tutela solo il borscht: altri esempi recenti di possibili perdite riguardano tradizioni lontane ed affascinanti come:
- i giochi di ombre in Siria[2]
- lo Yalli (Kochari, Tenzere), danze di gruppo tradizioniali in Azerbaijan[3]
- il processo di lavorazione delle ceramiche nere a Bisalhães in Portogallo[4]
- la tradizione musicale Chapei Dang Veng in Cambogia[5].
Come indicato dall’UNESCO a chiare lettere:
“l’iscrizione di un elemento del patrimonio culturale immateriale in un elenco della Convenzione UNESCO 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale non implica l’esclusività, né la proprietà, del patrimonio in questione.”[6].
Ciò significa che le forme di patrimonio culturale immateriale, anche se in pericolo, non sono, per riprendere gli esempi di prima, di nessuno degli Stati sopramenzionati. Perciò si dovrebbe parlare di tradizioni e pratiche diffuse negli Stati e non degli Stati. Nello specifico caso del borscht, si tratta di un piatto che è diffuso anche in Russia: l’UNESCO incoraggia gli Stati a instaurare forme di cooperazione proprio per salvaguardare pratiche in pericolo.
Se la guerra si combatte anche in cucina
A causa però del conflitto in corso tra Russia e Ucraina[7], pare si combatta una guerra anche dal punto di vista culturale tra i due Stati: l’Evaluation body UNESCO ha deciso sulla candidatura dell’usanza e della tradizione della conoscenza legata al borscht inserendola nel patrimonio a rischio nel luglio del 2022[8] quando la richiesta di tutela è stata proposta dal governo ucraino. L’UNESCO ha motivato la scelta di inserire il borscht nell’elenco del patrimonio in pericolo perché:
“A causa della guerra in corso e del suo impatto negativo su questa tradizione, l’Ucraina ha chiesto agli Stati membri del Comitato di accelerare l’esame del fascicolo di candidatura per il borscht da inserire nell’elenco di salvaguardia urgente come caso di estrema urgenza, in secondo le regole e le procedure della Convenzione.”[9].
La scelta non è stata accolta positivamente dal governo russo che ha contestato anche che il piatto sia originario dell’Ucraina.
I rischi che sono stati valutati dall’UNESCO per l’iscrizione del borscht come pratica in pericolo[10] sono i seguenti:
- il conflitto in corso
- la demografia (per esempio per la popolazione costretta a fuggire)
- l’ambiente (come nel caso dell’ecosistema danneggiato e deturpato)
- l’ostacolo che la tradizione possa essere portata avanti
- la perdita del significato intrinseco della pratica.
Cibo e UNESCO: anche il borscht è patrimonio culturale
L’UNESCO è l’organizzazione internazionale più importante per l’educazione e la cultura. Accanto al patrimonio culturale materiale, l’UNESCO riconosce l’importanza anche del patrimonio culturale immateriale. Testo fondamentale in questo settore è la Convenzione di Parigi del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
In particolare, facendo riferimento agli articoli 16, 17 e 18[11] di tale Convenzione, l’UNESCO ha istituito:
- la Lista Rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità e
- la Lista del patrimonio culturale immateriale che necessita di un’urgente tutela.
Borscht e UNESCO si sono incontrati in questa seconda lista: si potrebbe pensare nulla di più incredibile. Eppure le tradizioni culinarie fanno parte dell’immenso patrimonio culturale mondiale, tanto che l’UNESCO ha iniziato a riconoscere i GIAHS, una sigla che indica i sistemi di patrimonio agricolo riconosciuti a livello mondiale. Come indicato in Brulotte però ci potrebbe essere il concreto rischio che:
“[…] la coltivazione, la preparazione e il consumo del cibo vengono utilizzati per creare rivendicazioni identitarie di “patrimonio culturale” a livello locale, regionale, nazionale.”.
Indubbiamente il cibo è prodotto dinamico e vivo, crea legami sociali in quanto segna e contemporaneamente mantiene la differenza culturale. È un tema affascinante ma che rischia, se strumentalizzato, di fomentare la discordia anche là dove è in corso un conflitto.
Informazioni
Alivizatou, M. (2012) Intangible heritage and the museum : new perspectives on cultural preservation. Walnut Creek, Calif.: Left Coast Press (Critical cultural heritage series. University College London Institute of Archaeology Publications series, v. 8).
Brulotte, R. L. and Di Giovine, M. A. (eds) (2014) Edible identities : food as cultural heritage. Farnham, Surrey: Ashgate (Heritage, culture and identity).
[1] Il ventaglio dei motivi è ben rappresentato nella seguente mappa: UNESCO | Living heritage and threats.
[2] Shadow play – intangible heritage – Culture Sector – UNESCO.
[3] Yalli (Kochari, Tenzere), traditional group dances of Nakhchivan – intangible heritage – Culture Sector – UNESCO.
[4] Bisalhães black pottery manufacturing process – intangible heritage – Culture Sector – UNESCO.
[5] Chapei Dang Veng – intangible heritage – Culture Sector – UNESCO.
[6] Testualmente, “an inscription of an element of intangible cultural heritage on a list of the UNESCO 2003 Convention for the safeguarding of the intangible cultural heritage does not imply exclusivity, nor ownership, of the heritage concerned.”.
[7] Ho parlato del conflitto in un altro articolo soffermandomi sulla protezione del patrimonio culturale: La protezione del patrimonio culturale in Ucraina durante la guerra – DirittoConsenso.
[8] Fifth extraordinary session of the Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage.
[9] Testualmente, “Due to the ongoing war and its negative impact on this tradition, Ukraine asked the Member States of the Committee to fast-track the examination of the nomination file for borscht to be inscribed on the List of Urgent Safeguarding as a case of extreme urgency, in accordance with the rules and procedures of the Convention.”.
[10] “The viability of the element, however, is threatened by various factors since the beginning of the armed conflict in February 2022, including the displacement of bearers from their communities of origin and from the cultural contexts necessary for the cooking and consumption of borscht in Ukraine. Moreover, destruction to the surrounding environment and traditional agriculture has prevented communities from accessing local products, such as vegetables, needed to prepare the dish. Despite these difficulties, communities across Ukraine have united around the element.”.
[11] Articoli 16, 17 e 18, rispettivamente “Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity”, “List of Intangible Cultural Heritage in Need of Urgent Safeguarding” e “Programmes, projects and activities for the safeguarding of the intangible cultural heritage”.

Lorenzo Venezia
Ciao, sono Lorenzo. Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca con una tesi sul recupero dei beni culturali nel diritto internazionale e sul ruolo dell'INTERPOL e con il master "Cultural property protection in crisis response" all'Università degli Studi di Torino, sono interessato ai temi della tutela dei beni culturali nel diritto internazionale, del traffico illecito di beni culturali e dei fenomeni di criminalità organizzata e transnazionale.