Nell’ultimo decennio Stati Uniti e Lussemburgo hanno adottato legislazioni spaziali nazionali per lo sfruttamento delle risorse minerarie della Luna e dei Corpi Celesti. Di che si tratta?
Lo sviluppo delle legislazioni spaziali nazionali
L’avvento delle entità private nello spazio e il conseguente sviluppo di progetti per lo sfruttamento e l’estrazione delle risorse minerarie presenti sulla Luna e sui Corpi Celesti[1] hanno sollevato numerosi interrogativi in merito alla potenziale conflittualità con l’attuale quadro di diritto internazionale dello spazio. Esso disciplina infatti la condotta degli Stati (e, solo indirettamente, delle entità private) anche con riguardo allo sfruttamento delle risorse spaziali.
Nello specifico, le interpretazioni dottrinarie contrastanti delle disposizioni del Trattato sullo spazio extra-atmosferico rispetto al principio di non appropriazione e la pressione esercitata dalle società private a favore della possibilità di sfruttare ed estrarre risorse minerarie sta contribuendo a profondi cambiamenti nella configurazione futura delle attività economiche nello spazio extra-atmosferico. Al contempo, si aprono nuove sfide per il diritto internazionale[2].
Il quadro giuridico spaziale internazionale, di fatto, sembra difficilmente adattarsi all’evoluzione delle attività minerarie spaziali private. Si prospetta dunque un rischio di frammentazione per l’assenza di un’interpretazione ufficiale e comunemente condivisa dell’estensione delle libertà e dei divieti contenuti nel Trattato sullo spazio extra-atmosferico[3] anche alle società private. In questo contesto, l’avanzamento delle attività private nello spazio e l’assenza di norme internazionali esplicite hanno contribuito alla presa di posizione dei singoli Stati in merito alla possibilità di estrarre risorse naturali nello spazio extra-atmosferico.
Di fatto, si è giunti all’elaborazione di specifiche legislazioni spaziali nazionali[4], alimentando così un potenziale rischio di frammentazione nell’interpretazione delle norme principali in materia contenute nel corpus iuris spatialis internazionale.
La legislazione nazionale degli Stati Uniti per l’estrazione di risorse spaziali
Con riguardo allo sviluppo di legislazioni spaziali nazionali per lo sfruttamento di risorse sulla Luna e sui Corpi Celesti, la recente prassi degli Stati Uniti – che dispone di gran lunga del più esteso corpus legislativo nazionale in ambito spaziale – rappresenta un esempio interessante.
La rilevanza della commercializzazione dello spazio per gli Stati Uniti era già stata riconosciuta nel 2010 quando la National Space Policy formulata durante la prima amministrazione Obama sottolineava che “promuovere e sostenere un settore spaziale commerciale statunitense è considerato vitale per […] il continuo progresso nello spazio“[5]. In questa prospettiva, nel 2014, sotto la stessa Amministrazione, è stato proposto un disegno di legge, il cosiddetto Asteroids Act[6]. Tale atto normativo fu volto a promuovere il diritto degli enti commerciali privati americani di esplorare e utilizzare le risorse estratte dagli asteroidi nello spazio, in accordo con gli obblighi internazionali vigenti.
Dopo un controverso processo legislativo, una versione rivista dell’Asteroids Act successivamente presentata nel 2015 sotto l’etichetta di Space Resource Exploration and Utilization Act intendeva promuovere il diritto per le imprese private di esplorare e utilizzare le risorse minerarie spaziali rimuovendo le barriere governative esistenti allo sviluppo di un’industria considerata altamente redditizia. In particolare, pur non essendo mai stata tradotta in legge, l’atto normativo ha confermato la possibilità per i soggetti privati di acquisire diritti di proprietà sulle risorse estratte dagli asteroidi, nonché di trasferire, vendere e utilizzare tali risorse per scopi commerciali – a condizione che queste siano state estratte in conformità con le leggi applicabili e gli obblighi internazionali degli Stati Uniti[7].
Di analoga importanza è lo US Commercial Space Launch Competitiveness Act, approvato dal Congresso nel 2015 con l’obiettivo di ampliare la regolamentazione esistente dell’attività spaziale commerciale. Sorprendentemente, il titolo IV della suddetta legge riconosce il diritto di “[un] cittadino degli Stati Uniti impegnato nel recupero commerciale di una risorsa di asteroidi o di una risorsa spaziale […] di possedere, trasportare, utilizzare e vendere la risorsa spaziale ottenuta in conformità con la legge applicabile, inclusi gli obblighi internazionali degli Stati Uniti”[8].
