La fine della competizione bipolare ha contribuito ad una presenza sempre più consolidata delle entità private nello spazio
Le entità private nello spazio
Era il 20 luglio 1969 quando, in diretta mondovisione, Neil Armstrong mosse i primi passi sul suolo lunare, segnando l’apice della contesa spaziale tra Stati Uniti ed Unione Sovietica iniziata quasi un decennio prima. Un’impresa destinata a rimanere nella storia dell’umanità, ma che potrebbe presto essere replicata dal successo della cooperazione fra le potenze spaziali nell’ambito del programma Artemis, che – entro il 2025 – mira a riportare l’uomo e la prima donna sulla superficie lunare[1].
Dopo più di cinquant’anni, tuttavia, gli Stati non si confrontano unicamente con un profondo mutamento geopolitico causa di una ridefinizione degli equilibri di potere nell’ambito dell’esplorazione spaziale, bensì anche con l’emergere di nuove entità private nello spazio, tradizionalmente ambito di azione meramente governativa. Un cambio di paradigma favorito anzitutto dai progressi in campo tecnologico e dall’evoluzione delle applicazioni dell’intelligenza artificiale[2], che ha permesso lo sviluppo di nuove attività economiche spesso svincolate dagli investimenti iniziali in infrastrutture, così come dal coinvolgimento dei privati – seppur sotto il controllo della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea – nella progettazione di velivoli di lancio in grado di abbattere notevolmente le tempistiche e i costi di produzione[3].
Le entità private come attori non statali nel diritto internazionale
Se lo spazio è tradizionalmente considerato un ambito ad esclusivo appannaggio degli Stati sin dal lancio del primo satellite artificiale Sputnik I da parte dell’Unione Sovietica negli anni della guerra Fredda, le entità private nello spazio pongono numerose sfide al dominio statale e, al contempo, alle norme facenti parte del diritto internazionale dello spazio.
Le disposizioni dei cinque trattati principali che compongono il cosiddetto “corpus iuris spatialis” sono infatti indirizzate agli Stati[4] e non alle entità private, che ai sensi del diritto internazionale pubblico si configurano come attori non statali. Ciononostante, la privatizzazione dello spazio non si traduce immediatamente con la scomparsa della competizione statale, ancora strettamente dipendente dagli assetti geopolitici terrestri e soprattutto dalla spiccata concorrenza tra Cina e Stati Uniti.
Tuttavia, la velocità e l’efficienza delle nuove società commerciali guidate dalla classe capitalista proveniente dalla Silicon Valley – Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson per citarne alcuni – sta esercitando una forza trasformativa non indifferente sulle attività spaziali, con un’importante infiltrazione di capitali e know-how a cui gli Stati difficilmente potranno rinunciare[5].
I vantaggi economici per i privati
L’ingresso delle entità private nello spazio nasconde un fine strategico ben definito, mosso dalla volontà di acquisire un vantaggio competitivo a livello economico attraverso il posizionamento in un mercato di nicchia altamente promettente in termini di profitto.
Non è dunque remota la possibilità che l’esplorazione spaziale e lo sfruttamento commerciale della Luna e dei corpi celesti da parte degli attori privati possa offrire ingenti possibilità di profitto per tali società. Complice lo svincolo dalle dinamiche operative unicamente legate alla logica diplomatica e militare della competizione geopolitica della Guerra Fredda, lo spazio extra-atmosferico potrebbe pertanto divenire il nuovo terreno sul quale si consumerà l’espansione della logica capitalista guidata dalle imprese private, attive non solo nello sviluppo e produzione di materiale per l’esplorazione spaziale, bensì anche nello studio della fattibilità economica di un’ eventuale commercializzazione dello spazio[6].
Una commercializzazione che, allo stato attuale, risulta ancora fortemente dipendente dall’autorità governativa delle singole potenze spaziali, alle quali – come ricordato – sono indirizzate le norme del diritto internazionale dello spazio e in particolare dell’Outer Space Treaty, il quadro giuridico di riferimento in materia di esplorazione della Luna e dei corpi celesti[7].
Lo sfruttamento commerciale dello spazio
Prova dell’intensificarsi delle attività commerciali è la particolare attenzione con cui le entità private nello spazio guardano alle risorse naturali e minerarie presenti sulla superficie della Luna, negli asteroidi e nei corpi celesti[8]. Sebbene lo sfruttamento e l’estrazione di giacimenti extra-terrestri siano ancora puramente ipotetici e al varco dello studio di Stati ed entità private, l’intenso dibattito ha sollevato non poche questioni giuridiche in merito alla possibilità di una concreta attuazione dei progetti in esame. I principi fondamentali del diritto spaziale enunciati agli art. I e II del già menzionato Outer Space Treaty codificano infatti il diritto al libero accesso, uso ed esplorazione dello spazio negli interessi di tutti gli Stati, a prescindere dal grado di sviluppo economico e scientifico, e condizionano ogni tipo di attività al divieto di rivendicazione di sovranità nazionale, così come di appropriazione.
In quanto res communis omnium, le risorse spaziali non sarebbero dunque suscettibili di estrazione. Ciononostante, la dottrina giuridica risulta nettamente divisa in merito: da un lato, non è chiara l’applicabilità del principio di non-appropriazione alle società commerciali private, in quanto non esplicitamente menzionate nell’Outer Space Treaty[9]. Secondo tale orientamento, il divieto non riguarderebbe i privati, in quanto il diritto spaziale si rivolge agli Stati in via esclusiva. Dall’altro lato, la maggior parte degli studiosi considera l’estensione implicita di tale principio anche alle imprese, in considerazione del fatto che se una specifica attività è vietata agli Stati, essa sia di conseguenza proibita anche agli attori che operano sotto la sua sovranità.
