Continua il contrasto al traffico illecito di beni culturali con l’operazione Pandora VII che ha coinvolto Stati, INTERPOL ed EUROPOL
L’operazione Pandora VII, in breve
Un’importante operazione contro il traffico illecito di beni culturali: questa è l’operazione Pandora VII. Svolta a settembre 2022 e frutto di lunghe indagini a livello europeo, ha visto la cooperazione di 14 Stati membri[1] dell’INTERPOL.
L’operazione è stata condotta dalla Guardia Civil spagnola con il supporto di INTERPOL ed EUROPOL.
Tra gli oggetti recuperati nell’Operazione Pandora VII ci sono:
- Più di 3.000 monete antiche, recuperate per la maggior parte dalla polizia polacca e in parte dalla polizia rumena
- 77 libri antichi che i Carabinieri hanno sequestrato dalle informazioni ottenute da un sito di compravendita online
- Parecchie centinaia di sculture religiose ed oggetti religiosi che sono stati sequestrati dalla polizia portoghese e greca
- 13 beni archeologici russi sequestrati ad un ufficio postale in Bosnia Erzegovina
- Un busto in marmo di donna di epoca romana.
È un imponente collegamento delle forze di polizia ed è frutto di una notevole rapidità nello scambio di informazioni per operare su un’area così ampia per contrastare il traffico illecito di beni culturali. Bisogna infatti precisare che nel 2022 sono state organizzate due settimane di pattugliamento informatico, rispettivamente a maggio e ottobre, diventate poi determinanti: nello svolgimento di migliaia di controlli sono stati sequestrati più di 4.000 beni rubati. Ma come si fa a coordinare polizie e investigatori di più Stati?
Cooperazione tra organizzazioni internazionali regionali e globali
I risultati dell’Operazione Pandora VII sono il frutto della cooperazione delle forze di polizia e attività investigative su larga scala. Vediamo come.
EUROPOL ha svolto un ruolo fondamentale nello svolgimento dell’intera operazione, facilitando lo scambio di informazioni e fornendo supporto informativo e operativo. Questa è l’agenzia dell’Unione Europea che interviene in caso di reati che richiedono un approccio internazionale ed una cooperazione tra più Stati, anche non membri dell’Unione.
INTERPOL, attraverso il suo sistema di comunicazione sicura I-24/7, ha collegato gli Stati dei Balcani e dell’Unione Europea che partecipavano allo scambio di informazioni, supportando l’intera operazione con un esperto dedicato a verificare le ricerche nel database dello Stolen Works of Art dell’INTERPOL[2] per localizzare e identificare gli oggetti rubati e quelli ancora mancanti. Gli agenti sul campo hanno anche utilizzato ID-Art, altro strumento davvero importante che è l’applicazione sviluppata per l’INTERPOL. L’INTERPOL infatti, da organizzazione internazionale che opera nel mondo, ha un ruolo coordinativo, di supporto nelle comunicazioni e nell’assistenza specifica[3].
L’operazione Pandora VII rientra nell’EMPACT (European Multidisciplinary Platform Against Criminal Threats) un’iniziativa europea per il contrasto alla criminalità e per la sicurezza dalle forme più serie di criminalità internazionale. È il Consiglio che per contrastare varie forme di criminalità e di reati[4] – tra cui c’è appunto il traffico illecito di beni culturali – ha definito delle priorità mentre la Commissione finanzia le attività dell’EMPACT e partecipa e coordina in operazioni e programmi.
Da notare infine che l’Operazione Pandora VII fa parte di una serie di controlli che tutti gli anni si ripetono per contrastare il traffico illecito di beni culturali ed è da questi controlli che nascono le operazioni Pandora.
Informazioni
[1] In ordine alfabetico, Austria, Bosnia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Grecia, Irlanda, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia.
[2] Per un approfondimento su questa piattaforma dati: Lo Stolen Works of Art Database dell’INTERPOL – DirittoConsenso.
[3] Oltre alla preparazione di rapporti e resoconti, dobbiamo citare l’accesso di database e i corsi di formazione per agenti di polizia.
[4] Le priorità stabilite dall’EMPACT per il triennio 2022-2025 sono di contrastare le reti criminali ad alto rischio, gli attacchi informatici, il traffico di esseri umani, lo sfruttamento sessuale dei minori, il traffico di migranti, il traffico di droga, le frodi, i crimini economici e finanziari, il crimine organizzato contro i beni e le proprietà, i crimini ambientali e il traffico di armi da fuoco.

Lorenzo Venezia
Ciao, sono Lorenzo. Laureato in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca con una tesi sul recupero dei beni culturali nel diritto internazionale e sul ruolo dell'INTERPOL e con il master "Cultural property protection in crisis response" all'Università degli Studi di Torino, sono interessato ai temi della tutela dei beni culturali nel diritto internazionale, del traffico illecito di beni culturali e dei fenomeni di criminalità organizzata e transnazionale.