La conformità della legislazione spaziale statunitense con il diritto internazionale
Ad una prima lettura, ciò che emerge è la questione della compatibilità dell’US Commercial Space Launch Competitiveness Act con le disposizioni contenute nel Trattato sullo spazio extra-atmosferico (Outer Space Treaty).
Più precisamente, la conformità dell’atto agli obblighi codificati nel suddetto Trattato dipende fortemente dal fatto che il divieto di appropriazione dei corpi celesti si estenda o meno anche alle risorse ivi estratte. Nondimeno, va osservato che la legge si riferisce espressamente al rispetto degli obblighi degli Stati Uniti ai sensi del diritto internazionale, sottolineando che la legge non “afferma la sovranità [degli Stati Uniti] o i diritti sovrani o esclusivi o la giurisdizione su, o la proprietà di, qualsiasi corpo celeste”[9], ponendosi così in conformità con l’art. II dell’Outer Space Treaty. Pertanto, attraverso l’emanazione del Commercial Space Launch Competitiveness Act, gli Stati Uniti hanno riaffermato l’interpretazione nazionale del principio di non appropriazione come non in contraddizione con la possibilità di concedere diritti di proprietà sulle risorse estratte dalla Luna e da altri Corpi Celesti, che sono infatti considerate res communis omnium come previsto dal Trattato sullo spazio extra-atmosferico[10]. Peraltro questo orientamento è ulteriormente confermato dal fatto che gli Stati Uniti non risultano tra gli Stati che hanno ratificato il Moon Agreement, l’Accordo sulla Luna che prevede l’istituzione di una specifica autorità volta a disciplinare lo sfruttamento delle risorse spaziali[11].
Gli atti normativi spaziali dell’Amministrazione Trump
Quando il successore di Obama, Donald Trump, è entrato in carica alla Casa Bianca nel 2017 si è verificata un’analoga ricerca di deregolamentazione dello spazio per il bene della massimizzazione del profitto.
Di fatto, l’adozione dell’American Space Commerce Free Enterprise Act ha chiaramente affermato la libertà delle società private e degli individui statunitensi di esplorare e utilizzare lo spazio, comprese le risorse in esso contenute, senza condizioni né limitazioni[12]. Tale libertà può essere limitata solo in caso di necessità per garantire la protezione degli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, nonché il rispetto degli obblighi internazionali del Paese ai sensi del Trattato sullo spazio extra-atmosferico.
Inoltre, l’ex presidente Donald Trump ha ulteriormente emanato l’ordine esecutivo 13914 del 6 aprile 2020 “Encouraging international support for the recovery and use of Space Resources“, che introduce nuove regole relative all’esplorazione scientifica a lungo termine della Luna, del pianeta Marte e di altri corpi celesti in collaborazione con enti commerciali privati, con l’obiettivo di estrarre e successivamente utilizzare le risorse spaziali[13].
Un mese dopo, la NASA annunciò formalmente gli Accordi di Artemis, originariamente concepiti come una serie di accordi bilaterali con le agenzie spaziali nazionali di altre potenze spaziali che intendevano partecipare al Programma Artemis della NASA[14]. In particolare, in conformità con gli obiettivi strategici del Programma, gli Accordi incarnano i principi critici che dovrebbero governare l’esplorazione e l’utilizzo delle risorse della Luna e di Marte e pertanto una nuova era delle attività spaziali, che riporterà l’uomo e la prima donna sulla Luna.
La legislazione spaziale del Lussemburgo
Allo stato attuale, il Granducato del Lussemburgo risulta essere il primo e unico Stato membro dell’Unione Europea ad aver adottato una legislazione spaziale nazionale relativa alle attività spaziali del settore privato.
A differenza della reazione di altre potenze spaziali come la Federazione Russa e il Brasile, che contestavano la validità dell’approccio statunitense sulla base di motivazioni politiche, nel 2017 il Lussemburgo ha seguito la strada di Washington emanando la Loi sur l’exploration et l’utilisation des ressources de l’espace[15], che prevede diritti di proprietà privata sulle risorse spaziali estratte dai corpi celesti.
Con l’obiettivo di stabilire un quadro normativo attraente per le società private che intendono estrarre risorse spaziali, la legge lussemburghese trae origine dalla Space Resources Initiative del 2016[16]. Tale iniziativa, in particolare, aveva il più ampio scopo di creare un “quadro legale e normativo che confermi la certezza sulla futura proprietà di minerali estratti nello spazio” è stato posto al centro delle attività del Lussemburgo nel settore spaziale.