Resta tuttavia aperta l’interpretazione dell’Accordo che Regola le Attività sulla Luna e sugli altri Corpi Celesti (o Moon Treaty) del 1979[10], che all’art. 11 sembrerebbe autorizzare lo sfruttamento delle risorse spaziali previa delineazione di un regime internazionale ad hoc per assicurare un’equa condivisione dei beni tra tutti gli Stati. Ciononostante, l’applicabilità di tale disposizione non è chiara, poiché il Trattato sulla Luna è stato ratificato da soli 18 Stati, tra i quali non figurano le principali potenze spaziali[11].
Le entità private e le legislazioni nazionali
L’assenza di norme internazionali esplicitamente indirizzate alle entità private nello spazio ha contribuito alla presa di posizione degli Stati in merito alla possibilità di estrarre risorse naturali nello spazio extra-atmosferico attraverso l’elaborazione di specifiche legislazioni nazionali.
Anche in questo campo si è affermato il ruolo pionieristico degli Stati Uniti, che già nel 2010 sotto la Presidenza Obama hanno definito la propria politica spaziale nazionale in ottica commerciale, poi confermata cinque anni dopo con l’entrata in vigore dello U.S. Commercial Space Launch Competitiveness Act[12]. Fu proprio questo atto normativo ad aprire il dibattito sulla legittimità dello sfruttamento delle risorse minerarie presenti sulla Luna e nei corpi celesti, poiché per la prima volta è stato affermato il diritto dei cittadini e delle imprese statunitensi a detenere, possedere, trasportare, utilizzare e vendere i materiali estratti dallo spazio “in accordo con le norme applicabili e gli obblighi internazionali degli Stati Uniti.”.
Accanto agli Stati Uniti, il Lussemburgo è il primo Stato membro dell’Unione Europea a legiferare in materia, affermando la possibilità per le società lussemburghesi o europee con sede legale nel Paese di appropriarsi delle risorse naturali e minerarie estratte nello spazio previa autorizzazione dello Stato[13].
Seppur si tratti di un fenomeno legislativo piuttosto circoscritto, l’adozione di quadri giuridici nazionali per la regolazione delle attività di estrazione mineraria ad opera di società commerciali private apre all’importante considerazione dell’adeguatezza del diritto internazionale dello spazio, che – pur presentando caratteri di innovazione – dovrà inevitabilmente adattarsi tanto all’entrata di nuovi attori nel dominio spaziale, quanto alla presenza di nuove fattispecie che necessitano di una regolazione giuridica nel breve termine.
Informazioni
Inserisci qui la bibliografia
[1] NASA, Artemis Programme. Disponibile al link:https://www.nasa.gov/specials/artemis/.
[2] ISPI, The Evolution of Space Economy: The Role of the Private Sector and the Challenges for Europe, 2020. Disponibile al link: https://www.ispionline.it/en/pubblicazione/evolution-space-economy-role-private-sector-and-challenges-europe-28604.
[3] A. Aresu, R. Mauro, I cancelli del cielo. Economia e politica della grande corsa allo spazio, 1950-2050. Luiss University Press, 2022, p.53.
[4] V. Chabert, Il diritto internazionale dello spazio: genesi ed evoluzione. Diritto Consenso, 3 ottobre 2022. Disponibile al link: https://www.dirittoconsenso.it/2022/10/03/il-diritto-internazionale-dello-spazio-genesi-ed-evoluzione/.
[5] B. Dobos, Tortoise the Titan: Private Entities as Geoeconomic Tools in Outer Space, Space Policy (60), 2022. Disponibile al link:https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0265964622000133.
[6] Ibid.
[7] V. Chabert, Le fonti del diritto internazionale dello spazio. Diritto Consenso, 27 ottobre 2022. Disponibile al link: https://www.dirittoconsenso.it/2022/10/27/le-fonti-del-diritto-internazionale-dello-spazio/.
[8] F. Tronchetti, The Exploitation of Natural Resources of the Moon and Other Celestial Bodies. A Proposal for a Legal Regime. Studies in Space Law (4), 2009, p. 5-6.
[9] G. Sanna, New space economy, ambiente, sviluppo sostenibile. Premesse al Diritto Aerospaziale dell’Economia. G. Giappichelli Editore, 2021.
[10] UNOOSA, Agreement Governing the Activities of States on the Moon and Other Celestial Bodies, 1979. Disponibile al link: https://www.unoosa.org/oosa/en/ourwork/spacelaw/treaties/intromoon-agreement.html .
[11] V. Chabert, Il Moon Treaty. Diritto Consenso, 15 dicembre 2022. Disponibile al link: https://www.dirittoconsenso.it/2022/12/15/il-moon-treaty/.
[12] U.S. Commercial Space Launch Competitiveness Act, Public Law 114–90, 2015. Disponibile al link:https://www.congress.gov/114/plaws/publ90/PLAW-114publ90.pdf.
[13] Journal officiel du Grand-Duché de Luxembourg, Loi du 20 juillet 2017 sur l’exploration et l’utilisation des resources de l’espace, 2017, art. 2-4. Disponibile al link: https://legilux.public.lu/eli/etat/leg/loi/2017/07/20/a674/jo .

Valentina Chabert
Ciao, sono Valentina. Mi sono recentemente laureata in Relazioni Internazionali Comparate presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Sto attualmente svolgendo un tirocinio presso la Rappresentanza Italiana del Consiglio d’Europa e studio giornalismo geopolitico presso l’Eastwest European Institute di Roma. Nel mio percorso di studi ho sviluppato un vivo interesse per il diritto internazionale, in particolare per il diritto internazionale dell’ambiente, la sicurezza cibernetica e gli aspetti giuridici legati alle criptovalute.