In particolare, l’atto legislativo del 2017 delinea un quadro normativo completo per le attività minerarie spaziali delle società private, sulla base del presupposto che le risorse spaziali sono soggette alla proprietà privata – a condizione che le società nazionali o europee con sede legale in Lussemburgo abbiano precedentemente ottenuto specifica autorizzazione dello Stato. La suddetta autorizzazione si configura come strettamente personale e non cedibile. Pertanto nessun’altra società può svolgere l’incarico per mezzo o in sostituzione di quella autorizzata.
Tra gli elementi che il governo lussemburghese dovrà valutare nel processo di esame dei requisiti di ammissibilità di una società appaiono fondamentali la solidità finanziaria, tecnica e giuridica, nonché l’ammissibilità del sistema di gestione interno. Così, in caso di operazioni spaziali effettuate senza la preventiva autorizzazione dello Stato, sono previste sanzioni penali e pecuniarie.
Nel complesso, la legislazione spaziale nazionale lussemburghese presenta un approccio più aperto e completo all’uso commerciale dello spazio rispetto alle rispettive leggi adottate negli Stati Uniti, riflettendo così l’aspirazione del Paese ad affermarsi come hub per l’esplorazione e l’uso delle risorse spaziali in Europa.
Informazioni
Inserisci qui la bibliografia
[1] V.Chabert, L’avvento delle entità private nello spazio. Diritto Consenso, 23 gennaio 2023. Disponibile al link: L’avvento delle entità private nello spazio – DirittoConsenso.
[2] V.Chabert, Lo sfruttamento delle risorse spaziali nel diritto internazionale: lo space mining. Diritto Consenso, 28 febbraio 2023. Disponibile al link: Lo sfruttamento delle risorse spaziali nel diritto internazionale: lo space mining – DirittoConsenso.
[3] United Nations, Treaty on Principles Governing the Activities of States in the Exploration and Use of Outer Space, including the Moon and Other Celestial Bodies, 1967. Disponibile al link: https://www.unoosa.org/oosa/en/ourwork/spacelaw/treaties/outerspacetreaty.html.
[4] Private sector navigates outer space ahead of international law, Financial Times, 14 gennaio 2020. Disponibile al link: https://www.ft.com/content/73145372-1b74-11ea-81f0-0c253907d3e0.
[5] National Space Policy of the United States of America, 2010. Disponibile al link: https://obamawhitehouse.archives.gov/sites/default/files/national_space_policy_6-28-10.pdf.
[6] American Space Technology for Exploring Resource Opportunities In Deep Space Act (Asteroids Act), H.R.5063, 2014.
[7] Space Resource Exploration and Utilization Act, H.R. 1508, 2015.
[8] Commercial Space Launch Competitiveness Act, H.R. 2262, Titolo IV, 2015.
[9] Ivi, sez. 403.
[10] Frans G. Von der Dunk, Private Property Rights and the Public Interest in Exploration of Outer Space, Space, Cyber And Telecommunications Law Program Faculty Publications, 95, 2018, p. 3.
[11] General Assembly Resolution A/RES/34/68, Agreement Governing the Activities of States on the Moon and Other Celestial Bodies, 18 dicembre 1979. Disponibile al link: https://www.unoosa.org/oosa/en/ourwork/spacelaw/treaties/moon-agreement.html.
[12] American Space Commerce Free Enterprise Act, H.R.2809, 2017.
[13] National Archives Of The United States Of America, Federal Register, Executive Order 13914 of 6 April 2020, Encouraging International Support for the Recovery and Use of Space Resources. Disponibile al link: https://www.federalregister.gov/documents/2020/04/10/2020-07800/encouraging-international-support-for-the-recovery-and-use-of-space-resources.
[14] Principles For Cooperation In The Civil Exploration And Use Of The Moon, Mars, Comets, And Asteroids For Peaceful Purposes (Accordi di Artemis), 13 October 2020.
[15] Journal officiel du Grand-Duché de Luxembourg, Loi du 20 juillet 2017 sur l’exploration et l’utilisation des resources de l’espace, 2017. Disponibile al link: https://legilux.public.lu/eli/etat/leg/loi/2017/07/20/a674/jo.
[16] Luxembourg Space Agency, Space Resources Initiative, 2016. https://space-agency.public.lu/en/space-resources.html.

Valentina Chabert
Ciao, sono Valentina. Mi sono recentemente laureata in Relazioni Internazionali Comparate presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Sto attualmente svolgendo un tirocinio presso la Rappresentanza Italiana del Consiglio d’Europa e studio giornalismo geopolitico presso l’Eastwest European Institute di Roma. Nel mio percorso di studi ho sviluppato un vivo interesse per il diritto internazionale, in particolare per il diritto internazionale dell’ambiente, la sicurezza cibernetica e gli aspetti giuridici legati alle criptovalute.